Elezioni 2022, Mario Pardini sarà candidato sindaco: il centrodestra lo appoggia, ma il campo è destinato a non essere così largo

29 marzo 2022 | 23:27
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Elezioni 2022, Mario Pardini sarà candidato sindaco: il centrodestra lo appoggia, ma il campo è destinato a non essere così largo

Da una parte c’è il no di Difendere Lucca e SiAmo Lucca, dall’altra i dubbi del terzo polo che continua ad attendere Del Ghingaro. Uno storico militante della Lega lascia: “Sarà una brutta musata”

Elezioni 2022, Mario Pardini è ufficialmente in pista. Sarà lui uno dei candidati sindaci in corsa per le prossime elezioni amministrative. Con la sua lista Lucca2032 e con un campo più o meno largo, destinato a definirsi nelle prossime settimane.
Il candidato civico, infatti, ha praticamente ricevuto il sostegno dei partiti del centrodestra, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, con un importante intervento da parte dei partiti regionale e nazionale. L’operazione, dunque, grazie all’apporto importante dei simboli dei tre partiti, può andare in porto.

Con quale coalizione? Qui i dubbi. Non mancano, infatti, i distinguo dei centristi che non vorrebbero appoggiare un candidato sindaco sostenuto dai simboli dei partiti tradizionali di centrodestra. Non è un mistero, peraltro, che il costituendo terzo polo preferisca attendere fino all’ultimo secondo utile una possibile discesa in campo del sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro. Da lui qualcuno dei componenti di questo tavolo attendono una risposta entro giovedì, altri entro lunedì della prossima settimana.

Ovviamente la discesa di Del Ghingaro scompaginerebbe quella ricerca del ‘campo largo’ cui brama il centrodestra per conquistare Palazzo Orsetti. In quel caso quello intorno a Pardini sarebbe un campo decisamente più ristretto. Considerando che, di partenza, la coalizione perderebbe Difendere Lucca e il suo candidato Fabio Barsanti e, con tutta probabilità, anche Remo Santini e la sua SiAmo Lucca.

Un Remo Santini che, comunque, sarà della partita. Lo ha spiegato sui social postando una foto con la fascia tricolore, indossata per celebrare un matrimonio: “Mi avrebbe donato? – scrice – Un pensiero che rischia di essere esclusivamente vanità. Ma di certo questa fascia l’avrei onorata con impegno e dedizione, credo anche che l’avrei meritata per come andarono le cose cinque anni fa. L’ho cercata a tutti i costi, però mi è sfuggita. Quel pugno di voti che non mi consentì di diventare sindaco li ricordo ancora come se fosse adesso. Macigni. Ma ho saputo trasformare amarezza e delusione in opportunità: buttarmi a capofitto per un intero mandato a servizio della città. E così, dal 2017 fino ad oggi, ci ho messo anima e cuore: a volte sicuramente avrò sbagliato, altre fatto bene. Come ogni essere umano. Però non rinnego nulla. Non è stato facile, spesso la montagna è sembrata troppo alta da scalare, altre volte una piacevole fatica. E in questi giorni di fine mandato mi volto indietro per fare un bilancio e sono comunque felice e orgoglioso e di ciò che ho fatto e delle scommesse che ho vissuto, così come sono pronto a guardare avanti più forte di prima. Nella convinzione che, per Lucca, la mia porta sarà sempre aperta. Altrimenti rinnegherei imperdonabilmente la mia storia. Anche quando non voglio ammetterlo a me stesso, la verità incontrovertibile è che Remo c’è. E ci sarà”.

Sul fronte centrista, invece, qualora la coalizione dovessere rimanere orfana del candidato preferito, Giorgio Del Ghingaro, si pensa comunque ad una ipotesi diversa, con un candidato di bandiera i cui voti potrebbero poi pesare e non poco in vista del ballottaggio. Pare difficile che questo nome possa essere quello di Francesco Paolo Tronca, ex prefetto di Lucca, ex commissario straordinario di Roma Capitale e già capo nazionale del vigili del fuoco.

Inutile, però, a questo punto dare delle scadenze certe, visto che annunci ed ultimatum nelle ultime settimane, anzi negli ultimi mesi, sono stati puntualmente disattesi.

Non manca anche qualche mal di pancia, soprattutto nel centrodestra, anche nei militanti storici locali, che si sentono in qualche modo bypassati e traditi. È il caso di Enrico Cesari, storico iscritto della Lega di Lucca, che ha rassegnato le dimissioni dal movimento: “In un momento storico come questo – dice – dopo il covid pure la guerra, i cittadini hanno bisogno di risposte veloci, programmi innovativi ed invece ci troviamo a due mesi dalle elezioni comunali senza che ci sia uno straccio di programma. Naturalmente nessuna consultazione con la base su chi proporre (cosa che andava fatta mesi fa oramai). Onestamente il problema è tutto il centrodestra sempre più una nuova Democrazia Cristiana dove prima di parlare e proporre bisogna sempre più accontentare troppa gente. Adesso il sistema si è incancrenito e non riesce più nemmeno l’Abc della politica. Cinque anni che propongo idee e di radicarsi sul territorio, parole al vento. Due mesi passano veloci, Lucca meritava di meglio. Sarà una brutta ‘musata’. E non sarà certo fatta col mio nome”.