Veronesi: “Niente apparentamenti ma sostengo Pardini”

Il candidato: “È lui l’uomo giusto per portare Lucca al cambiamento”. Ma le forze del terzo polo si schierano con Raspini
Nessun apparentamento, ma il sostegno di Alberto Veronesi al ballottaggio delle amministrative di Lucca va al candidato sindaco del centrodestra Mario Pardini.
Il candidato sindaco del terzo polo, dopo una giornata di confronti, oggi (18 giugno) ha ufficialmente sciolto i nodi. Una decisione che farà sicuramente discutere e che ha già spaccato la coalizione: Veronesi, sostenuto da Azione, Italia Viva e +Europa e che si era presentato al primo turno con il sostegno di due liste civile, ha annunciato a livello del tutto personale il suo appoggio esterno alla coalizione allarga del centrodestra. Contro Francesco Raspini, sostenuto invece dal centrosinistra.
Una scelta che non è stata condivisa dai partiti: proprio oggi, infatti, Carlo Calenda, il leader di Azione, ha affermato di sostenere al ballottaggio Francesco Raspini, soprattutto dopo l’apparentamento nel centrodestra di Fabio Barsanti. In linea con Azione anche +Europa e Italia Viva, che hanno annunciato il proprio sostegno al candidato del centrosinistra.
Alberto Veronesi però tira dritto per la sua strada: dopo gli apparentamenti di Barsanti e Cecchini, si allarga, almeno sulla carta, il fronte del centrodestra.
Veronesi ha annunciato la sua decisione leggendo un lungo comunicato: “Questa campagna elettorale è stata una bellissima avventura. L’ho condotta con passione, con divertimento e nel segno della discontinuità. Ho ribadito più volte che Lucca è una città ingessata, che, nonostante la sua bellezza, ha bisogno di essere valorizzata culturalmente tutto l’anno, senza contare il nodo del traffico, dei lavori pubblici fermi e dei parcheggi, che vanno risolti per favorire la rinascita del commercio, del turismo, della sanità, dello sport, del welfare, dei paesi e dei quartieri: in una parola la rinascita di un’altra Lucca”.

“I 1.305 voti che ho preso insieme alle due liste civiche erano quelli di persone che credevano in un’idea di cambiamento – afferma Veronesi -. Un cambiamento pragmatico, serio, decidente, vicino al cittadino, lontano da estremismi e ideologismi. L’ho fatto con due liste civiche, senza simboli di partito, a parte Partite Iva e Sgarbi. In un solo mese di campagna elettorale abbiamo totalizzato 1.305 voti, pari al 3,65% dei voti validi, con 618 preferenze di candidati espresse e 687 voti posti sui simboli o sul mio nome senza espressione di preferenze. A votarci non sono stati solo amici e parenti, ma che abbiamo portato a votare soprattutto persone che credevano in una idea di cambiamento”.
Un messaggio chiaro ai propri elettori: “Questa è la regione per cui scelgo di non fare apparentamenti, che pure sono stati proposti, né con lo schieramento di destra né con quello di sinistra. Per rimanere vicino a quella idea di centro moderato, al riparo da ideologismi dell’una o dell’altra parte. Ma questa è anche la ragione per cui, dopo vari incontri, scelgo di indicare nel voto l’unico candidato che mi sembra garantire il cambiamento: Mario Pardini. Mario Pardini è una persona moderata, posata, civica. Una persona tranquilla e sicura di sé, che ha chiesto per Lucca una cosa semplice: cambiare“.
“Il cambiamento non deve fare paura, il cambiamento è necessario alla democrazia e alla libertà per rinascere nell’alternanza dei gruppi dirigenti, onde evitare che si sedimenti la troppa affezione al potere e al governo – commenta Veronesi -. Karl Popper, grande studioso delle democrazie occidentali, dimostrò che quando il potere si cristallizza per troppo tempo con la medesima classe dirigente, esso può diventare inefficiente e inconcludente. È questo il pericolo che si apre su Lucca, città splendida, ma dove ci sono ancora ampie zone senza rete fognaria, senza parcheggi, senza manutenzione dei canali, delle strade, della illuminazione pubblica, dove è carente l’edilizia scolastica, il recupero di aree abbandonate, la bonifica di aree inquinate”.
“Ma soprattutto – prosegue Veronesi – l’idea che l’amministrazione pubblica ha dato di sé in questi ultimi anni non è stata all’altezza delle sfide richieste: dalla Manifattura, a Campo di Marte, alla Lorenzini, i pochi fondi ottenuti dal Pnrr, dai problemi di sicurezza, la microcriminalità che non si riesce a contenere e Puccini che non riesce a decollare. Il mio invito all’elettorato è quindi uno solo, come ha detto l’amico Carlo Calenda nel video che carinamente mi ha dedicato: effettuare una scelta tra continuità e cambiamento. Se l’elettore sceglie la continuità sa già chi votare, ma se chiede il cambiamento deve seguire il mio consiglio, votare Mario Pardini”.
Proprio quel Carlo Calenda che, nel frattempo, ha affermato di sostenere Francesco Raspini al ballottaggio. Alberto Veronesi, però, non ha dubbi e lancia alcune “frecciatine” ai partiti che lo hanno sostenuto: “Ho ricevuto 687 voti personali, sono sotto i 400 quelli ascrivibili ai candidai legati ai partiti. Non so cosa decideranno di fare, ma io come candidato sindaco del terzo polo – al quale spetta gran parte del merito elettorale – voto per il cambiamento. Anche a Lucca è troppo grande il pericolo illiberale. Con un’eventuale vittoria di Pardini niente posto in consiglio comunale? È un discorso che non mi tocca, io voto il fondamentale cambiamento al di là del mio futuro. Sarò comunque presente a Lucca per continuare le mie battaglie”.

Un chiaro appello a votare il candidato del centrodestra Mario Pardini al ballottaggio, ma Alberto Veronesi non vuol sentire parlare di estrema destra e fascismo: “Non vedo estremismi – dichiara Veronesi -. Dobbiamo uscire dalla retorica di chi utilizza grimaldelli fuori dalla storia per cercare di spaventare l’elettorato. La disinformazione è un metodo che utilizzavano altre classi dirigenti, illiberali e non democratiche. Nessuno può venire a fare la morale ad Alberto Veronesi, figlio di una vittima della Shoah che è stata internata nei campi di concentramento nazisti, il cui passato è stato ed è tutt’ora fortemente antifascista. È necessario, proprio in funzione dei valori democratici e liberali, l’alternanza della classe dirigente. Nell’elettorato, se no, può nascere l’idea che il cambiamento possa arrivare con metodi autoritari e violenti, non democratici. Noi dobbiamo far uscire l’elettorato da questa idea e dobbiamo permettere l’alternanza dei gruppi dirigenti”.
Nel pomeriggio Carlo Calenda, leader di Azione, ha attaccato Alberto Veronesi su Twitter, che ha subito ribattuto: “Carlo ti trovo particolarmente nervoso. Ho fatto una dichiarazione per il candidato che fino a tre mesi fa era il candidato di Azione a Lucca. La mia forza è la coerenza, io non parlo contro i 5S e poi do i miei voti alla Raggi alla Commissione Expo. Buona fortuna”.