Istituti tecnici, Pasquinelli (Lega): “Lucca ha bisogno di un polo formativo qualificante”

Il candidato consigliere: “Necessario colmare il gap tra le competenze che il sistema scolastico secondario fornisce e i bisogni dei settori presenti in provincia”
Un polo formativo per i giovani e per la riqualificazione delle competenze nel centro città. A chiederlo è il candidato consigliere della Lega Armando Pasquinelli nella coalizione a sostegno di Mario Pardini sindaco.
“Tra le necessità che ho riscontrato riguardo alla formazione successiva alla maturità dei nostri studenti ciò che complessivamente funziona, qui sul nostro territorio, c’è il sistema delle scuole superiori, particolarmente degli istituti tecnici. E, naturalmente, c’è anche un vivace tessuto di attività produttive ad alta specializzazione. Attività che hanno bisogno di addetti specializzati. Citiamo tra le specializzazioni più richieste la meccanica, l’elettronica, l’informatica, l’elettrotecnica. Settori che sono molto sviluppati nella nostra provincia grazie a molte realtà del cartari e informatica in senso ampio – spiega Pasquinelli -. Esiste però un gap. Uno ‘scalino’ tra le competenze che il sistema scolastico secondario fornisce e i bisogni di buona parte di questi settori. E non tutti i ragazzi (e quasi nessun adulto) si sentono in condizioni di affrontare un percorso universitario”.
“Questo scalino in parte è dovuto al livello alto delle produzioni locali (e questa è una buona notizia per la salute del tessuto produttivo). In parte è dovuto al sistema scolastico: al termine delle superiori (19 anni), un ragazzo difficilmente ha un bagaglio di competenze adeguato a lavori specializzati, né questo è poi davvero previsto dal sistema scolastico – prosegue -. Questo problema è noto e, di fatto già affrontato. Infatti, con la riforma del 2013, è stato previsto un ulteriore passo, poco o nulla realizzato sul nostro territorio: un anello di congiunzione tra scuole superiori e imprese. Più ‘abbordabile’ delle università, e anche più flessibile nei programmi, e, soprattutto, più collegato con le attività produttive del territorio: gli Its. C’è però una mancanza di Its della filiera Nuove tecnologie per il Made in Italy e Area Tecnologie della informazione e della comunicazioneche sono quelli più interessanti per il nostro territorio. Allo stato attuale, esiste un Its in provincia di Lucca (a Viareggio) ma si occupa esclusivamente del settore degli Yacht. Nei settori indicati, le uniche offerte in Toscana sono a Rosignano”.
“Secondo il monitoraggio nazionale 2020, realizzato su incarico del ministero dell’istruzione dall’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa, l’83% dei diplomati Its trova lavoro a un anno dal diploma e il 92,4% di questi riesce a impiegarsi in un’area coerente con il proprio percorso di studi. Il 79,3% si ritiene soddisfatto della propria scelta e il 93,5% ha apprezzato i propri docenti – va avanti ancora -. Gli Its sono quindi una soluzione particolarmente valida. Per il loro funzionamento è prevista (dalla legge) la stretta integrazione con le realtà produttive e della formazione sia tecnica che ‘alta’: il ‘50% dei formatori deve provenire dal mondo del lavoro’, il’“30% delle ore – da 1800 a 3000 – devono essere svolte in aziende0′. Nel nostro territorio avremmo a disposizione le esperienze dell’Itis Fermi, che è molto apprezzato anche dalle aziende, e potremmo cercare il coinvolgimento anche di Imt (che comunque è un serbatoio importante di competenze)”.
“Sarebbe quindi possibile pensare a una pluralità di istituzioni che collaborano per il progetto (almeno quelle che lo vogliono): Comune (che dispone di molti immobili da riqualificare, tra cui la manifattura, la cavallerizza) e il provveditorato agli studi, da cui dipendono gli istituti superiori. Oltre a tutti gli altri soggetti che vorranno partecipare, in particolare la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Associazioni di categoria come Associazione industriali e le associazioni del commercio e artigianato e alcune delle imprese del territorio. Il partenariato è quindi facilmente creabile e le risorse facilmente reperibili – va avanti ancora Pasquinelli -. Guardiamo quindi ai fondi necessari. Questi sono facilmente reperibili e sono sotto gli occhi di tutti. Quelli del Pnrr per partire; quelli destinati agli Its (nazionali) e dei progetti europei per la formazione permanete per continuare a camminare. Il Pnrr prevede un investimento nei prossimi anni di ben 30 miliardi nella formazione e ricerca. È una cifra enorme che non sarà facile spendere. E varie stime dicono che (sul complessivo del piano) almeno il 60% verrà speso su bandi territoriali (regioni, province e comuni). Quindi trovare soldi per interventi di riqualificazione e per l’avvio del progetto, con l’obbiettivo del sistema formativo, sarà persino facile”.
“Per il funzionamento, la legge prevede che ci sia un cofinanziamento tra la regione, sul cui territorio è presente l’Its, e il ministero. Ma, come detto, si può accedere anche ai fondi europei per la linea Life Long Learningche possono contribuire al sostentamento del progetto – conclude Pasquinelli -. Proponiamo quindi di attivare un Its a Lucca, possibilmente nel cuore della città. Un polo formativo per giovani e per riqualificazione delle competenze. Un ambiente polifunzionale di grandi dimensioni per formare e sostenere permanentemente una popolazione lavorativa di grandi dimensioni (come quella del territorio della provincia di Lucca) che, con la sua presenza, rivitalizzi anche una porzione della città”.