Sanità, si accende il dibattito in Consiglio. Bezzini: “Servono più risorse dal governo”. I comitati bocciano il San Luca
Seduta fiume a Lucca. L’assessore regionale ammette: “L’emergenza-urgenza è il settore con maggior difficoltà”. I cittadini chiedono la costituzione di una consulta sulla sanità e di puntare sul Campo di Marte
Un consiglio comunale straordinario, in forma aperta, per dibattere il delicato tema della sanità, declinato a livello locale, dove di recente le polemiche su tagli e riforma dell’emergenza urgenza hanno riacceso il dibattito. Così Lucca, su richiesta del sindaco Mario Pardini, ha portato a Palazzo Santini le questioni più urgenti sul tavolo.
Un consiglio comunale fiume, diviso in due parti, per sviscerare tutte le problematiche legate alla sanità: la seduta di oggi (27 marzo) si è aperta alle 15 con gli interventi dei tecnici del settore sanitario, delle associazioni e dei cittadini che hanno richiesto di intervenire, ed è andato avanti fino alle 20. Il Consiglio è poi ripreso alle 21 con gli interventi dei rappresentanti istituzionali (sindaco, assessori e consiglieri comunali).
Ad aprire la seduta è stato l’intervento del primo cittadino: “Credevamo che ci fosse bisogno di avere un momento di confronto, per questo come maggioranza abbiamo voluto fortemente questo consiglio comunale aperto – le parole di Mario Pardini -. Crediamo che sia il momento di un confronto fondamentale su un tema così importante, sentito ed attuale come quello della sanità. Speriamo di concludere la serata con tanti spunti di riflessione per poi portarli avanti in maniera costruttiva”.
Tanti gli interventi che si sono susseguiti lungo la seduta (che è durata circa sette ore), che ha visto anche il contributo di Simone Bezzini. L’assessore regionale ha ammesso che anche nel sistema sanitario della Toscana “ci sono cose che non vanno e non possiamo nasconderle sotto il tappeto” e che “l’emergenza-urgenza è il settore con maggior difficoltà”. Bezzini, inoltre, ha invocato maggiori risorse da parte del Governo.
Molti i temi toccati dai comitati, che di fatto hanno bocciato l’ospedale San Luca. I cittadini, inoltre, hanno chiesto di puntare sul Campo di Marte e di istituire una consulta sulla sanità. Richieste accolte dal consigliere con delega alla sanità Alessandro Di Vito, che ha chiuso il consiglio comunale sviscerando qualche dato sulla sanità lucchese: “Il Campo di Marte ha rischiato di non esistere più, ma invece è importante e va difeso in tutti i modi. E su questo tema va rivisto piano operativo. Il San Luca? Ci è costato ben 160 milioni di euro. Erano previsti 410 posti letto e in realtà ad oggi se ne contano 340. Lucca deve avere i suoi posti letto che le erano stati promessi”.
Numerosi, quindi, gli spunti e le problematiche emerse durante la seduta fiume: tutto il materiale verrà analizzato in Commissione.
L’assessore regionale Bezzini: “Servono più risorse dal Governo per salvaguardare la sanità pubblica”
Al consiglio comunale fiume assente il presidente Eugenio Giani, ma la Regione ha fatto il punto tramite le parole dell’assessore alla sanità e al diritto alla salute Simone Bezzini: “Momenti di discussione come questi sono molto importanti e le mie non sono parole di prassi, sono espresse con grandi convinzione. In un momento complesso e difficile per tutti i sistemi sanitari è assolutamente importante condividere percorsi, progetti, punti di forza e criticità segnalate da professionisti e cittadini. Si governa male la sanità se non c’è ascolto. La partecipazione è un ingrediente fondamentale per le politiche sanitarie. Il sistema sanitario regionale ha superato una grande prova, ha tenuto di fronte alla pandemia. Ci sono stati momenti di difficoltà e sofferenza, è vero, ma anche il nostro sistema regionale è riuscito a superare una grande prova. Abbiamo avuto un buon tasso di resilienza durante la pandemia. Gli indicatori ci segnalano le buona performance del sistema sanitario della Toscana spesso sopra la media nazionale, ma non dobbiamo girarci dall’altra parte di fronte alle difficoltà. Mi riferisco alle liste d’attesa, per esempio. Ci sono cose che non vanno e non possiamo nasconderle sotto il tappeto. C’è uno squilibrio di circa 20 miliardi – rispetto agli investimenti sulla sanità – tra noi e gli altri Paesi europei. Va salvaguardata la sanità pubblica e il Governo sta pensando a delle misure: vedremo, come Regioni ci confronteremo in maniera costruttiva. Ci auspichiamo che arrivino risposte. Servono più risorse soprattutto in questo momento storico in cui i costi dei sistemi pubblici sono aumentati di più di quelli privati (tra caro energia e inflazione)”.
