Mammini (Pd): “Per Lucca priorità a infrastrutture e difesa del territorio”

23 settembre 2022 | 13:35
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Mammini (Pd): “Per Lucca priorità a infrastrutture e difesa del territorio”

La candidata del Pd alla Camera: “Per riavvicinare la città a Roma serve unità d’intenti e schiena dritta. Massimo impegno per risolvere caro energia e guidare verso scelte sostenibili”

È stata una campagna elettorale brevissima: c’è il rischio che questo possa contribuire a un aumento della percentuale dell’astensionismo? Quale l’antidoto alla disaffezione dalle urne che si sta consolidando negli ultimi anni.

“L’astensionismo, da troppi anni, è un fenomeno in crescita e non dipendente dalla data delle elezioni. Che sia primavera o autunno, quando si ha a cuore qualcosa, si fa. Poi fa anche comodo raccontarsi che le persone preferiscono il mare o la montagna all’esercizio più alto della democrazia. Ma credo che questa disaffezione abbia una storia lunga, con sedimenti di diversa origine: un accumulo di delusioni e patti traditi, di disgregazione della cultura civica nelle scuole e nella società, complice anche la chiusura delle circoscrizioni, di un ripiegamento individualista che non riconosce valore al simbolo e si interroga solo su cosa porti o meno vantaggio. Le persone chiedono: ‘a me cosa cambia se vado a votare?’, ed è tempo che la politica con umiltà impari a dare una risposta”.

Inevitabile che questa tornata elettorale sia stata condizionata dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina. Quali soluzioni proponete per proseguire la lotta alla diffusione del Covid 19 e per mitigare gli effetti del caro energia?

“La diffusione del Covid si contrasta anzitutto riconoscendo che esiste e che il 18 marzo, ormai da due anni, ricordiamo anche le vittime della prima, terribile, ondata. Continueremo con responsabilità a fidarci della scienza e dei vaccini, consapevoli che la scienza non è esattezza immediata ma ricerca, costante, di verità e soluzioni. Al contempo sarà necessario rafforzare la sanità territoriale, estendere il meglio del modello toscano in tutto il Paese, puntando sui medici e i pediatri di famiglia. Il caro energia è determinato dal prezzo del gas russo e questo deve ricordare a tutti, ogni ora, che abbiamo una guerra in Europa e che i presupposti del nostro vivere insieme si fondano, invece, sulla costruzione della pace. Detto questo, è urgente differenziare il costo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili (acqua, sole, vento…) da quella prodotta dalle centrali a gas e incidere sulle famiglie con redditi bassi e medi, così come sulle microimprese, con forniture gratuite fino a 1350 chilowattora l’anno, pari al 50 per cento del consumo. Serve un tetto europeo al prezzo del gas e una misura nazionale per bloccare le bollette; raddoppio del credito di imposta per le imprese che consumano più energia e più gas, a compensazione dei costi sostenuti per le bollette, retroattivo da giugno 2022. Sul lungo periodo, inoltre, gli incentivi per investire in efficienza energetica devono andare di pari passo con la semplificazione degli iter, affinché siano reali incentivi alla portata di imprese e famiglie”.

Occupazione: meglio un investimento sulle politiche attive del lavoro o il rafforzamento di strumenti per garantire il reddito minimo?

“Il lavoro è dignità e affermazione di sé. Sostenerlo con misure di assistenzialismo significa, di fatto, non sostenerlo. Occorrono politiche attive che permettano alle persone più giovani di rendersi indipendenti e di esprimere il proprio potenziale, in linea peraltro con il Pnrr che, sia chiaro, non può essere ridiscusso. Prendere le distanze dal piano Next generation Eu significa condannare una generazione a rimanere indietro, a cercare altrove il proprio spazio. Nel programma di Italia democratica e progressista, oltre all’abolizione degli stage gratuiti, c’è l’introduzione di una dotazione di 10mila euro erogata al compimento dei 18 anni sulla base dell’Isee familiare per coprire le spese per la casa, per l’istruzione o per l’avvio di un’attività. Il reddito di cittadinanza è una misura che ci avvicina all’Europa e una garanzia di sostegno che tuttavia deve essere rivista nelle sue modalità applicative”.

Agenda Draghi o radicale cambiamento di rotta rispetto alle politiche dell’ultimo governo?

L’ultimo governo non sarebbe dovuto cadere. Ma a qualcuno ha fatto comodo così, forte di un vento in poppa che forse, tra qualche mese, avrebbe smesso di soffiare. L’opportunismo elettorale ha vinto sulla responsabilità verso il Paese e ne prendiamo atto. Il piano nazionale di ripresa e resilienza è un punto dell’agenda Draghi sul quale non è pensabile arretrare. Non si tratta di una misura astratta ma di finanziamenti considerevoli che interessano i nostri Comuni, di progetti sul territorio pensati dai Comuni, cioè dall’ente più vicino ai cittadini e alle cittadine, che ne conosce peculiarità e bisogni”.

