Folla per Giuseppe Conte a Viareggio: “Qui per coltivare la memoria”






Accompagnato dall’ex ministro alla giustizia Alfonso Bonafede ha visitato i luoghi simbolo della strage ferroviaria: “Grazie a noi non andati in fumo migliaia processi penali”
Folla e applausi hanno accolto l’ex premier Giuseppe Conte a Viareggio, tappa toscana del suo tour elettorale, in vista delle prossime elezioni politiche del 25 settembre, che questa mattina lo ha visto presente a Livorno e, a fine giornata, a Firenze.
Sceso dall’auto, pantaloni grigi e polo azzurra, Conte ha prima visitato la Casina dei Ricordi,luogo simbolo della strage ferroviaria del 29 giugno 2009,accompagnato dall’ex ministro della giustizia Alfonso Bonafede, che mai ha mancato, anche quando non era al governo, di essere presente alle commemorazioni delle vittime, per poi recarsi in via Ponchielli dinanzi al murales Binario 10, dove ad attenderlo c’erano attivisti del Movimento 5 stelle e molti cittadini comuni.
“Ho voluto fare un passaggio anche qui per coltivare la memoria – le parole dell’avvocato del popolo – . Coltivare la memoria non è soltanto un esercizio statico della mente, è anche una spinta dinamica per l’azione, per non dimenticare, per evitare che tragedie del genere si ripetano”.
“Vogliamo una procura nazionale per il lavoro, per rendere più efficace la repressione e la prevenzione per quanto riguarda episodi che potrebbero compromettere la sicurezza sul lavoro – ha aggiunto -. Qui con me c’è l’ex ministro Alfonso Bonafede, che ha lavorato da subito per cercare di evitare che queste tragedie si possano ripetere, per giunta rimanendo impunite o comunque con una giustizia non completa. Perché qui lo sappiamo bene cosa è successo: alcune pene non sono arrivate per la prescrizione. L’allora ministro Bonafede ha lavorato anche indirettamente coi parenti delle vittime per trovare una soluzione che fu poi inserita nello ‘spazza-corrotti’. Lì nacque lo stop alla prescrizione, che ovviamente non poteva avere efficacia retroattiva. Però da li è nata la riflessione, concreta e che ha coinvolto tutta la comunità dei Cinque Stelle, nel dolore di una intera comunità nazionale, per cercare di offrire giustizia. Quando c’è la prescrizione offendiamo le vittime, e i loro famigliari, che non ottengono giustizia. È un dispendio di risorse per lo Stato. C’è inoltre il problema più generale di sicurezza: questa tragedia nazionale, successa qui, è una tragedia che ci ha spinto ad adottare iniziative per evitare che il trasporto si svolga in condizioni di minima sicurezza: noi dobbiamo avere massima sicurezza”.
“Fin dal primo momento abbiamo portato la voce dei cittadini di Viareggio e dei parenti delle vittime della strage all’interno delle istituzioni – ha proseguito Alfonso Bonafede – È stato un onore, per me, da ministro, lavorare su alcune norme a loro fianco. Lo abbiamo fatto sapendo che ci sono leggi che danno un segnale importante della presenza dello Stato affianco di chi subisce ingiustizie. È una presenza che si concretizza in leggi, affinché quello che hanno subìto i familiari delle vittime di Viareggio non debbano subirlo altri cittadini italiani. Lo abbiamo fatto con convinzione. E se c’era tutta quella convinzione è perché quei valori che come Movimento 5 stelle abbiamo sempre portato avanti li condividiamo con tanti cittadini: l’energia e la forza che portiamo dentro le istituzioni ci viene dall’energia dei cittadini che incontriamo dentro e fuori le istituzioni, prima e dopo il voto. Questa è la cosa più importante del fare politica”.
“Grazie a noi – ha concluso l’ex premier Giuseppe Conte – non sono andati in fumo migliaia processi penali.Ora si comprende perché ci fu un duro scontro nel Governo, quando ci hanno portato con la riforma Cartabia l’improcedibilità, che avrebbe mandato in fumo migliaia di processi penali. C’è stato un durissimo scontro nel governo, ora posso dirlo esplicitamente, abbiamo rischiato una crisi di governo.Abbiamo subìto un ricatto: le nostre controproposte, tutte di buon senso per evitare che andassero in fumo migliaia di processi, sono state considerate in quei giorni come causa di una crisi di governo. Noi abbiamo tenuto duro. Questo braccio di ferro si è concluso per lo meno con una revisione del progetto originario della Cartabia.Nella versione aggiornata abbiamo se non altro introdotto alcune previsioni che allungano i processi per i reati più gravi, per esempio quelli di mafia, o per situazioni come la strage di Viareggio del 2009. Tragedie che consentono all’autorità giudiziaria di chiedere un prolungamento. Abbiamo introdotto delle misure che in qualche modo ottemperano gli effetti negativi della riforma. Ma io l’ho detto subito: approviamo questa riforma, ma monitoreremo gli effetti e siamo già pronti ad intervenire. Noi vogliamo assicurare verità e giustizia: uno Stato che si mette nelle condizioni, dopo aver speso risorse, di non dare giustizia alle vittime dei reati, è uno Stato che rinuncia a esercitare un dovere e una prerogativa di uno Stato, quello di offrire giustizia e verità”.
Giuseppe Conte ha poi salutato la gente presente tra strette di mano, sorrisi e molti selfie, anche con un bambino di 11 anni che gli ha posto alcune domande.