Un questionario per mappare la qualità della vita delle persone lgbt+ a Lucca foto

Rete Ready, Comune e università di Pisa alleati per la lotta alle discriminazioni

Negli ultimi anni, grazie a normative e ad una cittadinanza sempre più aperta e consapevole, la vita della comunità “arcobaleno” sembra essere migliorata. Ma è davvero così? Per scoprirlo e capire anche come è percepita la comunità lgbtq+ all’interno della cittadinanza lucchese, il Comune di Lucca – insieme all’università di Pisa – daranno vita ad una vera e propria ricerca scientifica finanziata dalla Regione Toscana.

rete Ready lgbt+ diritti Lucca

Il progetto – che avrà un costo di 5mila euro – rientra nella rete Ready, che mette insieme tutte le amministrazioni pubbliche impegnate contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere: rete alla quale il Comune ha aderito ben due anni fa.

A presentare l’iniziativa sono stati questa mattina (28 febbraio) il consigliere comunale delegato ai diritti Daniele Bianucci, il professor Arturo Marzano delegato dal rettore dell’università di Pisa per le attività di Gender studies and equal opportunites, e la dottoressa Sandra Burchi che curerà direttamente il progetto per conto dell’Università. In remoto, collegata anche l’assessora regionale per la promozione ai diritti umani Alessandra Nardini.

Nel gruppo scientifico che coordina l’iniziativa, oltre a Bianucci, Ilaria Vietina, che questa mattina non ha potuto partecipare alla conferenza stampa, e Marzano, sono coinvolte anche Marta Bonetti e Romina Incorvaia per il Comune di Lucca e Renata Pepicelli, Gianluca Fulvetti e Carlotta Ferrari degli Uberti per l’università di Pisa.

“Il progetto nasce da una collaborazione per noi importantissima con l’università di Pisa – ha commentato Bianucci – Due anni fa, quando alcune città della Toscana hanno deciso di uscire da quella che era la rete Ready, Lucca ha deciso di fare l’opposto e lottare contro le discriminazioni. Questo progetto prestigioso nasce per continuare questa lotta e mira a migliorare la vita delle persone della comunità lgbtq+. Grazie al lavoro dell’associazionismo sul nostro territorio e alle nuove leggi, come le unioni civili, la loro vita è senza dubbio migliorata rispetto a qualche anno fa, ma ci sono sicuramente ancora molti punti su cui lavorare”.

I risultati del report, che saranno analizzati dopo circa sei mesi di indagine, saranno ottimi strumenti per costruire in futuro politiche mirate e lavorare così anche sui punti ancora “dolenti”. Uno strumento, insomma, che aiuterà a porre in essere politiche di integrazione e lotta alle discriminazioni, ancora più puntuali ed efficaci.

“Questa collaborazione con il Comune di Lucca è molto importante – ha aggiunto il professor Antonio Marzano – Come Università di Pisa siamo orgogliosi di questa unione perché conferma sia il legame con il territorio sia la volontà di contribuire a creare un ambiente che sia inclusivo, in cui tutte le persone possano liberamente esercitare i propri diritti e vivere le proprie relazioni affettive. L’università è uno dei luoghi in cui si fa ricerca ma anche un luogo in cui i nostri ragazzi si formano e crescono, per questa ragione il nostro Ateneo ha accolto con gioia la proposta di partecipare ad un progetto che mettesse al centro una ricerca con un chiaro taglio scientifico, dal punto di vista sia metodologico sia contenutistico”.

I complimenti per il progetto anche da parte dell’assessora Nardini: “Siamo orgogliosi di questo progetto e di averlo supportato attraverso il sostegno che la Regione offre agli aderenti toscani alla Rete Ready. La Toscana è tra le regioni più attive in tema di lotta alle discriminazioni: purtroppo il ddl Zan non ha avuto i risultati che speravamo, ma continueremo, anche con iniziative come questa, a far sentire la nostra voce. Come Regione abbiamo destinato alla rete Ready 100mila euro, avremmo voluto fare di più ma purtroppo le spese dovute alla pandemia sono state tante. L’università di Pisa è sempre un partner prezioso per noi, è importante fare sinergia con i luoghi del sapere dove i nostri ragazzi si formano e crescono. La Toscana è da sempre terra di diritti e con orgoglio vuole continuare ad esserlo”.

Il progetto

Attraverso un questionario (con metodologia Cawi), come ha spiegato la dottoressa Sandra Burchi, saranno raccolti elementi conoscitivi tesi a valutare la percezione della qualità della vita da parte delle persone lgbt+ sul nostro territorio. I temi di indagine potranno includere: grado e luoghi di visibilità, grado di accoglienza, luoghi e momenti di invisibilità ed ostilità, esperienze personali di pregiudizio e discriminazione.

Inoltre, un’analisi di tipo qualitativo sarà rivolta a testimoni privilegiati della comunità lucchese e sarà finalizzata a comprendere come la comunità lgbt+ è percepita all’interno del nostro territorio: se è visibile o meno, in particolare in quali luoghi, e se nel caso è accolta o rimangano ambiti di ostilità.

L’obiettivo del progetto è arrivare a un report che riunisca i dati, le elaborazioni ed eventuali raccomandazioni emerse dallo studio. Il report sarà presentato nell’ambito di un’iniziativa pubblica  che possa essere momento di riflessione e di dibattito per la Città intera e per le associazioni interessate.

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