Antifascismo e memoria storica, anche Raspini risponde alle domande Anpi

10 giugno 2022 | 13:39
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Antifascismo e memoria storica, anche Raspini risponde alle domande Anpi

È il secondo candidato sindaco a chiarire la propria posizione all’associazione partigiana

Dopo Aldo Gottardo anche il candidato della coalizione di centrosinistra Francesco Raspini ha risposto alle dieci domande poste dall’Anpi agli aspiranti alla carica di primo cittadino su antifascismo, memoria storica e servizi pubblici.

Cultura civica e antifascista, dieci domande dall’Anpi ai candidati sindaco

Quali interventi intende promuovere per consolidare la Memoria e rendere onore ai lucchesi che hanno lottato contro il nazifascismo? 

“Vorrei che il ‘muscolo della Memoria’ fosse perennemente allenato. È indispensabile ‘fare memoria’: con ogni mezzo, in ogni occasione. Credo che sia fondamentale promuovere a tutti i livelli la memoria: attraverso la testimonianza di chi c’è ancora, attraverso il ricordo di chi non c’è più, attraverso l’attività instancabile e preziosa dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea e dell’Anpi nel portare avanti progetti sulla storia e sulla memoria tra i bambini, tra i ragazzi, nelle scuole, sul territorio, ovunque ci sia una storia, una lapide, una testimonianza da riportare alla luce, da far tornare a vivere. In questo percorso credo che la Casa della Memoria e della Pace di Lucca, luogo creato da questa amministrazione grazie al lavoro dell’assessorato alla continuità della memoria storica, possa e debba giocare un ruolo di primo piano nel raccordare, nel mettere in rete, nel dare spazi, nel proporre iniziative. È la cura della memoria, è la diffusione della storia: da
praticare a tutti i livelli, da promuovere sempre”.

Intende continuare a operare per la manutenzione e valorizzazione culturale di tutte le lapidi e cippi sparsi sul nostro territorio, a ricordo dei martiri e dei patrioti della Resistenza e dell’Antifascismo e i tantissimi cittadini che parteciparono alla lotta di Liberazione?

“Sì, con forza e convinzione. I valori della Resistenza e dell’Antifascismo devono restare sempre vivi e vitali e ogni strumento è lo strumento giusto. La valorizzazione delle lapidi e dei cippi non rappresenta solo un’operazione di manutenzione del territorio, necessaria e indispensabile sempre, ma diventa un’occasione per rispettare e rendere omaggio a chi ha perso la vita per la nostra Liberazione”.

Intende promuovere iniziative culturali, in collaborazione con le scuole cittadine, sulla storia del Novecento, anche al fine di portare all’attenzione, in modo particolare delle giovani generazioni, il problema dei nuovi fascismi e nuovi razzismi?

“Ancora una volta, con forza sì. Parlare alle giovani generazioni è la strada da seguire per piantare i semi della memoria e dell’antifascismo. Troppo spesso, infatti, vediamo giovani ragazzi e ragazze vittime di violenze che dovrebbero essere ormai dimenticate. Razzismo, bullismo, antisemitismo: sono tutti fenomeni che possiamo contrastare solo ed esclusivamente lavorando con attenzione e puntualità a livello scolastico, invitando i genitori a fare altrettanto tra le mura domestiche. Mi preme ricordare: il percorso che abbiamo fatto con l’attore Marco Brinzi sul contrasto al razzismo nei confronti dei migranti; i lavori delle scuole sulla memoria della strage della Certosa; il progetto delle pietre d’inciampo e la creazione del Giardino diffuso dei giusti come strumenti di memoria”.

Condivide e vigilerà sulla attuazione del Regolamento comunale per l’attribuzione degli spazi pubblici che, dal 2018, prevede di concedere gli spazi pubblici e il patrocinio del Comune solamente ad organizzazioni, movimenti e associazioni, che sottoscrivono il protocollo in cui è esplicitamente dichiarata l’adesione alla Carta Costituzionale e ai principi antifascisti e antidiscriminatori in essa contenuti?

“Certamente sì. Concedere uno spazio pubblico a chi, dichiaratamente, non rispetta i principi costituzionali, antifascisti e antidiscriminatori, significa implicitamente avallare certi comportamenti. Questa è l’amministrazione che ha voluto e ha introdotto questo Regolamento: continueremo a schierarci a sostegno della sua attuazione”.

