Piano operativo, tra un anno l’approvazione. Il sindaco: “Verrà migliorato con le osservazioni. Non c’è nessun dietrofront”

24 marzo 2023 | 13:38
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La replica di Pardini e Cecchini: “Non c’era il tempo per ripartire da zero”. Si pensa già alla seconda fase dell’iter: “Vogliamo costituire un gruppo di lavoro composto da esperti per costruire un nuovo percorso”

Piano operativo, si accende il dibattito. Dopo le accuse dell’opposizione, questa mattina (24 marzo) è arrivata la replica del sindaco Mario Pardini e del consigliere con delega al piano operativo, Elvio Cecchini.

Il primo cittadino ha respinto le critiche del centrosinistra ribadendo la propria posizione: “L’opposizione ci critica dicendo che ci siamo arresi all’evidenza e di aver fatto dietrofront sul piano operativo? No, in realtà il dietrofront non c’è mai stato. Basta strumentalizzazioni anche su questo tema. Lo ripeto, non mi piace quando la politica strumentalizza. In campagna elettorale ho sempre detto che noi sicuramente avremmo rimesso mano al piano operativo – che non ci piace – con due possibilità che andavano poi valutate. I tempi però erano troppo stretti: se non approviamo il Piano entro dicembre 2024, infatti, il Comune va in salvaguardia regionale. Gettare il piano completamente alle ortiche e ricominciare da zero non sarebbe stato possibile. Quindi il ‘ripensamento’ lo facciamo attraverso l’uso delle osservazioni. Chiaramente non potremo modificarlo come avremmo voluto, ma interverremo su vari aspetti per poi ripartire con un nostro nuovo percorso”.

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“In questi nove mesi è stata terminata la catalogazione delle osservazioni, che più o meno si è conclusa alla fine del 2022 – afferma il primo cittadino -. Va considerato che noi abbiamo anche fatto un cambiamento di macrostruttura, cosa che probabilmente ha ritardato sensibilmente l’iter rispetto ad un’eventuale continuità di gestione del piano operativo. A breve partiranno le Commissioni per arrivare alla prima votazione del piano operativo in Consiglio. Ci tengo a ricordare che ci sono 960 osservazioni da protocollo, ma in realtà si va ampiamente oltre mille. Questa non è una scusa sui presunti ritardi, ma è per spiegare che questo piano operativo secondo noi ha bisogno di un ripensamento. Attraverso l’uso delle osservazioni cercheremo di migliorare le cose che non andavano bene. E in particolare parlo della flessibilità, del bonus edilizio e dei piani terra. Questa è solo la prima fase: cercheremo di arrivare all’approvazione il prima possibile sapendo che poi, dal giorno dopo, ripartiremo per un ripensamento generale per avere un piano strutturale e operativo secondo le nostre idee”.

Sul tema è intervenuto anche Elvio Cecchini (Lista Civile), consigliere comunale di maggioranza delegato al piano operativo, che ha precisato gli step riguardanti la prima fase dell’iter che porterà all’approvazione del piano operativo emendato tra circa un anno (a 2024 inoltrato): “La narrazione e i presupposti del piano operativo che abbiamo ereditato è identica a quella del piano strutturale ed ha sullo sfondo obiettivi condivisibili, che toccano il consumo di suolo, i problemi energetici e di mobilità, alla luce delle scelte scellerate del passato in ambito urbanistico. Non è vero che in questi mesi non è stato fatto nulla – afferma -.  Dopo una prima fase di valutazione, abbiamo cercato di capire se ci fossero stati i tempi per riscrivere il piano operativo. Ciò non era possibile. È necessario però mettere mano al Piano. Il tema vero è l’approccio fatto sul piano operativo, che è estremamente conservativo. Una visione maturata in un momento particolare immediatamente successivo all’approvazione del piano di indirizzo territoriale regionale del 2015. Il poderoso quadro conoscitivo di preparazione del Piano operativo lucchese, se non analizzato con strumenti critici, provoca dei pericolosi automatismi inestricabili. Per fare un esempio: gli edifici storici sono stati catalogati senza valutare se sono stati soggetti a trasformazioni profonde, senza esprimersi sulla qualità o sul valore di testimonianza effettivo”.

“Serve una seria riflessione sul tema, ne sono convinto, ma non era possibile fare uno strumento nuovo: abbiamo quindi deciso di approvare il piano operativo adottato dall’amministrazione Tambellini utilizzando tutte le osservazioni prodotte da Enti, Ordini e cittadini – prosegue Cecchini -. I tempi impiegati sono gli stessi che qualsiasi amministrazione avrebbe utilizzato per analizzare scrupolosamente e schedare 960 osservazioni protocollate. Considerando che quelle degli enti sono spesso multiple, il numero totale delle osservazioni supera il migliaio. Ovviamente la valutazione di questo procedimento nei singoli casi non è compito mio – prosegue Cecchini -, gli uffici andranno avanti con le loro controdeduzioni, giudicando le osservazioni che possono essere ammesse e discusse e che passeranno in commissione consiliare urbanistica in totale trasparenza. Il mio lavoro in queste ultime settimane è stato quello di istruire i consiglieri di maggioranza, che saranno chiamati a decidere sulle osservazioni perché possano scegliere secondo i criteri che ci siamo dati e che sono fondamentalmente basati sulla semplificazione per non complicare la vita ai cittadini, sul recupero perché sia davvero possibile risparmiare suolo e sia una strada percorribile per i privati preferire la riutilizzazione di un vecchio edificio piuttosto che costruirne uno nuovo”.

Per la maggioranza, quindi, sono tre le principali criticità del piano operativo adottato dall’amministrazione Tambellini: “Serve più flessibilità – commentano Pardini e Cecchini -. Si vuol puntare sul recupero del patrimonio esistente? Siamo d’accordo, però dobbiamo fare in modo che ciò sia possibile. Serve uno strumento idoneo per il riuso dei contenitori. Il secondo aspetto riguarda i bonus volumetrici, che sono ridotti in modo esagerato. Il terzo, infine, riguarda una logica che noi non condividiamo sui piani terra. Queste criticità saranno risolte in questa prima fase dell’iter“.

L’iter verso l’approvazione del piano operativo, quindi, è ancora lungo. La prima approvazione del documento arriverà in consiglio comunale a fine 2023. Il piano operativo, dopo esser passato al vaglio della Regione, tornerà in Consiglio per la seconda votazione tra un anno.

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Una volta approvato il piano operativo, si passerà alla seconda fase dell’iter che prevede una revisione del Piano stesso attraverso un gruppo di esperti. “Abbiamo una visione di lungo periodo – afferma Cecchini -. Dopo l’approvazione del piano operativo emendato, il nostro obiettivo è quello di elevare il livello culturale relativo all’approccio sulla pianificazione urbanistica. Per questo abbiamo suggerito una seconda fase di revisione del piano operativo attraverso un gruppo di lavoro composto da esperti, non da politici. Un gruppo di esperti, di urbanisti e tecnici di livello, per raccogliere contributi sulla mobilità, sulla gestione del verde, sull’economia applicata all’edilizia e sulle procedure amministrative. In questa seconda fase, quindi, penseremo già al Piano successivo con un necessario cambio di paradigma: uno dei difetti maggiori di questo piano operativo, secondo la mia opinione, è che non c’è nessun progetto. Si congela la situazione attuale. Dobbiamo invece andare a ricostruire il nostro tessuto. E per raggiungere ciò sarà fondamentale il gruppo di lavoro e intraprendere una vera fase didattica e partecipativa con la città per maturare una coscienza collettiva riguardante le scelte che andremo ad approvare”.