La nostra città ha una particolare carenza di spazi per esercitare e facilitare tutte quelle attività in acqua che sarebbero necessarie e che spesso sono ben più sviluppate anche in città più piccole. Riteniamo quindi che sia fondamentale la realizzazione a Lucca di una piscina sportiva”. Così i Comitati Sanità Lucca, inserendosi nel recente dibattito sul progetto della piscina ludico-motoria a Lucca. Un bel progetto, che ha i suoi “però”.

“La pratica degli sport in acqua – scrive il comitato – ha acquisito la valenza di elemento fondamentale nel benessere psicofisico dell’individuo e nelle tecniche riabilitative. Simili piscine dovrebbero essere all’interno di un percorso con discipline sportive diverse, per disabili e non, in modo da creare la possibilità di un percorso terapeutico multifunzionale. Da quanto si è potuto vagamente apprendere, il progetto prevede la realizzazione di una piscina ludico motoria o ricreativa con una superficie utile di meno di 80 metri quadri, inserita in un contesto che prevede anche una palestrina per il pugilato, oltre a 40 metri quadri per l’immancabile bar e quasi 50 metri quadri di giardino interno, adiacenti al bar, che daranno altro spazio allo stesso. Sembra quasi il progetto per un nuovo bar in via delle Tagliate, fatto con soldi pubblici per far guadagnare un concessionario”.

“Il tutto – prosegue il gruppo – realizzato soprattutto convertendo le tensostrutture, affidate a suo tempo alla Croce Rossa, in nuova possibilità edificatoria. Come Comitati, come cittadini e in nome della condivisione sempre auspicabile e sempre proficua, proponiamo alcune considerazioni e alcune domande. Riteniamo innanzitutto che vada fatta chiarezza sui termini: una cosa è una piscina sportiva, possibilmente olimpionica, con temperatura sopra i 24 gradi, dove nuotare. Una piscina che a Lucca manca da anni. Altra cosa è la vasca terapeutica, che chiunque abbia avuto la necessità di riabilitazione post traumatica e motoria conosce bene: vasca in genere di piccole dimensioni per pochi utenti con particolari sistemi di trattamento ed igienizzazione dell’acqua e temperatura di circa 34 gradi.  Altra ancora è una vasca ludico motoria o ricreativa, spazio acquatico con altezza che non supera il metro e 10, o meno per i bambini, che deve avere temperatura superiore a 26 gradi. Come si vede si tratta di tre tipi di vasche ben diverse e che non possono essere ‘intercambiabili'”.

“A questo punto ci chiediamo se l’investimento nel progetto di tale piscina ludico motoria sia rispondente ai criteri di ottimizzazione delle risorse, viste anche le ridotte dimensioni. Se la piscina ludico-motoria è così piccola, quante persone può accogliere contemporaneamente? Quale fonte di riscaldamento è stata programmata? (di questi tempi può diventare proibitivo il funzionamento di piscine che necessitino di elevata temperatura). Sono stati calcolati i costi gestionali? Gli accessi agli spogliatoi e ai servizi sono stati progettati avendo presenti tutte le necessità dei disabili (sedie a rotelle e altro)? A quanto è dato sapere ad oggi – prosegue il comitato – la spesa prevista sarebbe intorno ai quattro milioni di euro, provenienti solo in parte da finanziamenti Pnrr, il resto da reperire nel bilancio comunale. Ci sembra una cifra importante che servirebbe solo un limitato numero di utenti della pugilistica e delle attività ludico motorie in acqua”.

“Facciamo insieme alcune considerazioni: la famosa piscina terapeutica da inserire nel polo riabilitativo di Campo di Marte a Lucca non è alle viste. Il Campo di Marte deve essere il riferimento riabilitativo per Lucca e Piana, la piscina sportiva che va o ripristinata o ricostruita non è alle viste. Per non parlare di tutti gli altri sport. Ci sono per loro gli spazi, i finanziamenti? – chiede il Comitato – Riteniamo che sarebbe opportuno un ripensamento globale. Certo per quanto riguarda l’accesso alla attività acquatica, ma anche per tutte quelle attività sportive che necessitano spazi adeguati con una visione organica del benessere psicofisico dei cittadini lucchesi. Ancora una volta – concludono – auspichiamo di non doverci trovare di fronte a cose fatte che ci portino a spese che con un minimo di riflessione comune potevano essere fatte ancora meglio”.