Scintille in commissione sull’inconferibilità di Mancini, la maggioranza: “Attacco politico”. Raspini: “Solo vittimismo”
Per l’opposizione e il presidente della controllo e garanzia Raspini c’è violazione della legge Severino. Per i tecnici del Comune è tutto in regola: Geal non è una società a controllo pubblico
È stata una seduta di commissione controllo e garanzia molto nervosa, quella che si è tenuta stamani (7 aprile) a Palazzo Santini. Complice l’argomento all’ordine del giorno, l’inconferibilità della carica di presidente di Geal a Gianmarco Mancini, già dimissionario nel ruolo di dirigenza della società partecipata.
Alla seduta hanno partecipato anche il sindaco di Lucca, Mario Pardini e il suo staff, alcuni tecnici del Comune di Lucca, tra cui il responsabile delle società partecipate, Lino Paoli e il presidente del consiglio comunale, Enrico Torrini. Presente anche, come semplice uditore, il diretto interessato Gianmarco Mancini.
La vicenda è salita nelle ultime settimane alla ribalta delle cronache cittadine, secondo l’opposizione Mancini non sarebbe potuto essere il presidente di Geal per inconferibilità della carica, perché già in carica in altre partecipate legate al Comune di Piombino. Secondo la maggioranza, il sindaco Mario Pardini e il diretto interessato, Gianmarco Mancini, questa inconferibilità non sarebbe in essere. Mancini comunque, dopo un colloquio privato con il sindaco, ha deciso per le dimissioni dal suo ruolo in Geal, considerando l’attacco nei suoi confronti come un attacco indiretto al sindaco e preferendo le dimissioni per tutelare il proprio partito, la società partecipata e il sindaco stesso.
“Le dimissioni di Mancini sono un gesto veramente da gran signore – ha dichiarato il sindaco Pardini, in apertura della seduta di commissione -. Non esistono a nostro avviso problematiche di inconferibilità, ma comunque Mancini ha preferito dimettersi prima che fosse approvato il bilancio di Geal. In questo mod, non esiste durante la sua carica un atto della società a lui riferibile nel ruolo ricoperto. Non mi dilungherò sugli aspetti tecnici, che saranno enunciati dai dirigenti del Comune, ma mi focalizzerò sulle questioni politiche. Io voglio esprimere solidarietà a Mancini perché io stesso mi sono trovato a seguito di un attacco politico a presentare le dimissioni da Lucca Crea. Penso che nella situazione in cui si trova Geal in questo momento, con delle importanti scadenze le dimissioni di Mancini siano un atto di grande responsabilità verso una società partecipata. L’interesse pubblico deve prevalere su tutto – ha concluso – e il futuro di Geal è fondamentale per la nostra comunità”.
La commissione si è poi addentrata sulle questioni tecniche che riguardano l’inconferibilità dell’incarico. Secondo i tecnici del Comune di Lucca, la gestione di Geal come società pubblica da parte dell’amministrazione comunale, è un controllo indiretto effettuato tramite un’altra partecipata, Lucca Holding. Inoltre il Comune è proprietario di Geal per il 52 per cento e il restante 48 per cento della società è in mano al socio privato, Acea, una multiutility romana. Sempre secondo il parere tecnico, il controllo sulla società si verifica da parte di entrambi gli attori, l’amministrazione comunale e il socio privato, e di conseguenza si è in una situazione di controllo temperato congiunto, che non prevede quindi, a detta dei tecnici, l’inconferibilità della carica per Mancini. A sostegno di questa tesi, è stata presentata una sentenza del 2022 della Corte dei Conti e vari pareri di esperti del settore.
Secondo il dirigente comunale Lino Paoli, responsabile del controllo sulle partecipate, la questione degli accertamenti su Geal è da imputare ad una direttiva del 2013, quando al governo della città c’era l’amministrazione Tambellini: “In quegli anni era nata una sorta di conflittualità tra il socio privato e quello pubblico per il controllo di Geal – ha spiegato -. L’amministrazione Tambellini voleva un tipo di controllo immediato da parte di Lucca Holding, ma il socio privato era contrario e scelse di far saltare il numero legale per l’approvazione del documento. A novembre del 2015, con una determina, si prendeva atto dell’impossibilità di esercitare il controllo immediato della società. Di conseguenza dal 2015 non abbiamo mai fatto dei controlli sulle incompatibilità e sulle inconferibilità, perché abbiamo sempre trattato Geal come una società non sottoposta al controllo pubblico”.
