“Per l’assegnazione di beni e spazi pubblici unico riferimento è l’adesione ai principi della Costituzione”: passa in Consiglio la mozione della maggioranza

28 dicembre 2022 | 02:36
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Dibattito fiume e bagarre sulla cancellazione del riferimento ai valori dell’antifascismo e della Resistenza. Il sindaco Pardini: “La non approvazione dell’emendamento contro tutti i totalitarismi rese l’atto divisivo: va cambiato”

Passa con 18 voti favorevoli e 9 voti contrari la mozione ‘della discordia’ presentata da Forza Italia – Udc, dai consiglieri Alessandro Di Vito e Giovanni Ricci. sulla modifica del regolamento per l’attribuzione di beni e spazi comunali.

Si arriva al voto poco prima delle 2,30, dopo una discussione fiume conclusa dalla posizione del sindaco Mario Pardini. Compatte la maggioranza e l’opposizione nell’esprimere la propria posizione sul tema: quando verrà cambiato il regolamento (si trattava solo di una mozione) l’unico riferimento dovrebbe essere il riferimento alla Costituzione e non più ai valori della Resistenza e dell’antifascismo.

Che sarebbe stata una seduta lunga e difficile era noto ancor prima che iniziasse. Il tema all’ordine del giorno, la mozione dei consiglieri di Forza Italia – Udc, Di Vito e Ricci, per la modifica del regolamento di assegnazione di beni e spazi pubblici eliminando i riferimenti alla Resistenza, era da giorno al centro delle polemiche delle opposizioni consiliari ed extraconsiliari e delle associazioni dei partigiani.

Una rappresentanza di questi era presente fin dall’inizio del Consiglio nell’aula di Palazzo Santini, in attesa che si discutesse il punto, posto in coda all’ordine del giorno consiliare.

Ecco allora che una prima richiesta del capogruppo di Sinistra Con, Daniele Bianucci, di discutere della pratica subito dopo il tema dell’Imu (unica delibera della serata) è stata bocciata da 18 consiglieri di maggioranza dopo l’intervento del capogruppo della Lega Armando Pasquinelli: “L’ordine dei lavori è stato stabilito in conferenza dei capigruppo e sarà discusso quando è previsto, dopo che si è discusso il resto delle pratiche previste”. La presenza del pubblico per Pasquinelli non è avvertita come un buon viatico per una discussione serena e pacifica della pratica come si conviene ad una assise rappresentativamente eletta. Dopo la replica di Bianucci, che ha sottolineato i toni irritati del consigliere di maggioranza, la decisione circa l‘inversione dell’ordine del giorno è stata bocciata con 18 voti contrari e 10 favorevoli.

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Il Consiglio è così proseguito con un lungo dibattito sulla mozione, approvata all’unanimità, dei consiglieri Del Greco, Alfarano e Giannini del Pd sulla opportunità, in momenti di crisi energetica, di spegnere le luci dei monumenti e degli impianti pubblicitari illuminati nell’arco della notte. Una mozione che ha trovato tutti d’accordo, se pur con i dovuti distinguo relativi soprattutto alla necessità di mantenere la sicurezza delle strade di centro e periferia, e che ha visto intervenire, dopo l’illustrazione di Silvia Del Greco, del Pd, l’intervento di ben 11 consiglieri di maggioranza.

Una situazione che ha portato il consigliere Gianni Giannini (Pd) a ritirare la propria mozione, quella sulla sicurezza stradale, con l’accusa di ostruzionismo alla maggioranza. Per Giannini, insomma, si sarebbe trattato di un atteggiamento dilatorio per discutere in orario tardo una mozione dai forti contenuti politici ed ideologici, scatenando le ire del consigliere di Fratelli d’Italia, Luca Pierotti.

