Baronti: “A Lucca serve una coalizione plurale ed ecologista”

16 gennaio 2022 | 12:17
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Baronti: “A Lucca serve una coalizione plurale ed ecologista”

L’analisi: “C’è bisogno di una alternativa vero”

Una coalizione plurale, rossoverde ed ecologista. E’ quello che auspica si formi Eugenio Baronti in vista del voto per le elezioni amministrative a Lucca.

“Da capannorese affezionato e innamorato della città di Lucca, mi sento in dovere di intervenire nel dibattito sulle prossime elezioni amministrative a Lucca che purtroppo, non lascia presagire niente di buono – inizia la sua analisi -. Da una parte c’è un centro destra con cui non ho niente da condividere e tutto da contrastare, dall’altra un centro sinistra ridotto a un monocolore Pd camuffato da coalizione, autoreferenziale, che ha governato, soprattutto in questo secondo mandato, con un grigiore sconfortante, si è limitato a gestire l’esistente senza alcun coraggio politico, chiuso a riccio nella sua presuntuosa autosufficienza, incapace di ascoltare e di promuovere la partecipazione di cui si riempie continuamente la bocca a sproposito. Ci sarà anche un terzo Polo composto dagli amici locali di un professionista della politica, un’avventuriero senza scrupoli e remore morali con cui avrei problemi perfino a bere un caffè al Bar, tanto lo considero una iattura per il paese”.

Poi c’è l’incognita terzo polo, secondo Baronti: “Su questo scenario già poco edificante di per sé – afferma -, volteggia minaccioso lo spettro di una calata su Lucca di una lista pirata capeggiata da Del Ghingaro capace di fare saltare il banco e rimettere tutto in gioco con esiti imprevedibili per tutti. Oltre a questo, non mancherà di sicuro, il solito consueto contorno di qualche lista civica che nascono sempre ad ogni vigilia elettorale con tante buone intenzioni, con la presunzione di una superiorità morale e politica rispetto ai partiti, sicuri di rappresentare ogni virtù e di essere il meglio in assoluto. Questo scenario politico, per quanto mi riguarda, non mi rappresenta per niente e penso di non essere solo, anzi, mi sento in numerosa compagnia. Ci può essere un’alternativa a tutto questo? Le condizioni ci sarebbero, dipende da tutti quelli che sono privati di una rappresentanza, se vincono la pigrizia e la rassegnazione e ritrovano il coraggio e la capacità di incontrarsi e di connettersi tra loro, per dare inizio ad un percorso di costruzione di una alternativa”.

“Nonostante tutto, io vedo che a Lucca c’è ancora vita e voglia di partecipazione – afferma -. Ci sono ancora molte risorse, energie ed esperienze, ma sono disperse in mille rivoli dell’impegno sociale e civile, rassegnate, impotenti, incapaci di connettersi tra di loro. Non può bastare l’ottimismo della volontà a far rialzare e rimettere in moto cittadini disillusi, non è facile per nessuno, far breccia nel muro di gomma della diffidenza e della sfiducia, c’è bisogno di segnali forti di discontinuità, c’è bisogno di dimostrare con i fatti, e non a parole, il coraggio di essere capaci di rimettersi in discussione, di cambiare. Questa ricchezza e pluralità di culture e di esperienze non può essere rinchiusa dentro un’unica lista elettorale perché sarebbe un’impresa impossibile. La soluzione potrebbe essere quella di costruire unacoalizione plurale, rossoverde democratica e civica.  Una coalizione composta da diverse liste che si ritrova attorno ad un programma minimo condiviso che affronti ed indichi le soluzioni ad alcune grandi emergenze della città che non possono più essere rinviate e necessitano di una cultura politica diversa da quella espressa da un centro sinistra lucchese troppo moderato e subalterno ai grandi interessi di potentati locali”.

