“Basta all’indottrinamento del gender nelle scuole”: il Popolo della famiglia lancia la campagna

A disposizione dei genitori un ‘consenso informato’ da poter firmare e consegnare alla segreteria della scuola
“Basta all’indottrinamento ideologico del gender nelle scuole”. Parte anche da Lucca oggi (20 febbraio) la campagna informativa – attraverso l’apposizione di manifesti e la distribuzione di volantini – promossa a livello nazionale dal Popolo della famiglia.
“Intendiamo sensibilizzare i genitori circa la propaganda ideologica genderistica imposta nella scuola italiana tramite la legge 107/2015, su ispirazione di normative europee – spiegano dal Popolo della famiglia Lucca -. I genitori che non la condividessero possono evitarla ai loro figli, tramite il ‘consenso informato’ da firmare e consegnare alla segreteria della scuola. I ragazzi saranno in tal modo esentati dalle attività extracurricolari non condivise dai genitori, che sono di diritto i primi educatori dei loro figli. ll modulo si può anche scaricare dal manifesto tramite Qr code e va consegnato alla segreteria della propria scuola, in conformità alla nota ministeriale n.19534 del 2018, la quale precisa che ‘tutte le attività didattiche inserite nel Ptof devono essere portate tempestivamente a conoscenza delle famiglie, soprattutto se non rientrano nel curricolo obbligatorio, incluse quelle inserite nell’ampliamento dell’offerta formativa, per le quali è prevista la richiesta del consenso dei genitori”.
“Tramite l’ideologia gender il sesso maschile o femminile al momento della nascita cessa di essere un inequivocabile dato di fatto e diviene una scelta della persona – dichiara la coordinatrice del Popolo della Famiglia di Lucca, Ilaria Giurlani -. Si tratta di una visione che, di fatto, rade al suolo le fondamenta antropologiche della nostra civiltà. Denunciamo l’ideologia invasiva della Commissione Europea in campo etico e ci appelliamo al premier Giorgia Meloni, affinché affermi la sovranità del nostro Paese e respinga al mittente di Bruxelles le indebite ingerenze, come aveva peraltro promesso prima delle elezioni, impegnando il suo partito a cancellare ‘la buona scuola’ renziana, che era stata mantenuta in vigore dai successivi governi Conte e Draghi. Non vogliamo che accada in Italia quanto accaduto in Spagna con la cosiddetta legge trans”.