La mozione ‘della discordia’ è stata illustrata dal capogruppo di Forza Italia – Udc, Alessandro Di Vito in cui si chiede, dopo i richiami allo statuto, alla Costituzione (in particolare all’articolo 21, quello sulla libertà di manifestazione del pensiero) e alle risoluzioni del Parlamento Europeo, a sindaco e giunta di “sostituire la delibera di giunta 401 del 21 dicembre 2018 che ha come oggetto l’Accesso ai beni comuni nella disponibilità della città di Lucca indirizzati agli uffici che contempla l’obbligo di una dichiarazione” esplicita e formali da parte degli istanti riconoscimento nei valori della Costituzione e della Resistenza, di ripudio del fascismo, del nazismo, di ideologie razziste, xenofobe o antisemite, omofobe e antidemocratiche, portatrici di odio o di intolleranza religiosa“. Si invita poi sindaco e giunta “a inserire nella modulistica di richiesta di un bene comune, unicamente la dichiarazione “il sottoscritto si riconosce nei valori e nei principi della Costituzione replubblicana; a sviluppare, tramite gli assessorati competenti, concrete iniziative finalizzate ad incrementare una maggior conoscenza dalla Costituzione Italiana, implementare la cultura del rispetto della persona e delle libertà individuali tipiche di una democrazia”.

Nel dettaglio interviene l’altro consigliere di Forza Italia – Udc, Giovanni Ricci: “Il regolamento – spiega – non si conforma ai principi della giustizia amministrativa, tanto che, dopo ricorso di due cittadini, è stata annullata dalla giustizia amministrativa una delibera analoga del Comune di Trapani. La questione non tocca solo l’articolo 21 della Costituzione e la libertà di manifestazione del pensiero ma anche il problema di aggravamento del procedimento amministrativo e il principio di proporzionalità amministrativa. Quello che chiediamo con questo atto ha un triplice obiettivo: lo snellimento del procedimento amministrativo, la modifica nel senso di un chiarimento della formula necessaria per la richiesta e il riferimento alla nostra norma fondamentale, la Costituzione”.

Durissimo l’intervento in apertura del dibattito del consigliere di Sinistra Con, Daniele Bianucci: “Il regolamento che si vuole modificare – spiega il consigliere di opposizione – non ledeva alcun diritto. Perché non esiste alcun diritto di essere fascista, nazista, razzista, omofobo o antisemita. La proposta, va detto chiaramente, ha origine politica da parte della destra estrema che appoggia l’amministrazione e porta questa discussione a quattro giorni dalla chiusura della pagina nazionale di Casapound per incitamento all’odio, quando in questa maggioranza ci sono due assessori e tre consiglieri che vengono da Casapound, prima di decidere il restyling del movimento Difendere Lucca”.

Bianucci si appella direttamente al sindaco, citando una frase di un politico a cui ha dedicato la vittoria alle elezioni: Vincenzo Placido, consigliere comunale socialista “che disse in questo consesso – ricorda Bianucci – che non si doveva lasciare spazio ai fascisti”.

“Come fa sindaco – dice ancora Bianucci – a sostenere un provvedimento che strumentalizza la Costituzione e toglie dei riferimenti a dei diritti? Le discriminazioni per razzismo, omofobia e xenofobia riguardano l’attualità di tanti cittadini lucchesi. Si tratta di un provvedimento che strizza l’occhio all’estrema destra, ma che chiama in causa la maggioranza tutta. Mi appello al consigliere Cecchini, che nella sua lista aveva molti riferimenti espliciti all’antifascismo. Lo chiedo alla storia personale del sindaco, agli esponenti del cattolicesimo democratico e del civismo. A loro mi appello perché non votino questo provvedimento che riguarda la nostra storia, i nostri valori condivisi e l’attualità. Ci sono delle scelte che questa amministrazione deve fare. Deve dire parole di chiarezza: abbiamo visto già che la casa della memoria è stata di fatto chiusa, abbiamo sentito il consigliere Pasquinelli che ha chiesto che si accorpino i consigli sulla giornata della Memoria e del Ricordo. Cosa intende fare l’amministrazione della rete Ready sull’identità di genere, ad esempio? Intende il 25 aprile essere in piazza con l’associazionismo e i cittadini oppure no? Ci aspettiamo delle parole chiare, un atteggiamento meno furbo in virtù della storia del sindaco, dei suoi punti di riferimento politico, istituzionali e conunali. E chiediamo agli altri di dissociarsi e non assecondare il provvedimento che ferisce i nostri diritti di cittadine e cittadini”.

