Andreuccetti ammette la disfatta Pd: “Ora i dem facciano mea culpa”

26 settembre 2022 | 11:16
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Andreuccetti ammette la disfatta Pd: “Ora i dem facciano mea culpa”

Il segretario territoriale: “Nel locale è andata come ci aspettavamo. Zucconi? E’ stato assente dal territorio, ha vinto sulla scia di Meloni”

Il Pd deve fare autocritica e “mea culpa”. La pensa così il segretario territoriale del Partito Democratico di Lucca, Patrizio Andreuccetti, alla luce della disfatta alle legislativa sia a livello nazionale che toscano e locale. Senza risparmiare qualche stilettata al centrodestra perché dice “la maggioranza degli italiani che hanno votato non ha scelto il centrodestra, ma il centrodestra ha sicuramente raggiunto la maggioranza relativa”. Sul locale, il segretario territoriale ammette: “E’ andata come ci aspettavamo. Zucconi? E’ stato praticamente assente, ha vinto sulla scia di Meloni”.

Andreuccetti inizia la sua analisi dal dato della scarsa affluenza alle urne: “La maggioranza degli italiani che hanno votato (troppo pochi, purtroppo, con un record di astensionismo senza precedenti) non ha scelto il centrodestra, ma il centrodestra ha certamente raggiunto la maggioranza relativa e per via della conquista della stragrande maggioranza di 1/3 degli eletti nei collegi uninominali con maggioritario, ha raggiunto anche la maggioranza assoluta dei parlamentari. Ergo, in parlamento c’è una maggioranza chiara che è chiamata a governare”.

“Salvo situazioni imprevedibili (e a questo punto ingiuste) Mattarella – aggiunge – sarà chiamato a dare l’incarico esplorativo da Presidente del Consiglio a Giorgia Meloni, in quanto leader del partito che oltre ad essere il più votato tra tutti i partiti (fatto che di per sé vorrebbe dire poco) è di gran lunga il partito di maggioranza tra quelli del centrodestra. Quindi non ci sono altre strade e bisogna riconoscerlo con chiarezza cristallina: il centrodestra dovrà governare e potrà farlo con una maggioranza netta”.

Andreuccetti ammette la schiacciante sconfitta: “Per tutte le altre compagini, per il centrosinistra in primis, la sconfitta è chiara e pone le radici in più fattori – commenta -. Uno è ‘tecnico-politico’, legato alla legge elettorale e all’incapacità di fare coalizioni larghe e competitive con quella del centrodestra nei collegi uninominali (la somma di tre poli, centrosinistra-terzopolo- M5S, stando ai numeri, sarebbe stata almeno competitiva con il centrodestra). Gli altri fattori sono da ricercarsi in un mix tra partiti ritenuti dalla gente responsabili dei governi precedenti (quindi delle cose che non vanno), in programmi giudicati non all’altezza (anche se spesso non letti), in altri errori che chiaramente andranno analizzati più in profondità, e certamente nel fatto che Meloni è stata all’opposizione per cinque anni, così da farsi ritenere da una buona fetta di italiani quella che ancora ci manca da provare. Ed evidentemente ora la proveremo. Complimenti a lei per il consenso che ha saputo raccogliere ed auguri di buon lavoro.
Ad ogni modo, non credo che la sua legittima euforia durerà molto, perché al di là dei primi proclami e di qualche provvedimento spot che sicuramente verrà attuato, gli impegni del nuovo governo saranno subito gravosissimi, con un’emergenza economica e sociale da gestire con immediatezza e lungimiranza”.

Poi l’analisi si sposa ai dem: “Quanto al Pd – spiega Anfreuccetti -, credo che debba vivere una legislatura di opposizione chiara, collaborativa solo sulle questioni irrinunciabili, e che nella sua azione sia capace di elaborare proposte più nette che vadano anche ad intercettare l’ampia area dell’astensionismo, e che si prepari al prossimo voto con una coalizione più ampia e competitiva (se la legge elettorale non la cambierà nessuno, il tema degli uninominali si ripresenterà preciso). Dunque, l’autocritica dovrà essere approfondita ed i mea culpa reiterati. Auspico un congresso a breve, sulle idee ma anche sulle persone. La destra non la si sconfigge parlando di fascismo, ma di attualità e prospettive: sull’economia, sul lavoro, sulla lotta alle disuguaglianze, sui diritti, sullo stato sociale, sul ruolo in Europa. Meglio è andata al M5S, che dopo aver governato cinque anni con tutte le colazioni è riuscito a recuperare un po’ di verginità da partito antisistema, sfondando soprattutto al sud per via del reddito di cittadinanza. Nel centrodestra, certamente non gioisce la Lega, che sprofonda cedendo la gran parte dei voti a Fratelli d’Italia”.

Il risultato locale non è una sorpresa per Andreuccetti: “Anche nei collegi dei nostri territori è andata come si prevedeva: la provincia di Lucca è di solito in linea con il voto nazionale, e tale si è dimostrata anche questa volta. Dispiace tanto per Serena Mammini e Anna Graziani, due persone validissime che avrebbero meritato miglior sorte, ma sono convinto che il loro impegno di queste settimane rimarrà comunque utile al territorio e alla nostra comunità politica. Il miracolo politico non è riuscito nemmeno ad Andrea Marcucci nel collegio di Livorno, Pisa e Versilia. Andrea è un amico ed è stato un senatore davvero valido: la sua esperienza e capacità avrebbe potuto essere molto utile in questa legislatura certamente diversa dalle precedenti. Quanto al nostro comune, è accaduto più o meno quello che è accaduto nel 2018, nel 2019 e nel 2020: ha vinto il centrodestra, con voti trasposti da Salvini a Meloni (in linea con il trend nazionale, quindi provinciale). In linea generale, sui territori non hanno contato praticamente niente i candidati nei collegi e ancor meno sindaci, amministratori e esponenti locali. Zucconi, che è stato praticamente inesistente nella campagna, vince sulla scia di Meloni. Remaschi, con una campagna sontuosa, pur facendo un buon risultato in alcuni comuni non sfonda, partendo da una compagine del 7/8%. A vincere è stato ovunque il voto d’opinione. Chi compie paragoni tra queste elezioni e le comunali che saranno (parlo del nostro Comune ma posso citare tutti gli altri) è totalmente fuori strada: nel 2019 noi vincemmo con il 66% a fronte di una Lega al 44% e un Pd poco sopra il 20%. Alle comunali si votano le persone, le cose fatte, il radicamento territoriale, i progetti concreti e di prospettiva, e su questi continueremo a lavorare, mostrandoci attenti e istituzionalmente collaborativi anche con il nuovo governo che sarà, sempre nell’esclusivo interesse dei nostri cittadini”.