Non c’è pace per le partecipate: voci di incompatibilità anche per il presidente di Gesam Reti, Marco Agnitti

C’è chi sarebbe pronto a sollevare rilievi sull’applicazione dell’articolo 18 della legge professionale forense per l’avvocato ed esponente di Fratelli d’Italia. Attesa bagarre alla commissione controllo e garanzia del 7
Dopo le dimissioni alla presidenza della Geal è in arrivo un’altra bagarre politica.
Da questa mattina (30 marzo) la voce si rincorre nei corridori di Palazzo Orsetti e Palazzo Santini e negli ambienti del centrodestra lucchese. E riguarda un altro dei nominati dalla nuova giunta Pardini, nello specifico il presidente del consiglio di amministrazione di Gesam Reti, l’avvocato Marco Agnitti, espressione di Fratelli d’Italia.
La sua nomina, infatti, secondo quanto ricostruito da qualcuno di coloro che, dopo il ‘caso Mancini’, sta facendo le pulci alle scelte del centodestra, sarebbe in contrasto con l’articolo 18 della legge professionale forense. Questa legge, infatti, recita al primo comma e alla lettera c che la professione di avvocato è incompatibile “…con la qualità di amministratore unico o consigliere delegato di società di capitali, anche in forma cooperativa, nonché con la qualità di presidente di consiglio di amministrazione con poteri individuali di gestione”.
Sempre la stessa lettera, allo stesso tempo, esclude l’incompatibità “se l’oggetto della attività della società è limitato esclusivamente all’amministrazione di beni, personali o familiari, nonché per gli enti e consorzi pubblici e per le società a capitale interamente pubblico”.
La questione, dal punto interpretativa, è duplice: da una parte occorre escludere, affinché vi sia una effettiva incompatibilità, che il ruolo sia di mera rappresentanza. Lo stesso, insomma, deve prevedere effettivi poteri di gestione ‘individuali’, cioè esercitabili singolarmente e senza passare dal cda. L’altra questione è che Gesam Reti, il cui capitale non è interamente pubblico, non rientri nella definizione di enti e consorzi pubblici di cui all’articolo 18.
Fatto sta che la questione è pronta ad essere lanciata nel dibattito politico proprio nella settimana che si è aperta con l’addio di Gianmarco Mancini alla guida di Geal, sempre per motivi di presunta inconferibilità.
Ma la maggioranza non resterà a guardare. La data cruciale appare quella del 7 aprile in cui si riunirà la commissione controllo e garanzia presieduta da Francesco Raspini e alla presenza del sindaco Mario Pardini per il ‘caso Mancini’. In quella occasione i consiglieri di maggioranza vorranno far valere le ragioni e le prerogative del primo cittadino, dimostrando come le nomine effettuate non solo siano legittime ma anche in linea di continuità con i metodi del centrosinistra nelle passate due consiliature.
Sulle partecipate, anche alla luce del nuovo regolamento di gestione che approderà in aula il prossimo 11 di gennaio, insomma, è destinato a infiammarsi il dibattito politico delle prossime settimane.