Assi viari, l’ex assessore Pierami: “Passerella Lega a Roma, non si torni alla vecchia politica”

Il commento dell’ex esponente della giunta Favilla: “Speravo (e continuo a crederci) che i partiti delle clientele e dell’arrogante occupazione del potere fossero un retaggio di un determinato periodo storico”
Parte dalla visita del primo cittadino Mario Pardini al ministro dell’interno Matteo Salvini per la questione degli assi viari la riflessione sui partiti politici del già assessore della giunta Favilla Giovanni Pierami.
“Ho sempre creduto nell’importanza dei partiti nel sistema democratico – spiega Pierami -. La loro funzione è essenziale nel trasformare in programmi e linea politica i valori che sottintendono le varie culture con tutte le loro molteplici sfaccettature. Sono importanti nella formazione del cittadino cosciente e consapevole, così come altre agenzie formative che in questi ultimi decenni sono purtroppo venute meno e anche da questo nasce la superficialità della politica spettacolo ed immagine, la politica che invece di procurare visione si appella ai sondaggi. Leggendo i giornali oggi ho notato un piccolo fatto che potrebbe rappresentare l’emergere di un ritorno alla concezione del vecchio partito di occupazione delle istituzioni e un vero e proprio tentativo di riportare i partiti al sistema dell’occupazione del potere e della formazione di clientele, spero si tratti di un incidente non voluto”.
“Il sindaco di Lucca si è recato dal ministro delle infrastrutture Matteo Salvini con alcuni suoi assessori per sollecitare, giustamente, la pratica, ormai storica , della costruzione della grande viabilità e in particolare l’asse nord sud – prosegue Pierami -. Tutto positivo sin qui. Quello che stona è che si è fatto accompagnare da esponenti del partito del ministro, perché? Il ministro della repubblica sarà più benevolo e sollecito se è la sua fazione a chiedergli l’intervento? Quindi si fanno gli interventi, non sulla base delle necessità e importanza ma sulla base di chi li sponsorizza. Speravo (e continuo a crederci) che i partiti delle clientele e dell’arrogante occupazione del potere fossero un retaggio di un determinato periodo storico. Nel terminare mi sorge un dubbio: verrà notata la differenza tra questi due modi di concepire il ruolo dei partiti?”.