Aggiunge Gianni Giannini (Pd): “Non è un caso – dice – che questo atto cade nel 75esimo anniversario del testo della Costituzione italiana. Con una mozione pret-a-porter confezionata, scritta e protocollata come alternanza a mozioni di opposizione e depositata solo dopo la calendarizzazione in conferenza dei capigruppo. Decisioni di questo tipo sono già state prese in passato in altre città, come ad esempio a Vicenza, che poi è finita su tutti i giornali nazionali. Il pericolo che la vostra azione sdogani certi comportamenti è concreta e i tempi hanno bisogno di più senno amministrativo. Ciò che state proponendo è pericoloso per la stabilità sociale cittadina e per questo chiedo di ritirare la vostra proposta. Se siete sordi a questo appello votatela da soli. Verrebbe da invitarvi a farlo, svelando l’imbroglio alla città. Portate Lucca in tutta Italia con questa immagine negativa, il vostro lavoro di immagine verrà così vanificato. Lucca non merita di essere soggiogata agli interessi di debiti elettorali. Avete una grossa responsabilità, pensateci, Dopo tutto non sarà come prima”.

Interviene anche Enzo Alfarano, consigliere Pd: “Mi chiedo – afferma – Come mai si sente il bisogno di togliere un dichiarazione, seppur ridondante, invece di aggiungere qualcosa? Perché stiamo togliendo una dichiarazione, seppur pleonastica, seppur ripetitiva? C’è un perché dietro a tutto questo?”.

“Il dubbio – aggiunge Gabriele Olivati di Lucca Futura – che questa mozione abbia messo in difficoltà la maggioranza sembra evidente. È curioso che consiglieri che di solito non parlano nell’assise, siano voluti intervenire così numerosi. È importante la pedagogia istituzionale di un paese. È così per tutti i paesi. La base della nostra convivenza dovrebbe essere pacifica: non si capisce che problema c’è ad aderire ai valori della Resistenza. Periodicamente, per opportunismo, si assiste ad un revisionismo strisciante. Antifascismo, Costituzione, Resistenza, sono la stessa cosa: fatevene una ragione. Non è un caso che questa mozione sia stata portata da Forza Italia in Consiglio: un partito che prima ha deluso le aspettative della nascita di un partito liberale moderno ed europeo e che tuttora si presta alla restituzione di cambiali elettorali. La mozione – conclude Olivati – è politicamente inopportuna, eticamente un po’ meschina, giuridicamente inconsistente. Ritegno che sia necessario ritirare la mozione, magari per riflettere e parlarne tutti insieme”.

Lungo, accorato e con accenti personali l’intervento di Lido Fava, capogruppo di Fratelli d’Italia: “Il vostro appello è irricevibile – dice – A noi sembra giusto fare una revisione della barbara reliquia che ereditiamo dalla precedente amministrazione e che divide i cittadini in cittadini di serie A e di serie B. Nella dichiarazione richiesta appare tutto l’armamentario ideologico della sinistra. Non ci si rende conto che questo alla gente non interessa. Lo stanno a dimostrare le sconfitte che la sinistra ha subito a livello prima locale e poi nazionale. Non mi sembra che all’indomani della vittoria elettorale ci sia stata una marcia di camicie nere, una marcia contro gli ebrei, una manifestazione contro chi non è eterosessuale. Non può essere una maggioranza consiliare a decidere situazioni punitive obbligando qualcuno a firmare qualcosa in cui non crede. A Fratelli d’Italia questa delibera non crea alcun prurito, siamo rispettosi della Costituzione, sono altri che, fin troppo spesso, lo sono a orologeria. Fdi non è fascista. L’Anpi ha tinteggiato un quadro di noi non veritiero: in questo gruppo ci sono ragazzi di 20 e di 21 anni. Fratelli d’Italia è un insieme di uomini e di donne che amano la patria e la nazione e si impegnano a tutti i livelli nelle istituzioni. È solo su questo che vogliamo essere giudicati. Approveremo una mozione su cui non siete d’accordo: non ne fate una tragedia. Così funziona la democrazia. L’esame del sangue andatelo a fare ad altri: i fascisti li troverete altrove. Fdi non è un partito razzista, xenofobo, omofobo, antisemita, antidemocratico, intollerante verso altre religioni”.

