Verso il voto, Lucca 2032: “Basta con la politica degli annunci”

La lista a sostegno di Mario Pardini sindaco: “Ogni nuovo cantiere aperto oggi è un cantiere che avrebbe dovuto essere aperto ieri”
Asfaltature di strade, aperture di sportelli pubblici, nuovi sottopassi e parcheggi, lavori di restauro, piste ciclabili, potature d’aiuole, tagli di nastri e inaugurazioni. A criticare il proliferare di eventi con l’avvicinarsi delle elezioni è Lucca 2032, che chiama questa tendenza “politica degli annunci“. Tendenza che, secondo la civica per Mario Pardini sindaco, starebbe prendendo il sopravvento a proposito del governo uscente.
“Sotto elezioni i cittadini vengono inondati di annunci di lavori e le città si riempiono di micro-cantieri spalmati fra il centro e le periferie, andando a toccare anche anche remote frazioni del territorio rimaste del tutto ignorate per anni – si legge nel post della civica -. Perché nella semantica della vecchia politica – quella delle solite foto con il candidato in bicicletta a significare che ‘si pedala’ sorridenti sotto il sole verso un futuro migliore – parole come ‘asfalto’, ‘cantiere’, ‘inaugurazione’ sono le colonne portanti del lessico dei candidati appartenenti al governo uscente, che avendo in mano i bilanci di spesa possono usare i lavori pubblici come testa di ponte nella ricerca del consenso degli elettori, sostituendoli nel dibattito alle idee e ai progetti a lungo termine per creare una reale prospettiva di futuro”.
“Le asfaltature in campagna elettorale diventano dunque il simbolo di una politica furba che naviga a vista, giocando sulle apparenze – prosegue -. L’apparenza di una vigile attenzione al benessere dei cittadini. L’apparenza di un piano razionale di interventi volti a tutelare il bene comune. L’apparenza di quel manto levigato nero levigato che si posa sulle buche delle strade, rimaste lì per anni ad attendere pazienti e silenziose di colpire le sospensioni delle auto, quindi il tempo e le tasche dei cittadini. Perché l’asfalto in campagna elettorale è la sintesi dell’utilità, muove l’economia – soprattutto nel caso dei lavori fatti in somma urgenza – con le ditte del territorio impegnate a rinnovare il volto delle strade, mettendo al sicuro automobilisti pedoni e ciclisti mentre i cittadini applaudono felici e grati alla politica del fare”.
“Già, ma poi? Poi – dopo le elezioni – il tempo riprenderà il suo corso, l’asfalto si scioglierà sotto il sole o sarà spazzato via dalle intemperie per rivelare quello che ci sta sotto, ossia le solite buche, simbolo della solita politica che alla fine non cambia mai niente, a partire da se stessa. E il rituale si ripeterà fino alla prossima campagna elettorale. Quasi banale da capire – va avanti la lista -. Ricorda un po’ quel vecchio film con Bill Murray, che si ritrovava a rivivere le solite ventiquattr’ore all’infinito, con la differenza che lui poteva cambiare il suo destino, mentre gli elettori sono solo osservatori in un Giorno della marmotta che dura ogni volta il tempo di un mandato elettorale, ossia cinque anni. È giunto il tempo di cambiare, per consentire ai cittadini di avere tutti gli strumenti per comprendere il grande bluff di amministrazioni che campano alla giornata, svegliandosi solo quando è il momento di passare all’incasso nelle urne”.
“Perché la politica degli annunci è l’immagine stessa di un’apparenza che inganna: ogni nuovo cantiere aperto oggi è un cantiere che avrebbe dovuto essere aperto ieri, fuori dalla logica dei (legittimi) bilanci patinati di fine mandato consegnati nelle cassette delle lettere delle famiglie da chi torna a chiedere di governare dopo averlo fatto per dieci anni senza alcuno slancio di qualità – conclude Lucca 2032 -. Ma all’estremo limite del vero c’è che il reale bilancio lo faranno il 12 giugno i cittadini alle urne e molti elettori stavolta sceglieranno di asfaltare gli asfaltatori, nell’economia della sana alternanza su cui si fonda da sempre il concetto stesso di democrazia”.