È necessario, una volta insediato il nuovo parlamento pensare a una riforma elettorale? In quale direzione?

“La legge elettorale attuale, il cosiddetto Rosatellum, limita anziché espandere la rappresentanza, già provata dal taglio dei parlamentari che, di fatto, allontana gli eletti dai territori e dagli elettori. Ma non dobbiamo essere ipocriti e dire, semmai, le cose come stanno fino in fondo: Ettore Rosato, deputato dal quale la legge prende il nome, al tempo era capogruppo del Pd alla Camera. E senz’altro sarà stato animato dalle migliori intenzioni nello scrivere la legge. Oggi è altrove, d’accordo, ma onestà intellettuale vuole che si riconoscano anche gli errori commessi. Altrimenti ci condanniamo da soli alla non credibilità. Dobbiamo ripartire da lì e andare verso una legge elettorale in grado di garantire governabilità e la migliore espressione democratica possibile. Una sorta di adeguamento della legge Mattarella (Mattarellum) alla nuova configurazione dei collegi e al nuovo numero dei parlamentari: quindi un sistema maggioritario corretto da una sensibile quota proporzionale, pari a un quarto dei seggi di Camera e Senato”.

Può essere la prossima legislatura quella delle riforme istituzionali: cosa è più urgente modificare e con quale obiettivo?

“Le riforme istituzionali si rendono necessarie quando il funzionamento della democrazia va in crisi e l’Italia sta pienamente vivendo questa fase. Ci sono parole che suonano come patologie: penso a populismo o sovranismo. Ecco, è tempo di tornare invece al popolo e alla sovranità che gli appartiene, come indicato dall’articolo 1 della nostra Costituzione. Di guardare a istituzioni più efficienti e inclusive, nell’attuazione dell’articolo 49 (Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale). Anche per questo sarà importante ridisegnare la legge elettorale. Tra le priorità c’è l’approvazione della Carta delle autonomie locali e la riforma del Testo unico per gli enti locali, per valorizzare pienamente i Comuni. Dopo un’esperienza amministrativa di 9 anni come assessora del Comune di Lucca posso dire che è in quella dimensione che si giocheranno le partite globali per l’ambiente, la cura del suolo, la sostenibilità sociale ed economica delle comunità: per questo serviranno nuove assunzioni, persone sempre più qualificate a servizio dell’ente pubblico e delle opportunità europee. Dovranno essere inoltre definiti i livelli essenziali di prestazioni per i diritti civili e sociali, uniformi su tutto il territorio nazionale, a partire dall’istruzione e delle politiche di welfare”.

Uno sguardo a Lucca: quali istanze più urgenti e rilevanti dal territorio portereste a Roma?

“Sono una cittadina di Lucca che vive il territorio ogni giorno e che per 9 anni ha avuto l’opportunità di amministrarlo, che ne conosce bellezze e criticità anche da molto vicino. A questa domanda si rischia di offrire una risposta troppo parziale, e mi dispiace, anche perché le problematiche sulle quali ancora lavorare sono tante. Prima di tutto, una nota di metodo: le istanze del territorio a Roma acquisiscono maggiore forza quando a presentarle non è solo una parte politica o un solo, piccolo, Comune. Serve unità d’intenti, schiena dritta, laicità di pensiero, per guardare con la massima onestà all’interesse del territorio che si rappresenta e non alla convenienza elettorale del momento. Lucca sconta il peso di non scelte, operate nel tempo, troppo tempo, per non scontentare qualcuno. Ecco perché, per esempio, ancora oggi i tir lambiscono la circonvallazione di una delle città d’arte più suggestive del mondo. Vorrei poter continuare a lavorare sulle infrastrutture anche grazie alle relazioni che ho potuto agganciare nella precedente esperienza amministrativa e che molto possono restituire al territorio. Talvolta gli enti locali si trovano senza i giusti interlocutori per costruire processi di qualità che concretizzino i programmi. Conosco questa difficoltà e vorrei dare il mio contributo per superarla, divenendo una facilitatrice, un punto di riferimento a Roma per tutti, ma proprio tutti, gli amministratori di questo territorio. Perché chi viene eletto rappresenta un’istituzione, e il dialogo tra i diversi livelli istituzionali è condizione per centrare gli obiettivi e incidere davvero sulla qualità della vita dei territori. E forse è proprio questo l’antidoto migliore per riavvicinare le persone alla politica”.