Nuovo direttore artistico al Giglio, la Lega: “Primo intervento di Brandani autoreferenziale e semplicistico”

Baldini e Stefani: “Necessaria una sinergia fra le diverse istanze culturali che operano nell’ambito lucchese”
Il dipartimento cultura della Lega Toscana condivide le osservazioni ed i rilievi avanzati dall’Istituto superiore di studi musicali Luigi Boccherini e dall’Associazione musicale lucchese in merito alle recenti dichiarazioni rilasciate dal neodirettore artistico del teatro del Giglio di Lucca, Jonathan Brandani, nel corso della riunione delle commissioni consiliari competenti del Comune ed alla presenza dell’assessore alla cultura Stefano Ragghianti e del presidente del Giglio Giovanni Del Carlo.
Così interviene Massimiliano Baldini, responsabile cultura del partito di Matteo Salvini per la Toscana insieme a Michela Stefani, referente cultura della Lega per Lucca: “La città natale di Giacomo Puccini che si appresta a celebrare l’importantissimo biennio 2024-2026 con la celebrazione dei cento anni della morte del Mmestro e della prima di Turandot, è da sempre connotata da riferimenti istituzionali culturali noti e conosciuti nel mondo che hanno dato prova del loro valore in tanti anni di impegno sul territorio e che rappresentano un patrimonio di storia e di contenuti fonte di grandi sinergie non solo con le realtà nate nei comuni dove il grande compositore ha vissuto ma altresì con le più importanti manifestazioni, festival, figure artistiche e riferimenti della cultura musicale nazionale ed internazionale. Proprio per questi motivi, anche a noi è sembrato che le dichiarazioni del celebre e conosciuto direttore di orchestra non siano state rispettose di quanti sul territorio, in tanti anni di lavoro, hanno saputo mantenere alta la qualità dell’offerta culturale, facendo sempre squadra malgrado le ristrettezze economiche ed un periodo pandemico così difficile. Non ce ne voglia il giovane ma già così apprezzato direttore artistico del Giglio al quale esprimiamo i migliori auguri di buon lavoro – continuano Massimiliano Baldini e Michela Stefani – tuttavia, per chi ha ascoltato le sue parole in collegamento dall’estero, la sensazione è stata quella di un intervento autoreferenziale, tanto semplicistico quanto disconnesso dal contesto della città, privo di un preliminare confronto con i principali attori del territorio che invece sarebbe stato opportuno per approfondire meglio e capire le dinamiche ed il punto di vista dei diversi operatori, tanto più per chi vive lontano da Lucca”.
“Brandani, se andiamo al succo del suo discorso – dicono ancora Baldini e Stefani – sentendosi probabilmente forte del rapporto fiduciario con l’assessore alla cultura, si è limitato a “bussare a quattrini” che è un po’ come scoprire l’acqua calda in ogni contesto pubblico ed ancor di più nell’ambito dei teatri e lo ha fatto anche entrando a gamba tesa su equilibri che investono realtà importanti come il Boccherini ma che riguardano anche tante altre associazioni che a Lucca operano bene e meriterebbero maggiore sostegno economico. Pare anche a noi, oggettivamente, che la sinergia più collaborativa fra le diverse istanze culturali che operano nell’ambito lucchese – come hanno detto anche Boccherini e Aml – rappresenti la prima chiave di accesso, quella più corretta, per raggiungere risultati migliori e magari cogliere risorse economiche utili a sostenere progetti sempre più ambiziosi. Un approccio che, come ricordavamo prima, è a maggior ragione importante proprio nell’ottica delle celebrazioni pucciniane del 2024-2026 e verso le quali, sorprendentemente, non abbiamo ascoltato dalle parole di Brandani rilevante attenzione, anzi decisamente fermo nel ribadire che una programmazione vera sia possibile pensarla solo a partire dal 2027, salvo poi avanzare proposte che hanno però incontrato le perplessità di Aml che ha giustamente ricordato il valore e la crescita di Lucca Classica Music Festival“.
“Di recente, la città di Lucca – concludono gli esponenti del dipartimento cultura del partito di Matteo Salvini – proprio sul piano delle opportunità che offre la cultura si è contraddistinta per una carenza di dialogo che ha finito per penalizzarla pesantemente come dimostrato dalla mancata partecipazione al bando per la capitale della cultura 2024, ci pare quindi che anche questa nuova polemica segni un’ulteriore battuta di arresto che poteva essere evitata e che certamente non fa bene alla grande tradizione di questa straordinaria comunità, necessitando un evidente e celere cambio di passo”.