“Tuttavia – prosegue Bezzini – non bastano le risorse finanziarie, manca anche la risorsa professionale. Ci sono settori in cui è difficile individuare professionisti. L’emergenza-urgenza (il pronto soccorso) è il settore con maggior difficoltà. Cito un dato: nell’ultimo nostro concorso abbiamo aperto a 130 assunzioni, ma il risultato purtroppo è stato radente allo zero. Mi auguro che ad aprile si arrivi alle prime soluzioni per dare una mano a chi lavora nei pronti soccorso: noi siamo pronti con le prime misure e a breve riceveremo il parere dall’organismo toscano per il governo clinico. Noi, come Regione Toscana, porteremo in approvazione tre delibere che riguardano le liste d’attesa: vogliamo ridefinire gli indirizzi per governare il lato della domanda sanitaria. Questo è un po’ lo scenario sui cui stiamo lavorando”.
Gli interventi politici
L’attacco dell’onorevole di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi: “La sanità in Toscana sta perdendo di livello. A Lucca il rapporto tra posti letto e abitanti è sotto la media. I due ospedali della Valle rischiano di rimanere due contenitori vuoti per la mancanza di personale. È grave togliere il medico 118 dalle zone montane. In Garfagnana la situazione è catastrofica. In tempo di pandemia sul Campo di Marte sono stati investiti 3 milioni di euro, un investimento che oggi, purtroppo, è inutile. Insomma, una situazione che non ha più gli estremi per essere risolta. C’è carenza di tutto, dai posti letto fino al personale. A Barga, ad esempio, mancano i pediatri. Manca una visione, una strategia in tutta la Regione Toscana. Ci sono assurde liste di attesa. L’area vasta comporta delle assurdità e un’abitante della Lunigiana per un’esame deve andare all’Isola d’Elba…o dal privato. Il Governo Meloni ha incrementato gli investimenti sulla sanità. Il problema è come si spendono le risorse. La sanità va riscostruita, la mega-azienda è un fallimento: serve un’Usl ogni 500mila abitanti”.
Critica anche l’onorevole della Lega Elisa Montemagni: “Stasera parliamo di un tema molto importante che dovrebbe accomunare, non dividere. In Toscana abbiamo enormi problemi sulle liste d’attesa. I disservizi sono sotto gli occhi di tutti: servono i medici per il pronto soccorso. I medici scappano perché non li mettiamo nelle condizioni di lavorare bene. Fanno orari massacranti e questo non va bene. Dobbiamo anche pensare a convenzionarci con il privato perché serve garantire a tutti il diritto alla cura. Spero che da questo Consiglio possa nascere qualcosa di costruttivo. Dobbiamo invertire questa discesa incredibile che sta avendo il nostro sistema sanitario. Serve puntare sulla medicina territoriale per non far ingolfare più i pronto soccorso. Tutte le forze politiche devono essere unite per trovare una soluzione. Questo sistema va modificato, ne va del futuro dei nostri figli”.
