Difendere Lucca: “L’incontro con Gobetti? Un’offesa alla verità e al ricordo delle vittime”

Il movimento: “La nuova strategia comunista è quella di manipolare la storia”
“Giustificano la tragedia delle foibe. Dopo aver negato per decenni quanto avvenuto, oggi i comunisti cercano di manipolare la storia e coprire le proprie responsabilità”. A dirlo è Difendere Lucca in seguito al convegno per le scuole organizzato ieri (15 febbraio) da Anpi in San Francesco con lo storico Eric Gobetti.
“Eric Gobetti è un militante di estrema sinistra – dice Difendere Lucca – apparso in più occasioni a fianco della bandiera della Jugoslavia comunista di Tito, cioè il responsabile della pulizia etnica degli italiani dopo il 1943 sul confine orientale. Il fatto che questo sedicente storico parli alle scuole rappresenta un’offesa alla verità e al ricordo delle tragedie subite dagli italiani a causa dei partigiani comunisti. La sinistra italiana ha negato per decenni la mattanza operata dai partigiani comunisti di Tito a danno dei nostri connazionali sul confine orientale. Dopo l’istituzione del giorno del Ricordo nel 2010 la nuova strategia comunista è quella di manipolare la storia, di relativizzare quanto accaduto, di riscrivere le vicende del confine orientale tagliando e cucendo a proprio piacimento gli eventi, in modo da allontanare le responsabilità dai comunisti (sia slavi che italiani) che collaborarono al massacro di innocenti in Istria, Venezia Giulia e Dalmazia”.
“Denunciamo con forza questo tentativo di uccidere per la seconda volta le vittime. I nostri connazionali, massacrati solo per il fatto di essere italiani, dopo essere stati uccisi dai comunisti di Tito oggi vengono uccisi una seconda volta dai comunisti italiani – conclude Difendere Lucca -. Dopo anni in cui hanno sputato sugli esuli e la loro storia, non potendo più negare quanto avvenuto cercano di appropriarsi della memoria con un preciso scopo politico e culturale. Questa operazione troverà sempre la nostra forte opposizione e smaschereremo gli eredi spirituali dei comunisti di Tito”.