L’interpretazione della normativa di riferimento però, non è la stessa che viene sostenuta da Raspini, capogruppo Pd e presidente di commissione controllo e garanzia: “Certamente la vicenda di Geal negli anni, è uno dei motivi per cui oggi ne parliamo nella seduta di Commissione controllo e garanzia. Io mi chiedo però, è mai stato approfondita la questione ai fini della legge Severino? Se si osserva la legge Severino – ha spiegato Raspini -, vale l’articolo 2259 del Codice Civile, per essere considerata controllata, una società deve disporre della maggioranza dei voti in assemblea ordinaria.Lucca Holding possiede il 52 per cento delle quote e quindi ha la possibilità di avere la maggioranza quando nell’assemblea ordinaria ad esempio, si vota sulla distribuzione degli utili. Anche contro il parere del socio privato. E’ vero comunque che la situazione di Geal è molto particolare, ma al fine della legge Severino, secondo noi non c’è molto su cui discutere, perché oltretutto lo statuto di Geal dice che l’assemblea ordinaria delibera con la maggioranza prevista dalla legge e quindi, la maggioranza semplice. È inutile che la maggioranza si alambicchi il cervello per trovare delle scappatoie per dire che Geal non è in controllo pubblico. Cosa, fra l’altro, che eviterei di dire in questi termini per una società così importante per il nostro territorio. L’amministrazione comunale è stata superficiale, basta che ne prenda atto, anche perché ci sono degli organi preposti al controlli, l’Anac e la Corte dei Conti e se ci rivolgiamo a loro e fosse verificata l’inconferibilità, a quel punto c’è retroattività e questo potrebbe portare a delle sanzioni in carico all’amministrazione comunale”.
Ma la maggioranza non è d’accordo, non ci sta e si scaldano i toni. È il sindaco il primo a replicare: “Ci sono due pareri tecnici che si basano sulle decisioni della Corte dei Conti e che ci danno ragione. Quindi considero questi degli attacchi politici e non nel merito.”
“Nel Consiglio di Geal le decisioni vengono prese con maggioranza qualificata – ha dichiarato il consigliere della Lega Armando Pasquinelli -. Quindi con 5 voti su 7, e Lucca Holding ha 4 voti, mentre il socio privato 3, anche nella gestione ordinaria ci vuole la maggioranza qualificata. Quindi a mio parere Geal non può essere una società a controllo pubblico neanche per la legge Severino”.
“Quello che vorrei sottolineare però è una questione politica – ha proseguito Pasquinelli -, lei presidente Raspini utilizza la commissione controllo e garanzia come clava contro gli avversari politici, per questo ho chiesto le sue dimissioni. Si leggono anticipazioni sulla stampa e si emettono già delle sentenze sui giornali e questo è inaccettabile”.
“Attaccare il sindaco, attaccando gli uffici comunali, è questa la strategia dell’opposizione – dice il consigliere Alessandro Di Vito capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale -. La commissione controllo e garanzia non è un tribunale e il verdetto sembra sia stato già dato attraverso gli organi di stampa”.
Anche il consigliere di Lista Civile, Elvio Cecchini esprime le sue critiche sulle modalità di intervento del presidente di Commissione Francesco Raspini: “Senza mettere in dubbio il ruolo dell’opposizione, io sono molto preoccupato su come si sono svolte le cose. Si stanno facendo indagini e sentenze sulla stampa e non bisogna esagerare”.
“Le leggi si interpretano ma non si applicano e questo è un attacco ben preciso a sindaco e staff del sindaco – ha detto anche il consigliere StefanoPierini, capogruppo di Lucca 2032 – Avete scritto sulla stampa che avete fatto dimettere il presidente di Geal e questo non è vero, si è dimesso lui spontaneamente, in questa commissione si fa troppo controllo e poca garanzia”.
