Fidia Pardini (Avs): “Ecco perché il nucleare in Toscana non è una buona idea”

Il candidato alla camera: “Scegliamo l’energia rinnovabile, e soprattutto la riduzione della produzione dei consumi”
“Ecco perché il nucleare in Toscana non è una buona idea”. A spiegarlo è il candidato alla camera dei deputati nel collegio plurinominale Toscana 01 per l’Alleanza Verdi e Sinistra Luca Fidia Pardini.
“Il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli ha illustrato ieri una mappa che mostra la possibile localizzazione delle nuove (e vecchie) centrali nucleari in Italia secondo i piani dei pro-nucleare, su tutti Salvini e Calenda. 14 impianti, di cui uno in Toscana, a Scarlino (GR) e uno molto vicino al confine, a Montalto di Castro (VT) – spiega -. Il dibattito sul nucleare è molto complesso, e si è invelenito molto negli ultimi tempi. Dal punto di vista scientifico manca una posizione ben delineata, al contrario di quanto si possa dire nel caso della crisi climatica, o meglio le posizioni variano a seconda di quale sia l’obiettivo della politica energetica in esame. Secondo il rapporto dell’Iea nuclear power and secure energy transition, l’energia nucleare può aiutare nel percorso di raggiungimento di emissioni nette di anidride carbonica zero entro il 2050, ma il rapporto si rivolge a quegli Stati che abbiano deciso di continuare a sfruttare l’energia nucleare, rispettando la legittima scelta degli Stati che invece hanno deciso di non usarla più. Come l’Italia. Con ben due referendum”.
“In Italia, la scelta di tornare al nucleare ha poco senso per molti motivi, primo su tutti quello dei tempi di costruzione delle centrali. Stiamo parlando di minimo dieci anni da ora, quando tutti i percorsi di decarbonizzazione indicano che questo decennio sarà cruciale per l’andamento della temperatura globale a venire – prosegue Fidia Pardini -. Non meno importante è l’approvvigionamento di uranio: in Italia ce n’è poco, perciò l’affermazione dei nuclearisti che sfruttare l’energia nucleare ci renderebbe indipendenti dal punto di vista energetico è molto discutibile, dato che le principali fonti di uranio si trovano non proprio ad un tiro di schioppo (Kazakistan, Canada, Australia, oppure se preferiamo Russia, Ucraina e Iran, non proprio paesi dalla situazione geopolitica facile in questo momento). Potremmo fornire molti altri motivi, dalla gestione delle scorie, al costo del progetto (stimato in 280-400 miliardi di euro: chi paga?), alla perpetrazione del business as usual con l’accentramento della produzione energetica, alla perpetrazione di un modello economico estrattivista basato su una fonte intrinsecamente non rinnovabile che in ultima analisi è inaccettabile secondo il principio ecologista, che invece punta ad un ripristino dell’equilibrio con gli ecosistemi. Tuttavia il discorso è molto complesso e le prime due motivazioni citate appaiono quelle più contingenti in questo momento”.
“Riguardo alla possibilità di centrali nucleari in Toscana, raccogliamo la preoccupazione di Sinistra Italiana Lucca, espressa dal segretario Alberto Pellicci e rilanciamo: premesso che Scarlino si trova molto vicino a Piombino, dove c’è già una grossa problematica legata al Sin esistente in zona, nel caso di ritorno al nucleare ci sarebbe l’intenzione di avviare un percorso partecipato con la popolazione? O verrebbe calato tutto dall’alto come spesso succede? Ripetiamo che la questione è estremamente complessa, non si può affrontare in modo naive, non si possono banalizzare due referendum, strumenti democratici previsti dalla Costituzione in cui la popolazione si è espressa chiaramente, non si può banalizzare la particolarissima situazione italiana, fatta di molti centri abitati diffusi e particolarmente fragile dal punto di vista idrogeologico e sismico – conclude -. Di fronte a tutte queste difficoltà noi, come Gev Toscana e Alleanza Verdi e Sinistra, scegliamo l’energia rinnovabile, e soprattutto la riduzione della produzione dei consumi, che è l’unica prospettiva che potrà consentirci di riequilibrarci con gli ecosistemi del pianeta dai quali tutte e tutti dipendiamo”.