Tambellini: “Bindocci non è una vittima, ha offeso me come persona prima che nella veste di sindaco”

1 aprile 2022 | 17:28
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Tambellini: “Bindocci non è una vittima, ha offeso me come persona prima che nella veste di sindaco”

Il primo cittadino spiega i motivi che lo hanno spinto a rivolgersi a un legale: “Se voleva fare satira doveva cambiare mestiere”

“In democrazia la critica politica non solo è ammessa: è necessaria, è doverosa come forma di controllo e di indirizzo alternativo. Mi pare, in questi dieci anni, di aver ampiamente dimostrato di saper accogliere non solo la critica, ma anche qualcosa di più. Non è ammessa invece l’offesa alla persona”. Sono queste le parole che il sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini, usa per entrare nel merito della lettera recapitata attraverso il suo legale al consigliere M5S Massimiliano Bindocci, che in un post su Facebook aveva paragonato il primo cittadino a Putin e a Bolosonaro.

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“L’equipararmi a Putin – commenta il sindaco prendendo la parola dopo giorni di polemiche – è avvenuto dopo che il presidente degli Stati Uniti ha definito il presidente della Russia ‘un criminale di guerra’. E i fatti della guerra mossa dalla Russia all’Ucraina sono, ogni giorno, tragicamente sotto gli occhi di tutti”.

Prima di essere il sindaco, ovvero colui che riveste una carica politica – spiega Tambellini -, sono una persona, che si chiede se è giusto essere paragonati a Bolsonaro e soprattutto a Putin, in quest’ultimo caso, tra l’altro, nella tremenda contingenza di una guerra orribile. Bindocci è molto bravo a trasformarsi in vittima: parla di limitazione della democrazia, di soffocamento del dibattito politico, e di qualsiasi altro attentato alla pluralità della partecipazione, temi raccolti tra l’altro dai suoi sostenitori sui social, che ho avuto modo di leggere. Se Bindocci voleva far satira politica, cambi mestiere: può darsi che Crozza abbia bisogno di allargare il giro. Non mi risulta che a Lucca, durante la mia amministrazione si siano previsti 15 anni di galera per i giornalisti scomodi, non allineati, oppure che si sia sentito dire di avvelenamenti degli oppositori politici”.

“I social – osserva Tambellini nell’entrare nel vivo della questione – sono il luogo dove l’unica forma di controllo è affidata a quel minimo di educazione e di buon senso che ognuno dovrebbe avere. Cartesio diceva che il buon senso è la cosa più diffusa tra gli individui. Lo pensavo anch’io; ma ora, leggendo quel che si pubblica sui social, dappertutto, comincio seriamente a dubitarne. Per entrare nello specifico, mi riferisco alla questione tra me, Alessandro Tambellini, sindaco pro tempore del Comune di Lucca, e Massimiliano Bindocci, consigliere comunale dei 5 Stelle, al quale la lectio magistralis condotta per anni da Beppe Grillo deve aver fatto credere che si può dire qualsiasi cosa a chiunque. Nell’ultimo Consiglio Comunale, quello del 29 marzo – ricostruisce Tambellini -, Bindocci ha dichiarato di astenersi, da quel momento in poi, da qualsiasi attività a causa di non meglio precisate minacce o intimidazioni che interessavano anche la sua stessa famiglia. Pare che a fronte della parola minacce si sia mossa anche la digos per chiedere informazioni al riguardo. Tutto il can can è evidentemente nato da una lettera pervenuta a Bindocci da uno studio legale, in seguito alla dichiarazione del seguente tenore, comparsa sul suo profilo FaceBook: ‘Taglia gli alberi come Bolsonaro. Rispetta il dissenso come Putin. Chi è? Il professore Putin Bolsonaro Tambellini’. Evidentemente il riferimento era alla richiesta di risarcimento danni avanzata dal Comune nei confronti del Comitato che opera a San Concordio. Ma dei fatti di San Concordio dirò in un’altra occasione”.

“Un’ultima notazione – conclude il primo cittadino -. Bindocci mi paragona a Bolsonaro, forse paragonando le alberature tolte a San Concordio, che peraltro sono state o saranno abbondantemente reintegrate, con la riduzione della foresta amazonica. Faccio notare, a lui e ad altri, che in 67 anni di vita ho piantato qualche migliaio di alberi di molte varietà. Tra l’altro provengo da una famiglia che in oltre due secoli ha avuto platani e pioppi dappertutto, lungo il Serchio. Anche ora di pioppi (della varietà populus nigra) ne ho circa 420, tra Sant’Alessio e Cerasomma, piantati e custoditi da me, con ottimi risultati, come potrà constatare chi vorrà vederli. Nella vita mi sono divertito a piantare alberi. Noto che molti si divertono invece a piantare grane”.