Gara del gas e fusione Gesam-Toscana Energia, una sentenza del Consiglio di Stato rimette tutto in discussione

Per procedere potrebbe essere necessaria una gara pubblica per la cessione delle quote. L’istruttoria procede ma a decidere sarà la prossima giunta
Prosegue la strada verso la possibile fusione di Gesam e Toscana Energia, partecipata di minoranza di Gesam Reti, in vista della gara per il distributore unico a livello provinciale del gas. Il percorso intrapreso dai vertici di Gesam, su mandato dell’amministrazione comunale, è di “sondare il terreno” con Toscana Energia, stabilendo fin da subito alcuni richieste da proporre al colosso del gas.
Alla seduta della commissione partecipate che si è tenuta oggi (1 marzo), hanno partecipato i vertici di Gesam: il presidente Ugo Fava e il direttore Fabio Vantaggiato. Presenti anche l’assessore di riferimento, Giovanni Lemucchi e la dottoressa Virginia Lucchesi, amministratrice unica di Lucca holding, che detiene le quote di Gesam Reti.
Nell’incontro che si è tenuto oggi, si è parlato delle nuove prospettive relative alla fusione, anche a fronte ad una sentenza del Consiglio di Stato di settembre e che potrebbe aver cambiato le carte in tavola.
L’assessore Giovanni Lemucchi spiega la situazione che si è creata prima di questo incontro: “L’obiettivo della Commissione è quello di fare il punto della situazione, visto che siamo vicini alla fine del mandato. Ricordo che, con la delibera di febbraio 2020, il consiglio comunale ha dato indirizzo a Gesam, dopo la selezione di un advisor, di sondare il mercato rispetto ad una operazione di rafforzamento con Gesam Reti Spa, che però ha come interlocutore privilegiato Toscana Energia, socio di minoranza (42 per cento di Gesam Reti, ndr) e che però, ha la maggioranza dei punti di riconsegna nella provincia di Lucca. L’attività portata avanti da Gesam, come riferito nelle sedute precedenti, è iniziata con una serie di trattative con Toscana Energia che è arrivata ad oggi al punto che ci illustrerà il presidente Ugo Fava”.
Nella trattativa con Toscana Energia, i vertici di Gesam hanno dovuto tener conto di alcuni principi che erano stati indicati dall’amministrazione comunale. “I principi che dovevamo tutelare erano quelli di cercare un accordo con Toscana Energia, come primo interlocutore preferenziale – spiega Ugo Fava -.Per prima cosa è stato chiesto il mantenimento sul territorio di Lucca dell’attività aziendale della società, sede legale e sede operativa, e una governance che tuteli il socio di minoranza. Principale obiettivo posto, la tutela dei diritti acquisiti dei lavoratori e le prospettive di sviluppo di lavoro, per chi attualmente in Gesam. Ultimo obiettivo, assicurare un rendimento dell’asset posseduto dalla holding, in ragione per cui, si mantengano gli attuali livelli di dividendo praticati da Gesam. Sostanzialmente si chiede di tutelare la redditività, fare un accordo in cui c’è un piano industriale che, proiettato nel tempo ma anche nell’attualità, porti delle sinergie, renda più efficiente ed economica l’attività svolta da Gesam in simbiosi con il nuovo socio, che accentrerà tutta una serie di funzioni (finanza, segreterie e altre funzioni di staff). Le decisioni strategiche dovranno a quel punto essere assunte con il consenso del socio di minoranza”.
“Questi obiettivi si sono concretizzati con una bozza d’accordo portata in questa commissione e poi al Consiglio, per arrivare ad un piano industriale – prosegue il presidente di Gesam – A fine novembre però, siamo venuti a conoscenza di una sentenza del Consiglio di Stato di settembre, relativa ad una gara tenuta a Milano. In sostanza viene cambiato l’indirizzo giurisprudenziale in merito alle operazioni straordinarie ovvero, se queste entrno nell’obbligo di una gara pubblica, oppure no. La sentenza ha sancito l’obbligo per qualsiasi soggetto pubblico che voglia compiere operazioni di carattere straordinario (fusioni, conferimenti o scissioni, ndr), di dover procedere con una gara pubblica.
A quel punto, a seguito di questa sentenza abbiamo verificato i riflessi che poteva avere nella strategia intrapresa e ci sono di fronte a noi alcune possibilità, qualora si decida di andare avanti con il disegno delineato. Perché siamo ad accordi quasi definitivi. L’aspetto tecnico della sentenza dice che laddove si ravvisi la infungibilità (ovvero insostituibilità giuridica) dell’interlocutore (con cui si va a fare accordi), con motivazione adeguata da parte dell’ente, si può evitare la gara. Nel caso nostro specifico, tenuto conto delle caratteristiche della società, ci riesce difficile immaginare altri soggetti diversi da Toscana Energia, che portino dei vantaggi competitivi e difficilmente un altro operatore può riuscire a vincere la gara”.
