Elezioni, ci sarà anche Unione Popolare: raggiunte le 60mila firme

Soddisfazione tra le fila lucchesi della lista: "Una conquista di democrazia"

“Gli aderenti lucchesi possono dire: ce l’abbiamo fatta. Domenica sono state presentate le liste al tribunale di Firenze e così nei collegi di tutta Italia”. C’è soddisfazione tra le fila Unione Popolare.

“Anche in toscana, grazie all’immensa generosità di compagne e compagni che hanno rinunciato alle ferie per organizzare tanti banchetti troverete l’Unione Popolare con de Magistris – proseguono dalla lista -, il 25 settembre, sulla scheda elettorale con candidate e candidati che rappresentano la parte migliore del Paese, quella che non si è rassegnata e piegata. In pochi giorni intorno al ferragosto abbiamo praticamente doppiato il limite delle firme necessarie per poter partecipare alle elezioni. Mentre i partiti della casta governativa che si sono autoesentati dalla raccolta litigavano sulle candidature noi abbiamo dovuto compilare le liste in tempi ristrettissimi per poter raccogliere le firme”.

“Abbiamo sconfitto una grave discriminazione antidemocratica grazie a uno straordinario sforzo di militati e attiviste/i. Faremo sentire la nostra voce che è quella di chi è realmente contro la guerra, per i diritti sociali e civili, per il lavoro dignitoso, per la difesa dell’ambiente. La sola lista che può dichiararsi di sinistra, femminista, antifascista, antirazzista e internazionalista. Nel ringraziare le tante e i tanti che hanno fatto la fila per venire a firmare per noi in difesa della Costituzione nata dalla Resistenza non possiamo che denunciare l’oscuramento che ha finora subito la nostra coalizione sui media e i telegiornali – proseguono -. Il servizio pubblico e la stampa dovrebbero dedicare attenzione alle nostre proposte. L’Unione Popolare, promossa da Rifondazione Comunista, Potere al Popolo, Dema di De Magistris e dal gruppo delle parlamentari di Manifesta, rappresenta il vero polo alternativo al partito unico della guerra, delle privatizzazioni e della precarizzazione del lavoro, l’alternativa alle politiche neoliberiste e guerrafondaie”.

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