Nomine delle partecipate, Bianucci: “Si torna indietro sulla trasparenza”

Il consigliere: “L’amministrazione Pardini tradisce un bel pezzo della società civile lucchese”
“Dispiace che sulle nomine nelle partecipate la nuova amministrazione torni al passato. Il sindaco Pardini e la destra hanno vinto le elezioni promettendo partecipazione e trasparenza: ed invece, come primo atto cancellano le audizioni pubbliche per la selezione dei fiduciari del primo cittadino nelle aziende controllate del Comune, nonché l’evidenza pubblica del processo di scelta”.
Sono le parole del consigliere comunale Daniele Bianucci, che esprime forte perplessità sugli indirizzi per la nomina e la designazione dei rappresentanti del Comune in enti, aziende ed istituzioni, approvati su proposta del sindaco durante l’ultimo consiglio comunale.
“Si tratta, è bene evidenziarlo, di un passo indietro – sottolinea Bianucci – Prima delle elezioni del 2017, il gruppo nazionale Riparte il futuro, che fa riferimento all’associazione Libera di don Luigi Ciotti, aveva promosso la campagna Sai chi voti: domandando ai candidati sindaci una serie di scelte coraggiose in termini di trasparenza, partecipazione, legalità e lotta alla corruzione, tra cui appunto le audizioni pubbliche per la designazione dei rappresentanti nelle partecipate”.
“Tale richiesta era stata sostenuta, a Lucca, da molti esponenti della società civile cittadina e tutti i candidati sindaci (anche quel Fabio Barsanti di Casapound, che oggi in merito alla questione parla di ipocrisia, e che a quanto ci risulta non pubblicò però mai l’attestazione di provenienza dei fondi raccolti per la campagna elettorale, altra richiesta posta dal gruppo di Libera) si erano assunti l’impegno, se eletti, ad adempiere a questa raccomandazione”.
“Come è noto, le elezioni comunali furono poi vinte da Alessandro Tambellini, che in effetti per cinque anni ha tenuto fede alla parola data: optando per processi pubblici di selezione, con le manifestazioni di interesse per ogni carica che giungeva a scadenza, la raccolta delle disponibilità e, appunto, le audizioni pubbliche”.
“Probabilmente il nuovo iter di designazione non è stato la panacea di tutti i mali – continua il consigliere – Ma è innegabile che, per cinque anni, c’è stata evidenza pubblica delle cariche scadute e c’è stata la possibilità per tutti i cittadini di avanzare la propria disponibilità ed inviare il proprio curriculum. Se si ripercorre poi la storia dell’ultimo lustro, c’è pure da ricordare che le audizioni, almeno in alcuni casi, hanno dato anche esiti clamorosi e non certo scontati. Oggi, invece di provare a migliorare un processo che comunque ha rappresentato un passo in avanti, Pardini e la sua amministrazione decidono di tornare indietro: tradendo lo spirito della richiesta del gruppo che fa riferimento a Libera e a Don Ciotti e di un bel pezzo della società civile lucchese”.
“D’ora in avanti, sarà il primo cittadino a scegliere in segreto, con l’unico criterio del suo raziocinio o, molto più verosimilmente, degli equilibri politici della sua eterogenea coalizione: e sapremo le decisioni solo dopo che saranno assunte. La motivazione addotta dal sindaco, inoltre, è del tutto non convincente. Non è e non è mai stato in ballo, infatti, il rapporto fiduciario tra il primo cittadino e nominati: rapporto che è la legge ad assicurare, e che pure il sindaco Tambellini ha sempre mantenuto, scegliendo naturalmente e direttamente in prima persona dopo le audizioni”.
“Quello che cambia adesso – conclude il consigliere – è invece l’evidenza e la pubblicità dell’iter: garanzia, appunto, di trasparenza e partecipazione. E dispiace che Pardini non capisca, o faccia finta di non capire, la differenza”.