“Stop alla riforma del catasto”, bocciata la mozione di Minniti (Lega)

1 febbraio 2022 | 23:19
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“Stop alla riforma del catasto”, bocciata la mozione di Minniti (Lega)

Il consigliere comunale: “Persa un’occasione”

Il consiglio comunale di Lucca ha respinto la mozione presentata dal consigliere della Lega Giovanni Minniti che chiedeva lo stralcio della riforma del catasto che prevede l’aumento delle rendite catastali degli immobili.

“Sono molto rammaricato per il voto dell’assemblea – afferma Minniti – poiché la mozione da me presentata e discussa rispondeva ad una esigenza realmente avvertita dai lavoratori, dalle piccole e medie imprese, dagli artigiani ovvero quella di non inasprire ulteriormente la pressione fiscale sugli immobili già altissima e insostenibile che avrebbe contraccolpi negativi su tutto il tessuto economico e sociale del Paese viste le pesanti ricadute su Imu, Irpef, tasse sui trasferimenti immobiliari peraltro non giustificate dagli attuali indicatori economici”.

“Infatti – spiega il consigliere leghista -, poiché la rendita catastale rappresenta il valore di mercato dell’immobile non è né equo né corretto prevederne l’aumento considerato che in Italia il valore degli immobili continua a diminuire dal 2012 così come risulta dal rapporto Banca d’Italia – Istat sulla ricchezza dei settori istituzionali pubblicato lo scorso 27 gennaio”.

“E’ evidente – incalza Minniti -, che l’aumento degli estimi catastali prelude a una nuova stangata sugli immobili visto che la relazione di accompagnamento del Ddl di riforma fiscale da parte del Ministero dell’Economia chiarisce che la revisione delle rendite ottempera alla raccomandazione della Commissione europea che chiede all’Italia di compensare la riduzione della tassazione sul lavoro con una riforma dei valori catastali che porterebbe all’aumento del carico fiscale sugli immobili prime case incluse. Ed è questo quello che è bene evitare poiché l’aumento del peso fiscale sugli immobili in un momento storico così delicato a causa della pandemia non farebbe altro che sottrarre soldi ai cittadini proprietari di immobili spesso gravati da mutui, deprimere il mercato delle compravendite immobiliari e provocare un aumento dei costi di funzionamento degli esercizi commerciali in affitto sui quali i proprietari degli immobili trasleranno il peso dei maggiori oneri fiscali. I dati confermano quanto sostengo – chiosa Minniti -: il numero complessivo degli immobili in Italia è di 64 milioni di unità di cui 57 milioni di proprietà di persone fisiche; le civili abitazione sono 35 milioni di cui 32 milioni di proprietà di persone fisiche; 20 milioni sono le prime case”.

“Sarebbero, dunque, le persone fisiche e quindi i lavoratori a sostenere la stangata sugli immobili sui quali già grava una patrimoniale da 11 miliardi di euro considerati i 5 miliardi di tassa di registro e iva sulle compravendite, i 4 miliardi di Imu, i 2 miliardi di imposte ipotecarie e successione senza dimenticare che l’Irpef genera un gettito di 500 miliardi di euro ovvero la metà circa del gettito tributario complessivo. E’ per questo – aggiunge – che il giudizio su una riforma così concepita non può che essere negativo in quanto essa è totalmente astrusa alla realtà e qualcuno, magari i tecnici del Mef, farebbe bene ad andare in giro per le città per rendersi conto dei problemi dei piccoli proprietari immobiliari. E i fatti dicono che in molte città i prezzi di mercato delle case sono inferiori ai valori catastali; vi sono immobili a valore zero perché non vendibili né affittabili; negozi, capannoni, uffici sfitti da tempo o per i quali i conduttori non pagano i canoni per la mancanza di liquidità dovuta alla crisi e per i quali i proprietari sono comunque obbligati a pagare Imu e Irpef”.

“In questo grave momento per tutti – è convinto Minniti – sono altre le misure da adottare: cedolare secca estesa agli affitti commerciali, proroga del tax credit locazioni, sgravi sugli immobili inutilizzati, semplificazione degli adempimenti tributari e, soprattutto, riduzione delle aliquote Imu e Irpef oltre all’ azzeramento dell’Irap per dare boccata di ossigeno a cittadini e imprese. Purtroppo, i consiglieri di sinistra non hanno voluto comprendere le ragioni della mia mozione dimostrando nei fatti che a loro interessa ben poco delle esigenze di cittadini e imprese”.