Nuovo palazzetto alle Tagliate, Piantanida risponde ai dubbi dei comitati sanità: “Eccezioni assurde e superficiali”

L’architetto, vicepresidente dell’associazione Vengo anch’io: “Uno strumento utile per far fare movimento ad una grande fascia di persone”
Dubbi ed eccezioni dei comitati sanità sulla piscina per le attività motorie alle Tagliate, replica l’architetto Elena Piantanida, vicepresidente dell’associazione Vengo anch’io.
“Ho seguito con attenzione, dedizione ed entusiasmo – dice – tutto il processo evolutivo dell’iter che ha portato alla stesura del progetto per il nuovo Palazzetto per attività motorie a Lucca, peraltro anche come consulente per l’accessibilità e l’inclusione. Per questa ragione stento a credere alle osservazioni mosse dal fantomatico “comitato Sanità”. Il progetto ruota attorno all’esigenza di avere degli spazi pubblici accessibili a tutti i cittadini nei quali poter svolgere attività motoria non necessariamente finalizzata all’agonismo, indirizzata principalmente a tutti quei soggetti che ad oggi si trovano spesso esclusi dalle attività sportive. Una vasca ludica o ricreativa rappresenta uno strumento utile per fare movimento ad una grande fascia di persone che vanno dai bambini che frequentano corsi di acquaticità neonatale, mamme in gravidanza, atleti che fanno spinning o acquagym, apneisti che fanno corsi di respirazione, anziani che possono svolgere attività fisica adattata in acqua e persone con disabilità a cui piace divertirsi in acqua”.
“L’intero complesso – spiega Piantanida – ospiterebbe una palestra regolamentare per il pugilato (non una palestrina) dotata di tribune che consentirebbe alla società sportiva di entrare nel circuito internazionale di gare e tornei richiamando pubblico e indotto. Una palestra più piccola per attività minori. Un bar pensato come “accessorio utile” che consente agli utenti di non dover uscire dalla struttura per ristorarsi o rilassarsi tra una attività e l’altra, un valore aggiunto che consente di migliorare la socializzazione, altro fondamentale beneficio indotto dal praticare sport. La tecnologia utilizzata per gli impianti di questo progetto sono innovativi e all’insegna della sostenibilità e del risparmio energetico. Il progetto del giardino esterno riqualifica l’attuale condizione di degrado del luogo, piantumando nuovi alberi, arbusti e aree a prato, e installando attrezzature per le attività fisiche all’aperto (percorsi vita) con un consumo di superficie impermeabile pari alla metà dell’attuale”.
“Pensando in grande – dice ancora – in questo contesto potrebbero sorgere in futuro ulteriori spazi in cui possano concentrarsi tanti altri sport minori che sul territorio non sono valorizzati adeguatamente. I costi evidenziati dal comitato sono quelli per la realizzazione dell’intero complesso (oltre 1400 metri quadri di superficie), della sistemazione esterna di quasi 12mila metri quadri e delle tecnologie ecosostenibili necessarie. Per queste ragioni resto davvero basita dal leggere opinioni così assurde e superficiali verso un progetto che promuove il benessere psico-fisico delle persone attraverso lo sport e la socializzazione, proprio da parte di un Comitato che si autodefinisce di Sanità e che dovrebbe puntare verso il miglioramento della salute delle persone”.