La parola passa al consigliere regionale Fdi Vittorio Fantozzi: “Per risolvere i problemi della sanità non bastano maggiori risorse. Tutto dipende da come si spendono i soldi. Il personale medico è allo stremo e il Covid ha messo alla luce le problematicità della sanità toscana. Non possono esserci trattamenti di Serie A e di Serie B e mi riferisco alla Garfagnana, ma anche alla Versilia”. Critico anche il consigliere regionale della Lega Massimiliano Baldini: “Il primo presupposto per affrontare e ragionare del fallimento della sanità toscana è quello di riconoscerne e sapersene assumere la responsabilità. Il Pd, chi governa la Toscana da cinquanta anni, chi ha governato il Paese per otto anni negli ultimi dieci, deve prima di tutto prendere atto che la riforma regionale del 2015 ha gravemente peggiorato le prestazioni della nostra sanità. L’assessore Bezzini non deve parlare, come ha fatto oggi, di ‘condizione bipolare’ della sanità toscana, contrapponendo statistiche di rispetto – dice lui – alle percezioni negative di utenti e operatori ma deve prendere atto che la sanità toscana è quella dei cittadini che stanno fuori dai pronto soccorso al freddo, alla pioggia, sotto gli ombrelloni d’estate, impossibilitati a stare vicino ai propri congiunti, ai propri cari per ore ed ore, che proprio a causa di questo stato di cose le tensioni e la rabbia diventano occasione di violenza ai danni di chi deve far fronte a tali quadri drammatici, spesso in condizioni di assoluta insicurezza come ad esempio all’ospedale San Luca e che le statistiche evidentemente si collocano anni luce lontane dai drammi umani che la cronaca ci racconta ormai ogni giorno anche qui in Provincia di Lucca.
È necessaria una prioritaria assunzione di responsabilità perché a raccogliere le firme sulle strade e nelle piazze per indire il referendum e dire no alla catastrofica riforma della sanità Toscana del 2015 c’era la Lega (insieme ad altre forze politiche e civiche) mentre i rappresentanti del Pd di oggi erano a Firenze a sostenerla quella Legge, utilizzando ogni alchimia regolamentare per vanificare proprio quel referendum.
Bisogna avere il coraggio – lo faccia il Pd regionale – di riconoscere che le grandi Asl hanno allontanato i cittadini dai servizi sanitari, che le case della salute sono scatole vuote, che il territorio non è riuscito a fare filtro per evitare l’ingolfamento dei pronto soccorso come diceva chi sosteneva quella riforma ma che tanti reparti specialistici sono stati chiusi, che le graduatorie sono bloccate e rischiano di scadere, ma che nell’emergenza urgenza c’è il fuggi fuggi, che il privato sta occupando spazi dove la sanità pubblica taglia, che i sindaci contano sempre di meno negli organismi della sanità e che lo stesso concetto di azienda sta trasformando l’umanità dei medici in freddo calcolo da burocrati, per non parlare di Estar, delle società della salute e del “buco” di bilancio della sanità regionale. Queste scelte scellerate di chi ci ha governato fino ad oggi ed ancora ci governa hanno ridotto i diritti dei cittadini, degli utenti, dei lavoratori che, come testimonia l’esplosione dei costi delle prestazioni aggiuntive, operano puntualmente sotto organico, con ricorso costante allo straordinario, sottopagati. La Lega – conclude il Consigliere Regionale del partito di Matteo Salvini – non si tira certo indietro nel fare la sua parte su di un tema così fondamentale per le nostre comunità come ha dimostrato sia nei recenti sopralluoghi in tutti gli ospedali toscani che a Firenze in Terza Commissione con i colleghi Ulmi e Galli ma, caro assessore Bezzini, ‘tutti i gatti non sono bigi’ ed il Pd deve ammettere di essere responsabile di quanto sta accadendo in Toscana e riconoscere di aver determinato queste fallimentari politiche sanitarie”.
Conclusi gli interventi degli esponenti degli esponenti politici da Roma e Firenze, la parola passa all’assessore al sociale del comune di Lucca Giovanni Minniti: “Questa amministrazione è stata eletta dai cittadini lucchesi e di quei cittadini dobbiamo essere portavoce. Ci sono tante cose che non funzionano, ma dobbiamo anche difendere e valorizzare le nostre eccellenze in campo sanitario. Le polemiche sul bilancio? Sul sociale non abbiamo tagliato un solo euro sui servizi. Abbiamo fatto una profonda revisione della struttura dei servizi sociali lucchesi, separando la parte amministrativa da quella operativa. Serve riavvicinarsi al cittadino”.