Raspini rimanda al mittente le accuse della maggioranza sottolineando il ruolo della Commissione controllo e garanzia come un ruolo di opposizione, volta a controllare l’operato dell’amministrazione comunale: “Come del resto è stata utilizzata dalla destra quando era in opposizione. Riguardo alla stampa – ha proseguito -, quello che viene riportato è un mio parere personale e non un verdetto, io la penso così. Non credo che su questa vicenda ci sia stata malafede da parte del sindaco Mario Pardini e del suo staff. Penso che ci sia stata molta superficialità nel gestirla e tanto vittimismo quando si subiscono degli attacchi politici ”.
Riguardo alle accuse di Pasquinelli sulla richiesta di dimissioni come presidente della commissione controllo e garanzia, ha risposto: “Utilizzo la commissione come tutte le opposizioni e anche se richiedeste le mie dimissioni mi presenterei nuovamente, perché come ho già detto questa commissione è uno strumento per le opposizioni e la presidenza è una carica che deve decidere l’opposizione“.
Francesco Raspini (Pd) e Gabriele Olivati (Lucca Futura), sono tornati sul tema anche dopo la commissione: “La nomina di Mancini era inconferibile. È la legge Severino a dirlo. Sindaco e maggioranza continuano a difendere l’indifendibile per coprire un evidente imbarazzo. Si mettano l’anima in pace: l’opposizione svolge il proprio ruolo e va avanti anche di fronte alle intimidazioni di chi vorrebbe zittirci”.
“Sindaco e maggioranza – proseguono – continuano a sostenere l’assenza di inconferibilità nel caso di Gianmarco Mancini, nominato da Pardini come presidente di Geal, una delle società partecipate più importanti del Comune, in quota Lega. Viene da chiedersi: come mai se era tutto in regola il sindaco ha accettato le dimissioni di Mancini? Per quale motivo la fiducia ribadita a Mancini fino al giorno prima quando si parlava dello scandalo della piscina abusiva ha improvvisamente lasciato il posto a considerazioni di opportunità? Per quale motivo se Pardini e maggioranza sono convinti della regolarità della situazione non sono andati avanti respingendo le dimissioni magari chiedendo, per trasparenza, un chiarimento all’Anac? Semplice: non l’hanno fatto perché, al di là delle difese di ufficio e di bandiera, fatte più per non turbare i precari equilibri dell’attuale maggioranza che non per reale convinzione, la verità è evidente a tutti e sta scritta nella Legge Severino: non si possono ricoprire più incarichi di comando in società pubbliche o società controllate. E sono considerate società controllate, secondo l’articolo 2359 della legge Severino, quelle “società in cui un’altra società dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell’assemblea ordinaria”. E siccome il comune ha il 52 per cento delle azioni e l’articolo 21 dello statuto Geal stabilisce che l’assemblea ordinaria delibera a maggioranza semplice non si capisce come si possa sostenere che la legge Severino non si applichi al caso di Geal. Ecco perché l’illegittimità di Mancini è secondo noi palese, visto che lo stesso soggetto è stato nominato presidente di Geal nonostante avesse già incarichi in altre società toscane, come l’ATM di Piombino e la Tiemme spa di Grosseto”.
“Prendiamo atto – concludono – che Il sindaco pur di non ammettere l’errore ha deciso di chiudersi nel fortino e non sentire ragioni. Ne prendiamo atto valuteremo come andare avanti eventualmente interpellando direttamente l’Anac o la Corte dei Conti”.
“Purtroppo questa mattina – concludono – abbiamo assistito di nuovo ad atteggiamenti intimidatori nei confronti dell’opposizione. Ribadiamo quanto abbiamo già detto: svolgiamo il nostro ruolo. Facciamo il nostro lavoro. Evidentemente le irregolarità che abbiamo portato a galla non sono poi tanto campate in aria, se hanno portato alle dimissioni del presidente di una partecipata del Comune. Da ultimo ribadiamo a chi parla di una gestione inquisitoria della commissione perché sotto sotto vorrebbe un’opposizione silenziosa e dimessa, che in 5 anni nessuno si è sognato di chiedere le dimissioni a Remo Santini che ha gestito il suo ruolo di presidente in modo analogo se non più pungente ancora. Arrivando addirittura a indire sedute per entrare nel merito del concorso da direttore di Lucca Crea o sulle modalità di svolgimento dei controlli della polizia municipale durante il periodo del Covid. Si rassegnino lorsignori e pensino piuttosto a governare in modo meno superficiale senza mettere la città in questo genere di imbarazzi”.