Partecipazione, Pierami: “Si sostengano le esperienze del mondo del volontariato sociale, culturale e sportivo”

L’ex vicesindaco: “Se valorizzate e organizzate insieme ai comitati paesani potrebbero costituire un momento di recupero del rapporto fra cittadini e il governo della città”
“Con la legge 42 del 26 marzo 2010 fu tolta la possibilità ai comuni con meno di 100mila abitanti, anche se capoluoghi di provincia, di costituire i consigli di circocrizione. All’epoca non fu compreso che con quella legge non solo si semplificavano gli organi della amministrazione pubblica, ma si eliminavano anche importanti momenti di partecipazione-formazione dei cittadini“. Inizia così la riflessione dell’ex vicesindaco Giovanni Pierami sul tema della partecipazione.
“Il disastro politico culturale italiano successivo, l’abnorme crescita dell’analfabetismo funzionale, la superficialità con cui vengono valutate le decisioni delle amministrazioni delle comunità ed ovviamente il diverso approccio alla vita della res publica – spiega Pierami – hanno fatto comprendere come siano importanti gli organi intermedi, le agenzie formative e l’essenzialità della partecipazione per la vita democratica. Il mondo del passato, certamente molto più statico, aveva però diversi momenti in cui si imparava ad essere cittadini e per questo non va citata solo la vita dei partiti, ma anche quella delle parrocchie e dei sindacati. All’incremento della velocità dei cambiamenti e alla moltiplicazione delle informazioni non sempre, per non dire quasi mai, si è verificata un’accresciuta capacità di analisi e una corretta interpretazione della realtà sociale; in questo la scuola può certamente fare di più, ma gli insegnamenti resteranno astratti se non vissuti nella realtà delle comunità”.
“Oggi, anche a Lucca, nei programmi dei partiti per le passate elezioni amministrative si è notato un interesse notevole da parte di tutti unito alla voglia di approfondire le tematiche inerenti il rapporto tra cittadini e il governo della città – conclude Pierami – Purtroppo però, alcuni tuttora lo interpretano solo come costituzione di uffici o nomina di persone su cui riversare lamentele e reclami, mentre altri inquadrano meglio le problematiche e pensano alla ricostituzione dei vecchi consigli di circoscrizione, magari eludendo alcune prescrizioni della stessa legge. In verità sui territori fortunatamente sono rimaste positive esperienze, soprattutto nel mondo del volontariato di vario tipo, sociale, culturale, sportivo eccetera che certamente potrebbero, se valorizzate ed organizzate insieme ai comitati paesani, costituire un momento alto di vera partecipazione e presa di coscienza della realtà e dei problemi delle comunità. Una struttura della partecipazione così organizzata (negli archivi comunali sono tutt’ora presenti documenti di riorganizzazione della partecipazione che purtroppo sono rimasti irrealizzati per dieci anni) potrebbe costituire veramente un recupero di interesse per la cosa pubblica e un inizio della costruzione di un rapporto con le istituzioni importante, senza ricadere nei vuoti scontri di fazioni politiche che in passato sono spesso stati una forma degenerativa della partecipazione nei consigli di circoscrizione”.