“Io ho un concetto della Resistenza – spiega – che non potrebbe vedermi impegnato a mettere una firma su un atto che ne sostenga i valori, quando l’Anpi interpreta la democrazia in modo molto strano. Nel maggio del 1945 cinque energumeni con il fazzoletto rosso al collo entrarono in casa e portarono via mobilio e biancheria, tutto questo perché mia nonna era segretaria della massaie rurali, mentre mio nonno era morto con la milizia nel 1941 in Africa Orientale. È giusto quindi violentare la propria coscienza per far valere il proprio diritto che gli spetta?”.

Risponde l’ex assessora Chiara Martini, consigliera Pd: “Invito ad abbandonare questo atteggiamento da parte della maggioranza – dice – Perché fra quelle targhe c’è anche Ferdinando Martini, che è stato sindaco dopo la Liberazione ed anche presidente del Consiglio e la sua azione fu determinante perché non ci fossero troppe vendette contro i fascisti. La priorità di oggi era fare questo? La motivazione è il tempo dei procedimenti? Che bisogno c’era, ad oggi, di cancellare un rispetto a principi e valori della Costituzione? Se questo è il cambiamento che volete dimostrarci diteci cosa volete fare. Le priorità della sua amministrazione – dice rivolgendosi al sindaco – e della sua giunta quali sono? Io penso che il tempo vada investito in altro. Tutti gli atti hanno qualcosa di impreciso da sottolineare, ma non è questo che rende efficace l’amministrazione”.

Torna a intervenire anche il consigliere Daniele Bianucci, di Sinistra Con: “Ringrazio il consigliere Fava che ha disvelato un equivoco – dice – Questo è un atto politico: le riconosco l’onestà intellettuale di dire che è un atto politico con una matrice politica di destra e che in materia strategica viene portato avanti da una forza politica che si richiama ad altri valori. È normale che la destra faccia la destra, invece ci colpisce che una maggioranza che sarebbe composita si schiacci sui temi spiegati dal consigliere Fava. Ribadisco due concetti: fino ad oggi per tanti decenni maggioranza e opposizione in certi valori si riconoscevano. Nelle parole del consigliere Fava c’è anche una valutazione profonda di quanto l’attenzione dell’amministrazione a questi temi possa dare spazio a chi in quei valori non crede e che fatica a dire di non essere razzista, omofobo, xenofobo o simili”.

Fratelli d’Italia parla anche per bocca di Luca Pierotti (“In quel riferimento alla Costituzione c’è tutto – dice – Per questo voterò favorevole convinto di votare favorevole”) e di Diego Carnini (“Volersi attenere alla Costituzione deve essere prioritario per chiunque faccia politica – spiega – Noi siamo patrioti al servizio della città e dei cittadini e così continueremo a comportarci”).

Attesa la dichiarazione di Elvio Cecchini di Lista Civile: “Non ho paura e non ho nessun timore – dice – Sono in questa avventura per portare il mio contributo pragmatico alla professione che ho esercitato per parechi anni. Nel nostro programma c’era la trasversalità: i progetti sono buoni o non buoni non a seconda di chi arrivano, ma da come vengono fatti. Questa discussione di stasera la trovo inutile e allucinante. Sono 75 anni della Costituzione italiana: l’assemblea seppe scrivere un impianto normativo che ha restituito dignità di nazione e di popolo. I suoi principi sono i capisaldi di riferimento per l’educazione sociale e ambientale e per tutta la comunità. Nell’anniversario dei 75 anni della promulgazione di quel testo ci interroghiamo ancora su parametri di quel testo: legalità significa uso e non abuso della norma costituzionale. Libertà di parola, stampa, associazione, manifestazione è una risposta a tutti i totalitarismi e la Costituzione non deve essere utilizzata come strumento di potere”.