La parola passa al consigliere con delega alla sanità Alessandro Di Vito (Forza Italia-Udc): “Questa amministrazione ha dimostrato fin da subito interesse per le problematiche legate alla sanità. Quello di oggi è un punto di partenza per iniziare a mettere alcuni tasselli importanti. Le promesse fatte dal sindaco in campagna elettorale sono state tradotte nelle linee programmatiche di mandato e nel Dup. Sul Campo di Marte sono stati investiti oltre 22 milioni di euro in strutture nuove. Qui dobbiamo arrivare a 120 posti letto territoriali. Il Campo di Marte ha rischiato di non esistere più, ma invece è importante e va difeso in tutti i modi. Cose deve cambiare sul Campo di Marte? I comitati chiedono che sia mantenuta una destinazione socio-sanitaria e su questo tema va rivisto il piano operativo adottato dalla scorsa amministrazione. Serve un master plan. Il San Luca? Ci è costato ben 160 milioni di euro. Erano previsti 410 posti letto e in realtà ad oggi se ne contano 340. Per la riabilitazione erano stati promessi 8 posti letto, ma al San Luca non ce n’è nemmeno uno. Lucca deve avere i suoi posti letto che erano stati promessi. Dobbiamo dare risposte ai comitati, anche sul tema dell’istituzione di una consulta permanente. Il reparto della medicina ha bisogno di essere potenziato. Programmiamo e mettiamoci a lavoro tutti insieme”.
Gli interventi di professionisti, associazioni e cittadini
La prima a prendere la parola è Eluisa Lo Presti dell’Asl, direttrice della zona distretto della Piana di Lucca: “Questa è un’occasione preziosa di confronto. C’è bisogno di parlare per illustrare le tante criticità e le possibili soluzioni. Come obiettivo abbiamo quello di ridurre il carico di afflusso al pronto soccorso e agli ambulatori tradizionali, dando risposte in tempi rapidi. Sul territorio sono previsti interventi da oltre 4 milioni di euro di cui quasi 3 milioni (2,8 milioni per la precisione ndr) per l’adeguamento del padiglione C del Campo di Marte. Qui ci sono 46 posti letto per le cure intermedie che necessitano di un adeguamento antisismico”.
La parola passa a Giacomo Corsini, il coordinatore della rete ospedaliera dell’azienda Asl Toscana nord ovest: “Dopo la pandemia, siamo di fronte ad un ulteriore periodo di sfida con le riforme della Regione. Alcune risorse, in particolare quelle mediche, non sono facilmente reperibili in questo momento. Servono scelte importanti da fare tutti insieme. La pandemia ha fatto crollare l’accesso al pronto soccorso. Piano piano però i numeri stanno tornando ad essere importanti, ovvero quelli del pre-pandemia. Abbiamo difficoltà a trovare posti letto nei tempi che vorremmo. Per risolvere il problema non basta aumentare i posti letto, dobbiamo gestire bene tutti i flussi. È importante il lavoro sul territorio. Sui ricoveri programmati abbiamo lo stesso dato: dopo un crollo dovuto dalla pandemia, stiamo tornando ai numeri del 2019. Quello di Lucca è un ospedale importante e assolutamente all’avanguardia, anche dal punto di vista strutturale. Ma non può reggere tutta le pressione da solo, lo ripeto, serve fare rete a livello territoriale e regionale. Sulla diagnostica abbiamo difficoltà su ecografia e risonanze magnetiche dovute alla mancanza di personale. Nel nostro distretto, per dare qualche numero a livello generale, il personale però è aumentato da 1.855 a 2.075 unità. Dobbiamo lavorare anche sulle vaccinazioni (in particolare contro il morbillo, la parotite e la rosolia) e sulle liste di attesa”.