“Io non sono tra quelli che dicono: con il Pd e il centrosinistra mai; chi non è capace di fare le giuste e necessarie politiche delle alleanze, non fa politica, fa solo testimonianza e si condanna alla residualità e marginalità politica. Io dico, oggi, con questo Pd lucchese, per quello che esprime e per quello che fa, è impossibile governare insieme, almeno per ora, nella speranza che trovi il coraggio di cambiare e di rinnovarsi.  Quindi, oggi, a questo appuntamento elettorale, serve una coalizione plurale alternativa a questo monocolore Pd camuffato da coalizione, che si costruisce non con il solito programma generico – va avanti -, dove dentro c’è di tutto e di più, tanto poi sarà completamente dimenticato in un cassetto nel dopo elezioni, ma con un programma centrato su alcuni punti che rappresentino pietre miliari che segnano la direzione di marcia, sulle quali definire finalità ed identità politica programmatica.  Una di queste pietre non può che essere il destino della ex manifattura, dato per scontato che il metodo sarà radicalmente diverso da quello seguito da questa amministrazione uscente, dovrà, prima di tutto, dire una cosa chiara non negoziabile: la manifattura deve rimanere di proprietà pubblica e la destinazione d’uso deve essere decisa attraverso un percorso di partecipazione democratica. Un’altra pietra miliare scolpita nella roccia, dovrà essere l’abbandono irreversibile dell’anacronistico progetto di assi viari, un no secco senza se e senza ma, senza quell’ipocrisia insopportabile di chi continua a tenere i piedi su due staffe, dicendo no a questo progetto, vagheggiando di un’impossibile miglioramento per ridurne l’impatto ambientale e sociale. Ma non basta dire no agli assi, bisogna mettere in campo idee e azioni per costruire una nuova cultura per la mobilità delle merci e delle persone adeguata ai nuovi bisogni ed esigenze della società attuale. La terza pietra è la difesa dei servizi e dei beni comuni, mettiamo, nero su bianco che questa città non accetterà mai di mettere servizi essenziali come acqua, rifiuti, gas dentro una grande multiutility per poi essere quotata in borsa. Questi non si accontentano più delle privatizzazioni, alzano il tiro, vogliono la finanziarizzazione dei servizi essenziale per la qualità della nostra vita. Dentro Il programma della coalizione deve essere scritto, con inchiostro indelebile, che i servizi essenziali non sono una merce qualsiasi da vendere sul mercato”.

“La quarta pietra pesante – aggiunge Baronti – è il lavoro che è dignità e vita e che sta subendo attacchi e umiliazioni senza precedenti nella nostra storia repubblicana. La sfida è enorme, un’amministrazione comunale non può cambiare il corso della storia, ma tutto quello che può, lo deve fare senza tentennamenti. Dovrà iniziare a misurarsi con le conseguenze sociali, culturali e occupazionali della quarta rivoluzione tecnologica, della robotica e dell’intelligenza artificiale, far sentire la propria voce per determinare per legge il salario minimo garantito per frenare questo moderno precipitare in forme di estremo sfruttamento che offende la dignità umana.  Infine, dovrà raccogliere nella società lucchese le migliori esperienze, competenze, professionalità disponibili per costruire una transizione ecologica che assuma l’orizzonte di un nuovo modello di sviluppo sostenibile che, a livello locale può trovare i suoi spazi attraverso la crescita, ovunque è possibile, di forme di economia circolare per creare ricchezza e lavoro, nella gestione dei rifiuti e nella valorizzazione delle materie prime seconde, nella produzione di energia da fonti rinnovabili, nella manutenzione del territorio, del verde, dei boschi, nella rigenerazione e riqualificazione delle periferie per renderle più belle, più vivibili, più umane. Il candidato sindaco? Il percorso è aperto a tutti coloro che contribuiranno a scrivere o condivideranno il programma, poi, i diversi candidati proposti dalle diverse liste, si sottoporranno ad un voto democratico aperto solo a coloro che si riconoscono nel programma e che verseranno qualche euro per finanziare la campagna elettorale, perché questa coalizione sarà priva di padrini e sarà ad euro zero.  La mia speranza è che a questo appuntamento elettorale non ci si presenti ancora una volta in ordine sparso, ognuno dentro la propria listina senza speranza e senza utilità, perché sarebbe un affronto insopportabile contro il buonsenso, io ci ho provato, mi auguro che questo appello non cada nel vuoto e che arrivino molti altri contributi per risvegliare le coscienze, la speranza di cambiamento e vincere questo stato di prostrazione permanente”.