Francesco Raspini, capogruppo del Pd, fa il sunto delle posizioni delle opposizioni: “Mi sorprende che il dibattito si stia svolgendo a quest’ora (è oltre l’una di notte, ndr) – dice – Non sarebbe stato male fare un atto di buon senso e condurre questa discussione davanti a chi è venuto ad ascoltare. Se si vogliono affrontare le discussioni con lo spirito che evocate quelle di stasera non sono state le migliori premesse. Quello che non ci piace è il tentativo di mistificare la discussione trasformandola in qualcosa che non è. Abbiamo iniziato l’analisi della mozione con una serie di dissertazioni giuridiche: non c’è stato un ricorso su questo provvedimento e in campagna elettorale ognuno dei partiti ha firmato questa dichiarazione per gli spazi pubblici. Il vero motivo di questo atto lo ha spiegato il consigliere Fava: esistono anche in quest’aula persone che non sono in grado di aderite ai principi dell’antifascismo, della Resistenza, della lotta all’antisemitismo eccetera. Qui capisco la ragione dell’urgenza. Quando si toccano questioni che riguardano l’idealità e si descrivono i valori, ecco che diventano urgenza. Non avete portato in approvazione il bilancio preventivo, il piano triennale e le previsioni finanziarie ma avete trovato il tempo per questa discussione. Qui non stiamo a sindacare o discettare in termini teorici del libero arbitro, ma degli spazi pubblici dell’amministrazione comunale. Se uno non si sente in grado di non garantire di non propagandare certe idee lo fa in uno spazio privato e non pubblico. Proprio in questa città, che è la città di un certo Andrea Palmeri, che fa parte di un periodo in cui chi si vestiva in una certa maniera o diceva qualcosa di non gradito rischiava l’incolumità fisica c’è bisogno che certi collateralismi non abbiano luogo”.

“Quasi nessuno in quest’aula è fascista – conclude – Nessuno lo ha detto di Fratelli d’Italia, ma c’è il sospetto che ci sia bisogno che qualcuno abbia bisogno di prendere qualche voto dei fascisti. Il sindaco ci deve spiegare perché sente l’esigenza di innescare una discussione così divisiva. Io spero che il tempo delle cambiali sia finita”.

Ancora Fratelli d’Italia con Mara Nicodemo, che nel suo intervento è intervenuto anche con parole di plauso per l’attività di Difendere Lucca: “In questo atto – dice – si riconoscono i valori e i principi della Costituzione repubblicana, permettendo anche il rispetto dell’articolo 21 della Costituzione, che in questo modo viene violato”

Atteso anche l’intervento del capogruppo di Difendere Lucca, Lorenzo Del Barga: “Chi è in quest’aula – premette – ha accettato le regole democratiche. Nessuno mette in discussione la Costituzione Italiana. Accettiamo e ci riconosciamo nei valori della Costituzione e siamo pronti a condannare ogni forma di discriminazione. Nessuno è sovversivo, tutti paghiamo le tasse. Tante insinuazioni nei nostri confronti sono una mancanza di rispetto verso migliaia di lucchesi che hanno espresso il loro voto. E poi: quali sono i valori univoci della Resistenza? Dove sono scritti, dove sono enunciati? Sono quelli di chi voleva rovesciare un regime e instaurare la democrazia op quelli di chi voleva sostituirli con un altro regime. Sono i valori dei partigiani cattolici massacrati a Porzus o quelli dei partigiani comunisti che li hanno massacrati? Sono valori bruciare due ragazzi bruciati a Primavalle o sprangare a morte un ragazzo di 18 anni?”.

