San Concordio, bocciata la mozione per ritirare l’azione legale contro il comitato

Si riaccende la polemica in consiglio comunale
Si riaccende il dibattito in consiglio comunale sull’azione legale del Comune contro il comitato di San Concordio. Si torna a discutere del caso con la mozione presentata dal consigliere M5s Massimiliano Bindocci, con la richiesta del ritiro delle azioni civili.
“Con stasera si chiudono 5 anni all’opposizione in consiglio comunale e tralasciando un’azione civile mi è andata bene – dice Bindocci scherzando -. Con questa mozione si chiede di ritirare le azioni civili nei confronti di quattro cittadini, che avevano solo manifestato delle riserve per la vicenda San Concordio. Questo giochino costa 30mila euro alle casse comunali, si potevano spendere per aiutare le famiglie con le bollette. La partecipazione deve essere stimolata non censurata con azioni in tribunale che possono mettere a repentaglio la vita di famiglie che non possono certo permettersi azioni da oltre centomila euro. Si arriva a chiedere, infatti, 250mila euro ad una persona. La scelta di gestire in questo modo il confronto politico è gravissimo, non si vuole mettere in discussione il diritto individuale a fare azioni civili, ma la scelta politica ed amministrativa che è semplicemente l’antitesi del confronto. Inoltre ci sono degli enormi problemi di procedura. Non si comporta così un’amministrazione comunale, c’è anche un problema di democrazia. Vi esorto a fare una riflessione”.
La replica del sindaco Alessandro Tambellini: “Molte delle affermazioni, caro consigliere Bindocci, non corrispondono alla verità. Nessuno ha mai rifiutato la contestazione, in 10 anni ho incontrato più della metà dei lucchesi. Sono sempre rintracciabile da tutti, non ho mai rifiutato il colloquio. A San Concordio abbiamo cercato delle soluzione per il famoso buco cercando di dargli una dignità. Abbiamo fatto cose per niente orrende ma sono partiti tre esposti con accuse pesanti, parlo di truffa e falso in atto pubblico. Le pene previste possono arrivare fino a 12 di reclusione. Siccome lei pensa alle famiglie, chiedo: le nostre famiglie che sono? I figli dei dirigenti comunali sono carne da macello? Di fronte a due archiviazioni si è poi successivamente ancora insistito a febbraio di quest’anno e questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Si è andati oltre il limite. E non abbiamo speso 30mila euro consigliere Bindocci, ma 8mila. Fallimento del dialogo? Ah perché impostato in questa maniera si può chiamare dialogo? Chi sta qui su questi banchi e lavora in Comune onestamente non è carne da macello. Si parla del comitato per San Concordio, ma abbiamo scoperto che di fatto non esiste. Le persone a cui ci siamo rivolte ci hanno ribadito ‘noi non c’entriamo nulla e siamo estranei’. Il termine comitato non va usato in modo improprio. Non ci siamo mossi con il cannone, ma chiedendo la conciliazione. Non abbiamo bisogno di guadagnare soldi, ho anche restituito delle somme ricevute per visite istituzionali. A me di truffa e di falso non me ne dovete parlare. Adesso qualcuno deve chiedere scusa e dire ‘ci siamo sbagliati’. Le opere possono anche non piacere e noi siamo sempre aperti al dialogo. Ripeto, nessun cannone o mitragliatore, semplicemente un procedimento di conciliazione e che può portare di nuovo a forme di coabitazione pacifica”.
Il consigliere Fabio Barsanti (Difendere Lucca) presenta un odg: “Capisco il passionale intervento del sindaco, ma si è arrivati a questo punto perché in questi anni si è incrinato il rapporto e il dialogo con i comitati. L’esposto era l’unico modo per farsi sentire. Ho paura di questo precedente, pensiamoci un attimo prima di andare avanti in questa vicenda. Oltre a condividere la richiesta della mozione, chiedo di ritirare anche l’azione legale nei confronti del consigliere Bindocci. È esagerata, è un post palesemente ironico”.
Sul tema interviene anche il consigliere Claudio Cantini (Lucca Civica): “Il dibattito non è la bellezza dei lavori a san Concordio. L’oggetto qui è la lesione della dignità delle persone. È stata lesa la dignità del sindaco e dei dirigenti comunali. Deve essere posto un limite alla decenza e questo limite è stato superato. Alle volte basterebbero delle semplici scuse, un semplice atto di umiltà”.
Così Enrico Torrini (Lucca 2032): “Chi fa il politico deve anche accettare determinate situazioni. I comitati vanno ascoltati. Bisogna rispettare chi si lamenta. Invito questo Consiglio a decidere per il quieto vivere, chiudere il mandato Tambellini in quiete. Invito tutti a riflettere”. Per il capogruppo di SìAmo Lucca Remo Santini: “La consiliatura rischia di chiudersi in maniera peggiore di come si è aperta. Non c’è una Lucca buona e una Lucca cattiva. A San Concordio c’è una storia, c’è stato un percorso di mesi con raccolte firme e tentativi di dialogo. Tentativi che sono stati negati. Questa vostra azione ha contribuito a creare un clima di intimidazione. È una brutta pagina. Va ritirata la denuncia e noi voteremo a favore di mozione e odg”. Bocciata sia la mozione che l’odg.
Questa è solo la prima delle tre mozioni presentate questa sera (26 aprile) in consiglio comunale dal consigliere Massimiliano Bindocci.
Approvata all’unanimità l’odg congiunto sulle comunità energetiche con il consigliere Bindocci che ritira la propria mozione: “Con questo atto si chiede di rafforzare e la possibilità prevista dalle norme di favorire la creazione di piccole comunità energetiche – le parole del consigliere Bindocci -. Ad oggi a Lucca non si è fatto molto, invece può essere un utile modo per avere realtà organizzate anche vicinali con risparmi economici per i cittadini e senso di responsabilità nei consumi. La richiesta si faccia promotore in modo attivo”.
Bocciata, infine, la mozione sul Ddl concorrenza. “Una mozione – spiega Bindocci – proposta da Attac per fermare l’articolo 6 del Ddl concorrenza che se venisse approvato dal parlamento significherebbe creare una autostrada per la privatizzazione di tutti i servizi gestiti dagli enti locali, svuotando anche i Comuni di ogni prerogativa e regalando alla logica del profitto una parte importante della nostra realtà”. Così il sindaco Tambellini: “Non vedo la dissoluzione del servizio pubblico. La necessità di riordinare i servizi pubblici a livello nazionale è legittima”.