Elezioni amministrative, Lucca2032 per il ‘campo largo’ di centrodestra: “Superare gli steccati lavorando per le priorità condivise”
Si allarga la platea di possibili alleati per l’esperimento sul modello di Genova. La lista civica di Mario Pardini: “Basta al voto rassegnato per il meno peggio”
Modello Genova, dopo Lega e Azione anche Lucca2032 ‘sposa’ l’idea del campo largo di centro-destra.
Dopo l’apertura del commissario provinciale Cavirani a movimenti centristi nella coalizione che si appresta a correre per Palazzo Orsetti e la disponibilità a parlarne del partito lucchese che fa riferimento al leader nazionale Carlo Calenda anche la lista civica di Mario Pardini va oltre gli steccati e si dice pronta all’esperimento. L’idea, insomma, è quella di individuare un candidato moderato appoggiato da più parti.
“I tempi stanno cambiando e anche la politica deve cambiare – si legge in una nota di Lucca2032 – Perché, in un momento di grande crisi, per affrontare le sfide del futuro c’è bisogno prima di tutto di unità. C’è bisogno di superare gli steccati ideologici nell’economia del fare e del costruire, lavorando sulle priorità condivise. C’è bisogno di un nuovo alfabeto politico per riscrivere il vivere civile, mettendo come primo punto nell’agenda il benessere dei cittadini, l’attenzione alla loro qualità della vita. Segnare una croce su un nome oppure su un altro in una cabina elettorale deve tornare ad essere una scelta, non una mancanza di alternative dettata da una logica di parte o dall’appartenenza a un determinato schieramento. Andare a votare deve tornare a essere la più alta espressione dell’esercizio democratico, non un rassegnato “voto il meno peggio””.
“Il mondo cambia – prosegue Lucca2032 – le ideologie diventano più fluide perché si confrontano con scenari diversi e quindi con priorità diverse, sensibilità diverse, problemi diversi. Dare vita a uno schieramento allargato significa fare fronte comune sui bisogni reali dei cittadini. Bisogni che sono veri proprio perché riguardano tutti, oltre il concetto di destra, di centro o di sinistra. Unirsi in un momento di grande divisione, dove i giochi sembrano già fatti, significa avere il potere reale di cambiare il corso degli eventi. Significa ottenere la libertà di agire, la libertà di inseguire la vittoria e quindi il cambiamento. Significa essere più forti. In poche parole, la libertà di ricominciare a credere che quell’azione fatta nella cabina elettorale – quella croce, su quel nome prima che su qualsiasi simbolo – possa davvero servire a cambiare le cose. Pensateci”.