Intende promuovere la realizzazione e la concessione di uno o più spazi pubblici gratuiti destinati alla democrazia partecipativa?

“La partecipazione, che passa attraverso l’aggregazione, la socialità, la creazione di spazi opportuni per i cittadini e le cittadine, è uno dei nostri punti programmatici. Abbiamo intenzione di istituire lo strumenti dei consigli dei quartieri, sulla scorta dell’esperienza delle
ex circoscrizioni. Solo in questo modo, con un presidio costante del territorio, saremo in grado di intercettare i bisogni dei cittadini prima che diventino necessità e risolvere i problemi prima che si trasformino in criticità. Allo stesso tempo, vogliamo realizzare una ‘piazza’ in ogni frazione: piazza intesa come luogo fisico, dove ritrovarsi e favorire la partecipazione dei cittadini alla vita del territorio. E ancora, per rivitalizzare i paesi, le frazioni e i quartieri, abbiamo intenzione di favorire l’apertura di nuovi centri aggregativi, biblioteche, ludoteche da affidare ai cittadini attraverso i patti di cittadinanza o tramite le associazioni. E infine: vogliamo istituire i laboratori di comunità per informare, ascoltare e favorire la socialità e il confronto tra generazioni”.

Come intende favorire la diffusione della cultura della legalità, della pace e della non violenza?

“Parlandone, sempre, in occasione e con ogni mezzo, partendo anche dal gran lavoro svolto dalle associazioni attive sul nostro territorio. Ancora una volta, sarà indispensabile l’aiuto e la collaborazione delle scuole e degli istituti comprensivi, che si dovrebbero fare promotori di messaggi globali, di pace, non violenza e legalità. Promuovendo l’organizzazione di eventi aperti ai più giovani, a tutta la cittadinanza”.

Quali sono le sue intenzioni a proposito della privatizzazione dei servizi pubblici locali, come previsto dal Ddl sulla concorrenza e il mercato, che prevede limitazioni alla libera scelta dei Comuni di autoprodurre i servizi pubblici per la propria comunità di riferimento?

“Sono contrario. Ritengo che la gestione dei servizi pubblici in house sia, in genere, da preferire come dimostrano i vari servizi che l’amministrazione comunale già gestisce direttamente”.

E’ favorevole a concedere il voto amministrativo a stranieri maggiorenni non pro- venienti da paesi dell’Ue, se residenti nel Comune da almeno 5 anni, come avviene in altri Paesi europei?

“Credo che questo tema, essendo di competenza del parlamento, vada inserito all’interno di un ragionamento più ampio, non limitandosi alle elezioni locali, ma riformando le leggi sulla cittadinanza consentendo di votare ai moltissimi residenti che solo nominalmente sono ‘stranieri’, mentre sono culturalmente italiani perché da anni hanno scelto di vivere e integrarsi nel nostro Paese, oppure sono cresciuti qui.
L’allargamento della cittadinanza crea sicurezza, perché dà ai nuovi italiani diritti e doveri, creando una comunità più salda e coesa. Sono quindi d’accordo con il principio di rendere partecipi dell’elettorato attivo anche gli stranieri residenti da un certo periodo di tempo e con un significativo legame con il nostro territorio risultante da un certo numero di anni di residenza, dalla partecipazione alla vita della comunità in modo stabile”.

Quali politiche intende intraprendere, in collaborazione con la prefettura, la Regione e il terzo settore per affrontare il tema dei migranti e dei rifugiati nel nostro Comune?

“Sul nostro territorio sono presenti sia i Cas gestiti da prefettura. Il Comune di Lucca è già titolare di un Sai (ex Sprar) minori e ha presentato domanda per Sai Famiglie, a seguito dell’emergenza Ucraina. Lo strumento del Sai garantisce non solo accoglienza ma anche inclusione e avvio al lavoro. Lo strumento per gestire sia i Cas che i Sai è condiviso con il terzo settore che in questi anni ha maturato professionalità ed efficienza, in un rapporto virtuoso di coprogettazione con l’amministrazione, misurata anche nella gestione del progetto Legami Sociali attivato da alcuni anni a favore di richiedenti asilo vulnerabili. Questa strada ha dato frutti straordinari e che abbiamo intenzione di continuare”.

Intende rispettare il dettato costituzionale riguardante la messa fuorilegge dei movimenti che esplicitamente si rifanno al fascismo?

“Assolutamente sì”.