“Si è parlato anche di incitamento all’odio – prosegue Del Barga – Sono cresciuto politicamente negli anni d’oro del berlusconismo. Ricordo il clima di quegli anni e l’accanimento che c’era contro Berlusconi, anche lui tacciato di fascismo. Anche la sinistra che invita alle barricate e all’odio incita alla violenza. Parole che sono indici di un clima di odio che non vedo a destra ma molto più a sinistra, per una presunta superiorità morale. Quanto alle accuse di cambiali elettorali c’è da dire che il sindaco si era espresso a favore di un cambiamento della norma anche prima del ballottaggio. Siamo nel 2022: nessuno è contro l’ordinamento democratico, nessuno è a favore delle discriminazioni.Finiamola con il clima di guerra civile: non sono più gli anni di piombo. Occorre lavorare e a dialogare per le cose che è necessario fare per la città”.

Per la Lega parla l’avvocato Armando Pasquinelli: “Abbiamo fatto una bella discussione, di moda 80 anni fa. Guardiamoci negli occhi e parliamoci chiaramente. Certi provvedimenti sono stati fatti per un mero intento elettorale e ideologico. Mi trovo in una linea stretta a camminare: non ho particolare simpatia né per la destra né per la sinistra. Qualunque idea penso che debba avere tutela in questo ordinamento. Se approveremo questa mozione è per questo motivo. I costituenti terrorizzati dopo la guerra e dopo la fine del fascismo, tra le macerie di una guerra veramente civile, vollero creare una Costituzione su varie basi, fra cui il pluralismo ideologico e pluralismo istituzionale. Tutte le idee hanno diritto, se rispettano la legge. C’è un solo antidoto contro un’idea aberrante, la cultura. Sarebbe l’ora di farla finita con queste stanche e ripetute considerazioni su fascismo, comunismo e su tutto l’armamentario che ha distrutto lo scorso secolo”.

“Ho trovato parole sagge dall’opposizione e anche dalla difesa accorata di Del Barga dei propri ideali – conclude – Nessuno può essere però chiamato ad abiurare le proprie idee. Se abbiamo fatti nostri i principi del liberalismo e della libertà non possiamo chiedere a nessuno come la pensa per usufruire di beni e spazi pubblici. Credo che sia necessario rispettarci, se non lo facciamo e non riconosciamo un briciolo di rispetto l’uno con l’altro è inutile anche frequentare questa assise”.

In chiusura Alessandro Di Vito respinge le critiche: “Noi non facciamo sponda a nessuno – risponde a chi parla di mozione strumentale – neanche all’Anpi”.

Gabriele Olivati di Lucca Futura chiude: “Il nostro riferimento è la Resistenza, se il problema vostro è con la storia è un problema con cui dovete fare i conti voi”.

A chiudere è il sindaco Mario Pardini, che si riferisce all’articolo 54 della Costituzione, che parla di disciplina e onore nel portare avanti la propria attività istituzionale: “Essere il sindaco di tutti è fare quello che stiamo facendo – dice – Il sindaco di tutti è quello che deve togliere le divisioni. Per questo stiamo agendo in maniera pragmatica e non ideologica. Il motivo per cui siamo qui a quest’ora di notte (sono oltre le due di notte, ndr) è perché l’emendamento della consigliera Testaferrata nel 2017, contro tutti i totalitarismi, non fu accettato. Io non ho problemi a dirlo: sono antifascista, anticomunista, contro il razzismo, l’omofobia e tutte le dittature. Proprio per questo è la Costituzione la nostra stella polare”.

Cambiali elettorali? – prosegue – Io risposi all’Anpi riguardo al regolamento approvato nel 2017: per me è sbagliato e va cambiato, tutti possono manifestare purché pacificamente e nella legge. Queste cose le ho dette prima del primo turno, ci hanno votato per questo, è una cosa che ho sempre detto. Non abbiamo mancato un appuntamento di ricorrenza: non mi sono mai tirato indietro. Queste sono cose dovrebbero unirci. Se ancora siamo qua, a discutere di queste cose e a non trovarci uniti dove pensiamo di andare come comunità? Io continuo a difendere il nostro percorso politico ma siamo a parlare di una cosa oggettivamente divisiva. La nostra maggioranza non porta avanti un atto provocatorio, né una cambiale elettorale, ma semplicemente un atto dovuto“.