Morti bianche, Guidotti: “Sulle stragi nei luoghi di lavoro non possiamo più rimandare”

8 novembre 2022 | 16:20
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Morti bianche, Guidotti: “Sulle stragi nei luoghi di lavoro non possiamo più rimandare”

L’ex consigliere: “Occorre avviare un coordinamento tra scuola, mondo del lavoro, media e istituzioni per rendere capillare la cultura della sicurezza e automatici i comportamenti responsabili nei cantieri, nelle fabbriche e persino negli uffici”

“Un triste e assordante silenzio sulle morti bianche. Un coordinamento scuola, mondo del lavoro, politica è una necessità ormai non più rimandabile”. A dirlo, dopo gli ennesimi fatti di cronaca, è l’ex consigliere del Partito democratico con delega al lavoro Roberto Guidotti.

“Nicoletta, 50 anni, e Mostapha, 41 anni, sono gli ultimi due nomi di una scia di morte non più tollerabile. Quello delle stragi di vite umane nei luoghi di lavoro è un tema non più rimandabile. La politica, unita e senza contrapposizioni, deve farsene carico e farne una delle sue priorità – spiega Guidotti -. Occorre avviare un coordinamento tra scuola, mondo del lavoro, media e istituzioni per rendere capillare la cultura della sicurezza e automatici i comportamenti responsabili nei cantieri, nelle fabbriche e persino negli uffici”.

“Gli organi di stampa, i vari tg e i numerosi talk, ci raccontano da mesi dell’evolversi della guerra in Ucraina, delle atrocità, dei pericoli e dei possibili scenari – prosegue l’ex consigliere -. Purtroppo, però, dedicano pochissimo spazio a quella guerra che siamo costretti a subire ogni giorno, una guerra senza carri armati, fucili, bombe e missili, ma che lascia una scia continua di morti e feriti. Giovani, donne, uomini che ogni giorno subiscono infortuni gravi o che addirittura muoiono sul posto di lavoro. Una morte sul lavoro è, quasi sempre, un omicidio sul lavoro e questo aspetto non deve essere dimenticato né sottovalutato dalla politica”.

“Le istituzioni hanno il dovere e il compito costituzionale di tutelare l’integrità fisica dei cittadini, ma anche e soprattutto quello di restituire giustizia ai quei cittadini che subiscono ingiustizia. Anche quanto successo al processo Luana, chiuso con un patteggiamento, ci fa pensare che ci sia ancora molto da lavorare in sostanza, cultura e soprattutto sensibilità. Davanti a queste tragedie non possiamo rimanere anonimi, ma dobbiamo riuscire a essere costantemente presenti, essere disposti a sporcarci le mani e a metterci sempre la faccia – conclude Guidotti -. Non possiamo indignarci solo nei momenti post tragedie ma, al contrario, dobbiamo adoperarci ogni giorno con progetti, integrazione, formazione, prevenzione e interventi mirati affinché i luoghi di lavoro siano e rimangano posti di lavoro e non più di morte.