“Di fronte comunque a questa incertezza normativa – conclude Fava – occorre considerare che a breve ci sono le elezioni amministrative. Per procedere su una materia così delicata alla scadenza del mandato penso sia doveroso ripensarci e magari fare il lavoro preparatorio e poi lasciare a chi verrà il dà farsi. È una fase molto delicata. Noi abbiamo sospeso le trattative in attesa di verificare la strada da percorrere, se è quella della gara o meno”.
L’assessore Lemucchi precisa che: “La decisione di soprassedere spetta all’amministrazione. Inoltre la quota di capitale è detenuta da Lucca Holding e di conseguenza spetterà a lei decidere, abbiamo oggi la dottoressa Virginia Lucchesi proprio per questo. Poi vista l’importanza dell’operazione e le ricadute, consiglio di valutarla con calma, andare avanti con l’istruttoria e poi, a quel punto, lasciare la scelta ad un’altra giunta”.
L’idea di attendere la nuova giunta che nascerebbe dalle prossime elezioni amministrative, è una scelta condivisa e avanzata anche dal consigliere di opposizione Marco Martinelli: “Condivido il percorso annunciato dal presidente Fava, che è anche quello da noi auspicato qualche mese fa. Condivido il rimando alla prossima giunta e anche sul parere ad Anac e ricordo che, da qui a sei mesi, non c’è in previsione la gara del gas”.
Al contrario il consigliere del Movimento cinque stelle, Massimiliano Bindocci, pone l’attenzione su quello che secondo lui è stato uno spreco di denaro pubblico finito in consulenze, poi rese inutili dalla sentenza del Consiglio di Stato: “Non si procede più come era stato pensato nello studio, se ho capito bene. Volevo capire quanto si è speso in studi di preparazione che non verranno utilizzati? Secondo i miei calcoli siamo sui 300 mila euro per preparare il percorso. Questa cosa è considerata normale o si tratta di un errore?
A rispondere alle domande di Bindocci spetta al presidente di Gesam Ugo Fava: “Abbiamo lavorato al ungo su questo possibile accordo, ci siamo basati su pareri e normative che fino a settembre erano univoche – precisa – La sentenza non era prevedibile, tant’è che c’era anche una interpellanza parlamentare, perché con questa sentenza si bloccano tutta una serie di accordi fondamentali perché le imprese vadano avanti. L’unico interlocutore che ha Gesam sembra Toscana Energia e questo significa che è un interlocutore fungibile, per questo andrebbe chiesto un parere a Anac. Oppure, si fa una gara studiando un bando che recuperi tutto quello fatto fino ad oggi e in questo modo, non conta tanto quanto abbiamo speso, ma quanto successivamente avremmo da spendere. Se dovremmo ripartire tutto da capo allora, ci sarebbe un danno per aver speso dei soldi di consulenze. Ma io credo che tutto il lavoro fatto serva per metterci nelle condizioni di fare un bando di gara. Tutto il materiale per fare un bando di gara adesso, lo abbiamo disponibile grazie al lavoro fatto fin’ora”.
Ma il consigliere Bindocci, non pare soddisfatto e rimane della propria idea: “La lettura del dottor Fava mi convince a metà. È vero che una parte degli studi fatti con i 300mila euro circa (ma il presidente di Gesame l’assessore parlano di 215 mila euro), può darsi che siano utilizzabili per altre finalità, però bisogna ricordare che erano stati messi a disposizione per un percorso che però non è il medesimo. Riconosco che in parte serviranno quelle spese, ma non è la solita cosa. E’ un po’ come comprare il burro per la pasta e poi farci un dolce, non è proprio la stessa cosa. Sempre per amor di verità, non ci fu l’unanimità su questa scelta in consiglio comunale. Rimango quindi dell’opinione che si poteva operare con più zelo”.
L’ultimo intervento prima della chiusura della seduta è dell’amministratrice unica di Lucca Holding, dottoressa Virginia Lucchesi: “Io sono presente in considerazione del fatto che la Holding si farà carico di gestire l’approfondimento a tutela dell’amministrazione comunale. Nel momento in cui si fa una valutazione sugli atti, questi aspetti possono proseguire in modo che tutti abbiano gli elementi per poi arrivare a delle scelte ben ponderate, che andrà a fare la nuova giunta”.