Referendum sul fine vita bocciato, l’associazione Coscioni: “Una scelta solo politica”

18 febbraio 2022 | 18:09
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Laura Favilla: “Tanta amarezza e delusione per lo stop della Consulta”

La Consulta ha bocciato il referendum sul fine vita e dall’associazione Coscioni c’è amarezza per una decisione che è considerata esclusivamente politica. La doccia fredda è arrivata il 16 febbraio e non ha mancato di far discutere perché presentata dalla Corte Costituzionale con una inedita conferenza stampa, in cui il presidente della Consulta, Giuliano Amato, ha spiegato le motivazioni legate a questa scelta. Questo non è bastato e i comitati sono ancora sul piede di guerra pronti a far sentire la propria voce, dopo una raccolta firme che aveva visto aderire più di un milione di persone.

“C’è tanta amarezza e delusione – spiega Laura Favilla dell’associazione Coscioni -, soprattutto per quel milione e 240 mila persone che hanno fermato il referendumper i 13 mila volontari che hanno passato l’estate a raccoglierle, ma soprattutto verso i malati che stanno soffrendo. Per prima cosa bisogna dire che le motivazioni non sono ancora state depositate ma la decisione della Consulta è una decisione politica ed è evidente dalle parole della conferenza stampa di Giuliano Amato. Ha tentato di screditare i comitati referendari accusandoli sia di incapacità nello scrivere il quesito, sia di voler barare. Il quesito è stato redatto da giuristi e controllato da costituzionalisti e questa accusa a noi ci sembra inammissibile, tanto che cinque dei quindici membri della Corte Costituzionale l’hanno giudicato ammissibile”.

Dalle parole di Giuliano Amato, presidente della Consulta, sembra che i motivi della bocciatura siano dovuti al fatto che il quesito, così come era stato presentato non riguardava l’eutanasia ma l’omicidio del consenziente, approvandolo avrebbe rischiato di allargarsi a casi ben più numerosi e diversi da quelli dell’eutanasia e chiedendo una maggiore tutela delle persone più deboli e fragili.

“Anche questo non è vero – dichiara Laura Favilla -. La norma non è abrogata completamente e rimangono tutelate le persone incapaci di intendere e di volere e i minorenni e anche se fosse così, si sarebbe potuto ovviare con un legge apposita fatta dal parlamento, come è stato fatto per altri referendum”.

Adesso cosa farà l’associazione Coscioni?

“Anche se è evidente una profonda delusione, le iniziative non si fermeranno, sono ormai quindici anni che ci occupiamo di questo argomento e non sarà questo a farci desistere, proseguiremo con la disobbedienza civile e altre iniziative politiche – dice Laura Favilla -. L’associazione Coscioni ha messo a disposizione un numero bianco, dove le persone possono rivolgersi sia per l’eutanasia, sia per il testamento biologico.Le persone che ci contattano sono molte, siamo all’inizio e i dati precisi ancora non li abbiamo, ma è evidente che il problema è molto sentito”.