Lettera dell’associazione Venezia Giulia e Dalmazia: “Gobetti? Un giustificazionista”

25 febbraio 2023 | 09:07
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Lettera dell’associazione Venezia Giulia e Dalmazia: “Gobetti? Un giustificazionista”

Il presidente Codarin all’ufficio scolastico: “Sia consentito anche a noi di parlare agli studenti”

Finisce nel mirino anche dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia la conferenza tenuta da Eric Gobetti alle scolaresche in San Francesco. Il presidente Renzo Codarin, infatti, ha inviato una lettera alle autorità locali, fra cui l’ufficio scolastico provinciale, esprimendo le proprie critiche all’iniziativa svoltasi in occasione del giorno del ricordo e chiedendo che agli esuli sia data “la stessa possibilità” di parlare agli studenti.

“Non è strano – si legge nella lettera – che l’Anpi, non solo a Lucca ma in tutta Italia, cerchi di avere il controllo delle celebrazioni del Giorno del Ricordo, in particolare per quanto riguarda le scuole, utilizzando personale degli Istituti Storici della Resistenza come Eric Gobetti, Luciana Rocchi, Davide Conti e tanti altri. Non è strano perché dopo la scissione dei partigiani democratici guidati da Enrico Mattei e Ferruccio Parri, l‘Anpi è rimasta l’erede dei partigiani comunisti. Che sia rimasta legata a quella tradizione è evidente anche esaminando i loro attuali quadri dirigenti. Citiamo solo a titolo di esempio l’attuale presidente nazionale Gianfranco Pagliarulo che, quale senatore eletto nelle liste del Partito di Comunisti Italiani, nel 2004 votò contro l’istituzione del Giorno del Ricordo, ed a livello regionale il coordinatore per la Toscana Bruno Possenti già sindaco comunista di un comune del pisano. Lo confermano le pronte reazioni ad ogni critica all’ideologia comunista: quando il parlamento europeo il 19 settembre 2019 sancì l’equiparazione dei regimi totalitari comunisti e nazionalsocialisti l’Anpi prese immediata posizione esprimendo ‘profonda preoccupazione’ ed auspicando un ‘radicale ripensamento’”.

“Stessa reazione – sostiene Codarin – ha avuto l’Anpi quando ha definito ‘manifesto anticomunista di estrema destra, lettera faziosa, elemento de-formativo’ la lettera scritta dall’attuale ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara nel Giorno della Libertà ricordando la legge 61 del 15 aprile 2005 ‘la Repubblica italiana dichiara il 9 novembre Giorno della Libertà quale ricorrenza dell’abbattimento del Muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo’. Il motivo dell’interesse dell’Anpi al controllo della nostra storia è che noi rappresentiamo l’unica parte della popolazione di lingua italiana a rimanere al di là della cortina di ferro ed a poter testimoniare cosa significhi vivere sotto il regime totalitario comunista. Usando le parole del Presidente Mattarella, la nostra sorte è stata quella ‘di passare, direttamente, dalla oppressione nazista a quella comunista’; ed ancora ‘l’aggressività del nuovo regime comunista li costrinse, con il terrore e la persecuzione, ad abbandonare le proprie case. Chi non si integrava nel nuovo ordine totalitario spariva, inghiottito nel nulla’”.

“La nostra storia – si legge ancora nella missiva – è quindi una denuncia dei crimini dell’oppressione comunista. Questo per Anpi e compagni è inaccettabile. Ora sono impegnati non più nell’ormai insostenibile tentativo di negare questa storia, ma piuttosto nel manipolarla, giustificarla, ridurla ad un dettaglio della storia europea. A questo scopo hanno utilizzato Eric Gobetti il 16 febbraio scorso a Lucca. Gobetti, che non è un negazionista, rientra per certi aspetti nella categoria dei giustificazionisti, ma principalmente si colloca tra quelli che praticano la tecnica della ‘elusione’, come definita nella linee guida per la didattica della Frontiera Adriatica emanata il 20 ottobre 2022 dall’allora ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi. In pratica dovendo parlare di Foibe ed Esodo, se nell’intervento di Gobetti ‘la maggior parte del tempo è dedicata ai precedenti di violenza del fascismo di confine e delle truppe italiane in Jugoslavia, questa non va considerata come corretta contestualizzazione, bensì quale mera elusione’. Nei poco più di 50 minuti di conferenza, Gobetti a Lucca ha utilizzato circa 60% del tempo al contesto, rientrando con ciò a pieno titolo nella categoria di chi utilizza la tecnica dell’elusione”.

“A questo Gobetti – sostiene Codarin – aggiunge la rimozione di quanto non rientra nel quadro che vuole dipingere, facendo iniziare il racconto della nostra storia il 13 luglio 1920, giorno dell’incendio del Norodni Dom di Trieste per mano dei nazionalisti italiani, omettendo così sia quanto accaduto a Spalato un giorno prima che tutto lo sviluppo degli opposti nazionalismi dell’intero secolo precedente. Gobetti dimentica le parole del Presidente Mattarella: ‘Non si trattò di una ritorsione contro i torti del fascismo’. O meglio non lo dimentica, ma lo irride come nella risposta ad una domanda di uno studente lucchese, in cui antepone il suo ruolo di storico depositario del ‘verbo’, a quello del Capo dello Stato definito politico, non chiaro se inteso come superficiale o non informato o in mala fede. Non va dimenticato che Gobetti in passato condivideva il pensiero del presidente”.

“Ci chiediamo – conclude – come sia stato possibile che un buon numero dei professori delle scuole di Lucca abbiano portando gli studenti loro affidati ad un incontro di indottrinamento organizzato da una associazione politicamente connotata come l’Anpi ed in cui senza contradittorio sono state presentate discutibili tesi sul Giorno del Ricordo. Chiediamo pertanto che ci sia data, in tempi brevi, analoga possibilità di presentare agli studenti delle stesse scuole la nostra storia nel quadro dalla legge istitutiva del Giorno del Ricordo e delle Linee Guida per la didattica della Frontiera Adriatica”.