Causa civile al comitato di San Concordio, per l’opposizione manca il parere dell’avvocatura comunale
Dubbi sull’iter dell’azione legale, sarà ascoltato il segretario generale. Chiamati a rispondere i soli firmatari dell’esposto in procura
Non esisterebbe un parere scritto o formale da parte dell’avvocatura del comune in cui si valuti la proposta del sindaco Alessandro Tambellini di richiedere il risarcimento danni al comitato di San Concordio.
Sarebbe questa la principale novità emersa nella seduta della Commissione controllo e garanzia di oggi (5 aprile) in cui si è affrontata a porte chiuse e in forma riservata la questione delle azioni legali intentate dall’amministrazione comunale per danno d’immagine all’associazione di residenti del popoloso quartiere a sud di Lucca. Presenti, oltre al presidente Remo Santini, i consiglieri di opposizione Massimiliano Bindocci e Fabio Barsante e il vicesindaco Giovanni Lemucchi.
La questione è stata affrontata sosda un punto di vista tecnico, come spiega il consigliere comunale Massimiliano Bindocci, anche lui denunciato dal sindaco Alessandro Tambellini, a seguito di un post su Facebook. “Tecnicamente si tratta di una azione civile – dichiara Bindocci – Ma a scegliere di citare in giudizio il comitato è stato il sindaco senza formalmente avere un parere dell’avvocatura del Comune, con la motivazione che sarebbe stata violata la dignità dell’amministrazione. Secondo me, invece, un atto del genere doveva essere coadiuvato dal un parere dell’avvocatura del Comune: prima spendere 30mila euro di soldi pubblici sarebbe opportuno sentire un parere legale. Senza contare che l’avvocato scelto è del solito studio con cui il sindaco ha citato per danno privatamente anche me per 50mila euro per una critica politica con forma satirica”.
Per il consigliere comunale Bindocci le modalità seguite per presentare l’azione sarebbe una curiosa combinazione di pubblico e privato e rappresenterebbe un caso strano che, nonostante il sindaco ne avesse la possibilità, abbia preferito rivolgersi ad un legale diverso da quelli del Comune.
Dalla commissione, presieduta dal consigliere di SiAmo Lucca, Remo Santini è emersa poi la richiesta di convocare il segretario generale per capire come mai non esista questo parere dell’avvocatura.
“Non c’è stato un dovuto approfondimento legale a mio avviso – aggiunge Bindocci – Io, dal mio punto di vista, continuo a pensare che il Comune dovrebbe parlare con i comitati di cittadini e non denunciarli. Le azioni legali hanno il risultato di diventare atti intimidatori, tant’è che anch’io, per averli difesi, sono stato denunciato”.
Ma da un punto di vista giuridico, come proseguirà l’azione legale intentata? “Ci sarà la causa e saremo costretti ad andare in tribunale – spiega Bindocci – C saranno delle fasi di conciliazione, ma per noi 50 e 30mila euro sono cifre ingenti. Sparare cifre così alte, significa mettere paura alle persone e per me è una scelta non condivisibile. Voglio far presente che a seguito delle azioni legali da parte dell’amministrazione alcune persone si sono tirate indietro e non sono più disponibili a fare politica. Indirettamente le scelte del Comune stanno ledendo le libertà dei cittadini”.
Come presidente della commissione Santini, secondo quanto emerso in commissione, dovrebbe chiedere un incontro al segretario generale per formalizzare una richiesta che rimanga agli atti, per capire per quali motivi, in una decisione così importante si sia proceduto con una determina dirigenziale e non ci sia un parere, scritto e formale, dell’avvocatura.
In commissione è stato anche chiesto perché siano stati colpiti solo alcuni dei componenti del comitato e non tutti. La richiesta di risarcimento sarebbe stata diretta a chi ha presentato l’esposto alla procura, con la moticazione che questo comitato non è registrato e non se ne conosce la composizione precisa.
La foto è d’archivio e non riguarda la seduta di commissione di oggi