Gabriele Ciucci (presidente Opi Lucca) chiede “risposte adeguate per difendere il sistema sanitario. Servo soluzioni strutturali e adattare gli investimenti sulla sanità alla media europea. Va tutelata la salute dei cittadini, ma anche quella del personale sanitario. Va potenziato il personale sanitario sul territorio per prevenire accessi impropri al pronto soccorso. Serve una risposta che punti sulla qualità a questa crisi socio-sanitaria”. L’intervento critico di Umberto Quiriconi, presidente dell’ordine dei medici di Lucca: “È un momento di grave disagio per la nostra professione. L’origine di tutti i mali risale alla legge del 1999 e sua ‘figlia’, quella del 2005. C’è scarsa presa di coscienza della gravità di questo momento e lo dimostrano i provvedimenti tampone, per esempio. È necessaria la riorganizzazione e il rifinanziamento del sistema. La medicina generale deve essere rifondata, così non va bene. Cosa si potrebbe fare nell’immediato? Sburocratizzare. C’è bisogno di case di comunità funzionali, così non ci siamo. C’è bisogno di canali di comunicazioni diretti tra ospedale e territorio. Le liste di attesa vanno snellite e dobbiamo aumentare la numerazione delle quote destinate agli specialisti. La guardia medica ha subito una riorganizzazione che ha abolito la presenza del medico (di guardia medica ndr) dalle 24 alle 9 nei giorni feriali. Nella medicina territoriale rientra anche il 118, nota dolente per noi. C’è stata pesante mortificazione del medico dell’emergenza territoriale: un mezzo di soccorso avanzato deve essere costituito da un medico e da infermieri. Dall’ospedale c’è una fuga impressionante perché la professione non è attrattiva: più di mille medici l’anno se ne vanno all’estero o nel privato. Bisogna assumere e gli stipendi devono essere competitivi con il privato. Deve essere la possibilità concreta di fare carriera. Il pronto soccorso è piccolo e occorrono più letti e più ambulanze per le dimissioni. Dobbiamo rivalutare il ruolo della conferenza zonale dei sindaci”.
In Consiglio è intervenuta Gina Truglio in rappresentanza dei comitati sanità lucchese: “Inizio il mio intervento citando Gino Strada: ‘ Io sono per una sanità pubblica, di alta qualità e totalmente gratuita. Per ri-costruirla basterebbe smettere di rubare’. La politica insorge solo quando si ha paura di perdere quella cosa chiamata voto e mi sto riferendo, per esempio, al taglio del medico 118 a Piazza al Serchio. Lucca merita una grande, degna e strutturata riabilitazione, non solo 30 posti letti che per accedervi bisogna fare carte false. Campo di Marte deve essere la risposta, senza nulla togliere a Barga. Rivogliamo i servizi essenziali in ospedale e fateci sapere dove sono finiti i nostri soldi”. Per i comitati sanità interviene anche Gemma Urbani: “La risposta dell’Asl in questo consiglio comunale è stata molto fragile. La situazione del pronto soccorso è preoccupante. In Italia, secondo i dati del Sole 24 Ore, 4 milioni di persone non si curano più perché non possono sostenere le spese. A Lucca, Massa, Prato e Pistoia sono stati costruiti quattro ospedali inadeguati. E mi riferisco soprattutto allo spazio dedicato al pronto soccorso. Su questo vogliamo risposte. Basta politica dei container. Sul San Luca c’è stata una progettazione inadeguata e a pagare sono i cittadini. Al pronto soccorso di Lucca manca il personale e questo è il primo problema. Chiediamo due cose: il Campo di Marte deve avere una funzione socio-sanitaria e deve essere costituita una consulta sulla sanità con la partecipazione dei cittadini”.
