Fantozzi e Martinelli (Fdi): “No alla svendita di Gesam Reti al socio privato”

Il consigliere regionale e il responsabile comunale del partito: “La maggioranza deve rimanere in mano a Lucca Holding”
“Faremo di tutto per salvaguardare Gesam dal tentativo di svendita da parte dell’attuale presidente della società in linea con l’amministrazione Tambellini”. Lo dichiarano il Ccnsigliere regionale di Fratelli d’Italia Vittorio Fantozzi ed il coordinatore comunale Marco Martinelli, che tornano sull’argomento partecipate da sempre cavallo di battaglia del partito di Giorgia Meloni.
“Come Fratelli d’Italia – dicono i due esponenti del partito – non abbiamo mai condiviso la politica di gestione delle società partecipate adottata da Tambellini e dai suoi presidenti. Per anni ci siamo scontrati in consiglio comunale per difendere questo grande patrimonio che appartiene a Lucca e dalle intenzioni di svendita della precedente amministrazione comunale. Siamo riusciti a scongiurare l’ipotesi di scissione asimmetrica di Gesam Spa, ideata nel lontano 2015 dalla giunta Tambellini facendo sì che questa operazione fosse radicalmente rivista, mantenendo, contrariamente all’ipotesi originaria, la maggioranza di Gesam in mano a Lucca Holding senza cederla al socio privato Toscana Energia. Tuttavia, sino a dicembre scorso, Tambellini e gli attuali amministratori della società, hanno promosso un ulteriore percorso da far intraprendere alla nostra società, finalizzato alla cessione della maggioranza delle azioni a Toscana Energia. Ancora una volta, questa operazione ci è stata descritta, in commissione partecipate, come “l’unica soluzione possibile”. Film già visto. Un’operazione che determinerebbe l’ennesimo depauperamento del nostro Comune, in quanto verrebbe ceduto il controllo della società in mano al socio privato di Toscana Energia (Italgas). Non siamo riusciti, ad impedire la vendita di Gesam gas & luce, che ad oggi è di proprietà di un privato, con enorme impoverimento del tessuto economico del territorio lucchese”.
“Su questa partecipata – concludono Fantozzi e Martinelli – ci siamo sentiti dire da questi amministratori che “altre soluzioni non ci sono”, “ce lo impone il decreto Madia”. Mentre noi, studiando e leggendo bene le carte, abbiamo scoperto che il parere legale posto a suffragio dell’operazione si riferiva alla dismissione di quote di un centro termale. Situazioni simili, non devono più accadere, dobbiamo voltare pagina. La sfida cui siamo chiamati, insieme al sindaco Pardini, impone di rivedere in maniera radicale l’organizzazione e le politiche di sviluppo delle società partecipate”.