Elezioni a Lucca, sorprese dai voti di lista: le civiche cannibalizzano i dem e il Pd perde (almeno) 4 consiglieri

Exploit di Fratelli d’Italia, cresce anche la Lega che elegge come minimo un consigliere in più. Difendere Lucca prende meno voti di Casapound, ma se vince Raspini con Barsanti ci sarà in assise Mia Pisano
Elezioni comunali, non è tutto oro quello che luccica.
Già, perché se si analizzano i dati delle liste emergono degli aspetti che sono in controtendenza rispetto ad alcuno commenti espressi nell’immediatezza del voto.
Innanzitutto il Partito Democratico: eroso dalle liste civiche di varia natura i dem raccolgono 5444 voti, pari al 17,17 per cento. Cinque anni fa i voti erano stati 7318, quasi 2mila in più. Questo si tramuta anche in un diverso peso in Consiglio (e di conseguenza, probabilmente, in giunta, nonostante Raspini sia da considerare in quota Pd, o forse proprio per questo). Nella migliore delle ipotesi, infatti, i democratici eleggono 8 consiglieri: erano 12 cinque anni fa.
Se nel 2017, poi, al secondo posto in coalizione c’era Lucca Civica con 3014 voti, 8,70 per cento di preferenze e cinque consiglieri, adesso la ‘civica di Tambellini’ si vede ridimensionata nonostante la partnership con Volt e Lucca è Popolare: 2 consiglieri, di cui uno di espressione ‘popolare’ come Marco Barsella, all’opposizione alla scorsa consiliatura, circa 1600 voti in meno e il quinto posto come peso nella coalizione che sostiene Raspini. Perde voti in termini assoluti anche Sinistra Con, che pure resta il terzo partito della coalizione: passa infatti da 2014 a 1863 voti anche se aumenta la percentuale al 5,87. Nonostante questo il gruppo di sinistra della coalizione perde un consigliere e ne elegge, nella migliore delle ipotesi, due.
A ‘cannibalizzare’ Pd e altre civiche sono Lucca Futura, che in caso di vittoria di Raspini colleziona cinque consiglieri, la civica della Vietina Lucca è un grande noi, che prenderebbe tanti consiglieri quanto Sinistra Con e Lucca Civica – Volt – Lucca e Popolare e la sorpresa Europa Verde, che con oltre il 2 per cento entrerebbe in Consiglio con Gabriele Casella, rappresentando però su alcuni temi una spina nel fianco per la maggioranza che supporta Raspini, vedasi i primi distinguo già in campagna elettorale sul tema dei Quartieri Social a San Concordio.
E nel centrodestra, invece? Con un solo passaggio elettorale scompare di botto il potenziale che SiAmo Lucca e Forza Italia avevano espresso cinque anni fa: insieme, infatti, sfioravano il 20 per cento dei voti, ora la lista di Forza Italia – Udc prende 1161 voti (3,66 per cento) contro i 6847 voti delle due liste nel 2017 ed elegge al massimo, in caso di vittoria di Pardini, due consiglieri.
L’exploit è di Fratelli d’Italia che nel frattempo aveva imbarcato due esponenti eletti proprio con Forza Italia, Marco Martinelli e Simona Testaferrata: dai 1669 voti e il 4,82 per cento il partito della Meloni diventa leader e dominus della coalizione con 4028 voti e il 12,70 che ne fanno il secondo partito di Lucca. Tre i consiglieri sicuri (era uno, poi erano diventati 3 nel corso della consiliatura) che in caso di vittoria di Pardini potrebbero diventare 8. In crescita rispetto a cinque anni fa anche la Lega. Dai 2000 voti del 2017 (5,78 per cento) passa ai 2095 di ieri con il 6,61 per cento. Scatta, come minimo, un secondo consigliere, potrebbero essere 4 in caso di vittoria. Il civismo, nel centrodestra, è rappresentato da Lucca2032, che elegge come minimo tre consiglieri (due uscenti più l’immobiliarista Paola Granucci) e fa meglio, in termini assoluti, di SiAmo Lucca anche se non come presenza in Consiglio in caso di sconfitta elettorale.
A destra il successo è quasi tutto personale di Fabio Barsanti che prende molti più voti delle liste a lui collegate. Difendere Lucca con 1533 voti e il 4,83 per cento fa peggio di Casapound (1707 voti e 4,93 per cento di preferenze) mentre il Centrodestra per Lucca di Cesari e Lucatelli fa leggermente meglio di Alleanza per Lucca di cinque anni fa, 1 per cento per Italexit. Comunque per Difendere Lucca scatta un secondo consigliere, nella figura dell’ex garante dei detenuti Mia Pisano.
Fanno peggio di cinque anni fa le altre liste: il Movimento Cinque Stelle non partecipa con una sua lista e scompare (da 2 consiglieri nel 2012, a 1 nel 2017 a nessuno nel 2022), i centristi indipendenti, che avevano eletto cinque anni fa Donatella Buonriposi in Consiglio, scompaiono, che si chiamino terzo polo, Lista Civile o Progetto Civico. Irrilevante anche la proposta della Sinistra, anche se unita sotto le bandiere di Ambiente e Giustizia Sociale.