Sara D’Ambrosio si riavvicina al Pd: “Il partito deve ripartire dall’ascolto dei territori”

La prima cittadina, da due anni senza tessera dem: “Sono pronta a dare il mio contributo in questa fase di ricostruzione”
“Due anni fa ho abbandonato casa mia, il Pd. Sono ferita, è vero, ma adesso sono pronta a dare il mio contributo in questa fase di ricostruzione. Prima però voglio ascoltare e dire la mia, poi vedremo”. È questa, in estrema sintesi, la posizione a livello politico del sindaco di Altopascio Sara D’Ambrosio.
Sono già passati due anni da quando il sindaco della cittadina del Tau ha deciso di non rinnovare la tessera del Partito Democratico e, dopo il commento critico post sconfitta alle elezioni del 25 settembre e l’apertura di una fase di ricostruzione all’interno dei dem, in qualche modo Sara D’Ambrosio si “riavvicina” al suo vecchio partito in cui è politicamente cresciuta.
È già passato un anno dalla vittoria al primo turno di Sara D’Ambrosio, confermata sindaco di Altopascio per il secondo mandato consecutivo. Un’occasione per tracciare un primo bilancio e fare un punto anche a livello politico.
“Torna nel Pd”, “No, è vicina al Terzo Polo”: sono tante le voci che circolano sul suo futuro politico. La domanda è semplice: dove si posiziona politicamente Sara D’Ambrosio?
“Diciamo che ho abbandonato casa mia (riferendosi al Pd, ndr), ho preso le valigie e me ne sono andata perché, a mio modo di vedere, a quel tempo c’era una tavola già apparecchiata ed era già stato scelto il menù. Te ti dovevi solamente sedere e mangiare. Questa cosa non mi appartiene, mai. Nonostante sia il sindaco preferisco sempre ascoltare, condividere e decidere insieme. Questo deve avvenire anche all’interno di un partito, a maggior ragione quando governi una gran parte dei comuni della provincia di Lucca. Devi avere la capacità di ascoltare e soprattutto di decidere: sulla partite importanti ad un certo punto bisogna scegliere, se no poi i treni passano e arriva qualcun altro che decide al posto tuo. Io sono dell’idea che, quando si parla di candidature, bisogna trovare le persone migliori nel momento migliore. Il merito deve essere la cosa che ci contraddistingue, va messo prima di tutto”.
“E al di là delle persone, c’è un’altra cosa che non mi torna: se si comincia a dire che il Pd deve guardare a Conte, il Pd deve parlare con il Terzo Polo, il Pd sbaglia un’altra volta – afferma Sara D’Ambrosio -. Il Pd deve parlare, punto. Deve dire alcune cose, ascoltare un po’ di più, fare un po’ di autocritica e poi in automatico secondo me chi ha votato M5s, per esempio, torna a parlare con te, torna ad ascoltarti, torna a prender fiducia. Conte ha occupato uno spazio che era nostro, quindi è Conte che semmai deve parlare con il Pd. Dobbiamo riprenderci quello spazio e l’iniziativa che abbiamo lanciato ad Altopascio, ovvero il tour casa per casa per incontrare i cittadini, deve essere uno spunto di riflessione per il Pd: la sinistra deve far questo, invece in questi anni si è allontanata dai cittadini. Diamo spazio alla classe dirigente formata, usciamo dalla logica delle correnti, non valorizziamo soltanto il nostro orticello e pensiamo al bene del paese, del centrosinistra e quindi anche al nostro. Però con un’ottica ribaltata, partendo proprio dal bene del paese e non al tornaconto personale. Sono ferita, però ci sono: Letta vuol dividere il congresso in quattro parti, la prima è quella dell’ascolto. Ecco, io faccio parte di quelle persone: poi vediamo. Ho bisogno di vedere, di ascoltare, di capire e dire la mia. Ognuno deve fare la sua parte”.
Vede il suo futuro all’interno della politica?
“Prima di essere sindaco, mai avrei pensato di fare la prima cittadina – commenta Sara D’Ambrosio -. Ora che sono al secondo mandato mi dico ‘io tra 4 anni finisco’ , perché se ragionassi diversamente non farei bene quello per cui sono qui, avrei la testa già proiettata per esempio alle elezioni regionali. Io ho un unico obiettivo, ovvero quello di lavorar bene per Altopascio. Voglio cercare di fare il meglio per il mio paese, poi vediamo. Io ho il mio lavoro e la politica – benché sia la mia vita, perché sono innamorata di questo mestiere – non è necessariamente la vita. Al contrario diventi schiavo, scendi a compromessi, fai dei patti e perdi di vista gli obiettivi”.