Quelli che l’acqua: “Geal, il Comune dica cosa accadrà allo scadere della convenzione”

Un nuovo gruppo di cittadini nasce per tutelare il bene: “Il premio di quasi 3 milioni per la qualità del servizio? Lo si impieghi per ridurre tariffe e fare investimenti”
Il futuro di Geal e più in generale delle società dell’acqua in Toscana è al centro delle preoccupazioni di un neonato gruppo lucchese Quelli che l’acqua, che chiede al Comune quale sarà il destino della spa allo scadere della convenzione con l’amministrazione nel 2015.
“Mentre la stampa, locale e nazionale, riporta con evidenza che nel centro Toscana le principali aziende che gestiscono servizio idrico e smaltimento rifiuti a Firenze, Pistoia, Prato ed Empoli si stanno aggregando in una grande unica azienda multiutility, con un notevole confronto politico e pubblico, latita invece il dibattito nella piana lucchese. In questi mesi – scrivono – abbiamo notato su questo argomento un silenzio quasi assoluto tra la cittadinanza, e una sostanziale assenza propositiva di sindacati, associazioni, forze politiche, dei Sindaci e dei consiglieri comunali, anche dei Comuni più importanti della Piana lucchese, a partire da quello di Lucca. Una scelta si impone e in tempi brevi, è evidente. Eppure le aziende lucchesi raggiungono livelli di assoluta eccellenza nei servizi erogati. Ricordiamo ad esempio che nel luglio 2022, l’allora presidente della Geal Giulio Sensi informava la città che l’azienda aveva ricevuto un premio dall’Autorità di Controllo Nazionale (Arera) per la buonissima qualità del servizio nel 2018 e nel 2019, rilevata attraverso gli indicatori della cosiddetta qualità tecnica”.
“Un risultato che il quotidiano on-line Lucca in Diretta titolò in modo trionfale: ‘Qualità dell’acqua depurata: Geal è la migliore azienda d’Italia’ e che, aggiungiamo noi, premia il rigore e le capacità professionali dei dipendenti – si osserva nella nota -, oltre che le caratteristiche della risorsa idrica lucchese e delle modalità tecniche scelte per depurare i reflui civili urbani. L’evento è oltremodo significativo perché si è concretizzato con il riconoscimento di un premio di poco meno di 3 milioni di euro alla stessa azienda Geal spa. Poiché ciò è frutto delle professionalità esistenti in Geal, degli investimenti economici fatti per decenni e decenni, che a loro volta sono il frutto del regolare pagamento delle bollette del servizio idrico integrato da parte dei cittadini lucchesi, ci chiediamo, e lo chiediamo al Comune, azionista pubblico di maggioranza: che fine faranno queste entrate straordinarie, salvaguardando, come avviene in tutte le aziende industriali, che si debbano premiare i dipendenti per aver contribuito al risultato, quantomeno quelli in servizio attivo nel periodo di riferimento, e probabilmente l’azienda avrà anche già trovato le modalità per farlo? Questo, insieme al futuro della Geal e delle altre aziende del servizio idrico della Piana lucchese, come Acque spa, sono temi importanti, di interesse pubblico sui quali proveremo nei prossimi mesi a farci parte attiva per sviluppare un dibattito, tra semplici cittadini, rappresentanti istituzionali, associazioni e rappresentanti dei dipendenti delle aziende coinvolte, promuoveremo occasioni di confronto che aumentino la conoscenza nella nostra collettività, auspicando che aiutino ad individuare le soluzioni più convenienti per gli utenti lucchesi”.
“E’ stabilito infatti – ricordano Quelli che l’acqua – che la convenzione Geal-Comune di Lucca scada tra meno di tre anni, il 31 dicembre 2025, data importante per la qualità del servizio idrico che riguarda ogni lucchese. Quanti sono a conoscenza di questa cruciale scadenza? Noi pensiamo che siano pochissimi quelli informati sul destino societario di Geal e sulla salvaguardia del bene acqua nell’area della Piana lucchese, e che siano invece tantissimi quelli interessati a conoscerlo. Come riteniamo sia alto l’interesse per capire come verranno utilizzati i fondi, visto che l’acqua è universalmente riconosciuto ‘un bene comune’ e considerato che trattasi di soldi che lo Stato restituisce alla Comunità dei lucchesi”.
“Noi stessi siamo persone diverse per provenienza politica – si spiega -, esperienze professionali e culturali, unite però dalla preoccupazione per questa assenza di dibattito sul futuro della risorsa acqua della piana lucchese, e speriamo che a noi si uniscano molti altri. Iniziamo con il proporre alcuni virtuosi utilizzi di quei 3 milioni di euro, di interesse generale: la restituzione ai cittadini lucchesi, proporzionalmente all’acqua consumata in quegli anni (2018 e 2019), di una quota proporzionale a quanto pagato nelle bollette di quel periodo virtuoso; l’abbassamento ponderale delle tariffe per le prossime bollette; fare nuovi investimenti per il prolungamento delle reti di acquedotto e fognatura in zone dove le tubazioni sono assenti, o migliorando ancora il depuratore di Pontetetto, senza gravare sulle prossime bollette dei lucchesi. A tal proposito è opportuno specificare dove e quanto valgono i progetti per tali realizzazioni. In questo modo taluni investimenti futuri non graverebbero sulle tariffe dei lucchesi; finalità di aiuti al mondo dell’indigenza; aumentare la quota del fondo sociale del ‘bonus acqua’. Ne scongiuriamo, con forza, solo uno: che queste entrate straordinarie, frutto dei sacrifici dei lucchesi, non siano un appannaggio del socio privato (l’Acea di Roma) attraverso qualche artificio del bilancio aziendale. Invitiamo, in attesa dello svilupparsi del dibattito pubblico, il signor Sindaco, il presidente di Lucca Holding, il presidente di Geal e i consiglieri di parte pubblica all’interno della Società, a vigilare e ad esigere che queste entrate straordinarie rimangano a beneficio dei cittadini lucchesi e non degli appetiti economici di una società quotata in borsa come è Acea”.