Sulla stessa linea Gabriella Bertani (comitati sanità), che chiede al sindaco, in quanto presidente della conferenza zonale dell’Asl, di proporre un piano programmatico per risolvere le problematiche presenti sul territorio. Paolo Pescucci, referente del gruppo Salviamo il Campo di Marte, chiede al sindaco Mario Pardini “di mantenere le promesse prese in campagna elettorale, tra cui quella di dare al Campo di Marte un’esclusiva destinazione socio-sanitaria. C’è bisogno di nuovi spazi e posti letto. Ci aspettiamo un odg che introduca la consulta della sanità con un’adeguata rappresentanza dei cittadini”. Marina Manfrotto (comitati sanità) ribadisce un concetto: “La sanità deve essere pubblica e gratuita. Serve investire sulla formazione del personale sanitario”.
Francesco Colucci (Riformisti) lancia alcune proposte: “Sulla sanità pubblica servono grandi investimenti, ma a Lucca c’è una sanità privata senza scopi di lucro. Per questo si potrebbe sfruttare gli strumenti e le professionalità del Centro di Sanità Solidale, che potrebbero gestire anche un pronto soccorso ausiliario – per i casi meno urgenti – allestito al Campo di Marte. Una sperimentazione che potrebbe risolvere i problemi dei cittadini”.
Lorenzo Caccerini incalza: “Perché il pronto soccorso è saturo? Spesso ci vanno le stesse persone, che sono sole e chiamano il 118 senza cattiveria. Vanno aiutati a casa tramite i medici di famiglia, per esempio. Servono figure presenti sul territorio”. Gerardo Anastasio (segretario Anaao Assomed) riporta alcuni dati: “Noi spendiamo il 6% del Pil sulla sanità, servirebbero altri 40 miliardi di euro per arrivare al livello della Germania. C’è un definanziamento del sistema sanitario pubblico. In Toscana abbiamo tagliato il 17% dei posti letti. La Toscana, insieme all’Emilia, è la Regione che ha assunto di più”. Per Paola Freschi (segretaria Fp Cgil Lucca) “va salvaguardata la sanità pubblica. Vanno bloccati i tetti di spesa e servono interventi straordinari per far fronte alla carenza di personale”. Sulla stessa linea Pietro Casciani (Uil Fpl di Lucca): “In tanti settori dell’ospedale non c’è possibilità di riposare e questo è uno squillo d’allarme che ha dato il via al nostro stato di agitazione. In pronto soccorso mancano i medici di radiologia. La Regione ci dice che sta cercando soluzioni, ma servono in tempi strettissimi. Al San Luca c’è anche un problema legato ai posti letto, che sulla carta dovevano essere 410. Chiedo un impegno anche per trovare una soluzione sul tema parcheggi. Sul Campo di Marte serve un progetto, un programma su come vogliamo utilizzare questi spazi”.
La parola passa a Rossana Giusfredi (Tribunale del malato): “In Toscana il pronto soccorso è al collasso. Mancano medici, infermieri ed operatori socio sanitari”. La denuncia di Daniele Soddu (Fials): “Con il Pnrr non ci sarà una lira per il personale. Il bilancio della sanità è disastroso. Il blocco delle assunzioni ha prodotto un drastico calo del personale. Sono dati drammatici”.
La cittadina Ana Olimpia chiede di attenzionare il tema delle malattie rare e non di non parlarne solamente durante il 28 febbraio. Roberto Crea (Cittadinanza Attiva) chiede al Comune di investire sul sociale. Simonetta Fioravanti racconta all’assise l’impegno sul territorio dell’associazione volontari ospedalieri. Alessandro Romboli (presidente dell’associazione Senza Confini) rilancia una serie di richieste che vanno nella direzione di un potenziamento del pronto soccorso e della sanità locale.
Fabrizio Bonino, volontario dell’associazione Cecchini Cuore Onlus, chiede corsi per insegnare ai cittadini l’uso del defibrillatore: “Una manovra può salvare le persone”. In Consiglio si parla anche delle cosiddette scie chimiche. Mirka Dianda, nel dettaglio, chiede lumi sulle “scie lasciate in cielo dagli aerei. Pretendiamo riposte chiare su ciò che viene rilasciato nel nostro cielo. Per quali motivi sempre più aerei rilasciano queste sostanze chimiche anche nei cieli lucchesi?”.