Veronesi al contrattacco: “Nessun passo indietro nel comitato. Liberiamo la cultura dalla retorica falsamente progressista della sinistra”

Il presidente del comitato per le celebrazioni pucciniane: “Avveriamo l’idea di Puccini, uomo di destra, di un’Italia culturalmente libera e in collegamento con il mondo”
“Liberiamo la cultura”. Il maestro Alberto Veronesi, sotto attacco nel suo ruolo di presidente del comitato per le celebrazioni pucciniane, attacca la sinistra per la sua presunta volontà di egemonia culturale anche sui personaggi della storia della musica e della letteratura.
“Ma perché Dante dovrebbe essere di sinistra? – dice – Il ministro Sangiuliano oggi ha parlato di Dante come padre della destra italiana, i soloni geniali della sinistra moderata ed estrema lo hanno attaccato come avesse detto una cosa fuori del mondo. Vorrei sapere, uno come Dante, che in piena epoca di Comuni e di Repubbliche comunali scrive il De Monarchiae saluta con entusiasmo la discesa del nuovo imperatore Arrigo VII, riuscendo ad avere con lui un colloquio privato in cui chiede di contrastare l’anarchia italiana, possiamo dire che sia un uomo di sinistra? Il fatto che Dante fosse un genio significa che per forza fosse di sinistra? Finché sei di sinistra sei un genio, appena provi simpatia per la destra diventi un ignorante o un incapace”.
“La stessa ragione – così Veronesi si collega alla polemica intorno al suo ruolo – per cui in Italia Giacomo Puccini è stato considerato a lungo un autore minore da una sinistra di establishment che lo snobbava perché era dichiaratamente uomo di destra. E così tra i geni italiani di sinistra oggi dobbiamo annoverare invece Irene Manzi (Pd), Carlo Calenda, Angelo Bonelli, Annalaura Orrico (5S): il nulla culturale, lo zero assoluto, che discetta di Dante come fosse loro proprietà. La verità è che il ministro Sangiuliano ha ragione da vendere, bisogna disinfestare i nostri musei, le nostre biblioteche e le nostre sale da concerto dalla retorica falsamente progressista della sinistra”.
“Puccini era di destra – dice Veronesi – era ammiratore di Bismark, di Crispi, del primo Giolitti. Poi ha salutato con simpatia il primo governo Mussolini. Puccini era libero. Oggi invece si vorrebbe dire che esiste un reato di opinione. Oggi alcuni membri del Comitato nazionale celebrazioni pucciniane, di cui sono presidente, mi chiedono le dimissioni perché mi sono candidato con il partito di Giorgia Meloni in Lombardia. Non credo che il comitato Puccini debba rispondere al soviet di Firenze, di conseguenza confermo che non farò alcun passo indietro dalla presidenza del comitato e dico chiaramente che alla cultura non si può applicare la camicia di forza del conformismo di sinistra, basta egemonia culturale”.
“Il centenario di Puccini si avvicina – conclude – è ora che si realizzi l’idea del maestro di un’Italia culturalmente libera e in collegamento con il mondo. Liberiamo la cultura”.