Azione under 30: “Ci voleva la campagna elettorale per far riscoprire i giovani al Comune”

25 marzo 2022 | 13:14
Share0
Azione under 30: “Ci voleva la campagna elettorale per far riscoprire i giovani al Comune”

Paradossi: “Un’ammissione di responsabilità e di immobilismo da parte della giunta comunale”

C’era proprio bisogno di una bella campagna elettorale affinché il Comune di Lucca e l’attuale maggioranza levasse dalla naftalina il tema dei giovani“. A parlare è Pietro Paradossi, responsabile under 30 di Azione, critico verso la campagna elettorale del centrosinistra.

Educ/Azioni, un’iniziativa promossa dal comune di Lucca si basa sull’ascolto dei giovani, per cercare di aumentare la partecipazione degli stessi alla vita pubblica cittadina – dice Paradossi – Ora mi chiedo se dopo dieci anni di amministrazione siamo ancora alle campagne d’ascolto, per capire le esigenze siamo a cavallo. L’iniziativa, che dopo anni di immobilismo sul tema curiosamente approda all’onore delle cronache in periodo elettorale, dovrebbe far riflettere sulla serietà dell’approccio ad un tema importantissimo. Condurre oggi un censimento della popolazione giovanile lucchese nei suoi vari luoghi d’incontro (non specificati) da parte di una cooperativa e, dopo una fantomatica serie di confronti, provvedere al loro inserimento in progetti civici – che al momento non esistono – è un’ammissione di responsabilità e di immobilismo da parte della giunta comunale“.

“L’idea di “cercare i ragazzi sul territorio” poi, come se fossero una specie rara di animali da salvaguardare e osservare – continua Pietro Paradossi – mostra una concezione mistificata e distorta del tema. Le problematiche, le esigenze e i sogni che interessano i giovani lucchesi sono intersecabili con quelli della cittadinanza in generale, pur nelle loro particolari declinazioni. Pensare che le aspettative delle giovani generazioni siano così diverse da quelle degli altri cittadini da doverli addirittura intervistare “cercandoli dove si nascondono” alla stregua di un antropologo che va ad osservare l’ultima tribù del Borneo, dimostra oggi un mancato impegno, un’assenza di progettualità negli ultimi anni e un superficiale approccio al tema”.