Anpi Lucca: “Lavoro, garantire la dignità di ciascuno”

Il presidente Zipolini: “Un Paese che non sostiene l’occupazione e soprattutto i giovani è destinato a tramontare”
“Il primo articolo della Costituzione fonda la Repubblica sul lavoro. Rendere precaria la condizione di chi lavora, confligge con il principio fondante la nostra Repubblica, nata dalle Resistenza. Oggi è il primo maggio e l’Anpi che si propone come uno dei custodi della Costituzione, vuole onorare tutti coloro che contribuiscono nella forma più incisiva, alla ricchezza nazionale, mediante il lavoro ed anche versando il maggior contributo fiscale”. Lo afferma Romano Zipolini, presidente del comitato Anpi sezione di Lucca.
“Anpi – prosegue il presidente del comitato di Lucca, Romano Zipolini – lo vuole fare ricordando quale è il senso più profondo dell’articolo 1 della Carta Costituzionale. Affermare che la Repubblica è fondata sul lavoro vuol dire, ad esempio, che il professore di scuola così come il chirurgo, lo scienziato, così come il religioso, possono svolgere le loro attività solo perché altri lavoratori conducono i treni, sfornano il pane, fondono l’acciaio, coltivano la terra. Ogni lavoro e ogni lavoratore sono essenziali per consentire il lavoro degli altri ed il bene di tutti. Da questa premessa della nostra Costituzione deriva che ogni lavoro ed ogni lavoratore e, soprattutto, quei lavoratori e lavoratrici che svolgono attività considerate più umili o meno qualificate sono indispensabili come chi svolge attività maggiormente ambite socialmente e, quindi, hanno pari dignità rispetto a tutti gli altri lavoratori. Pari dignità non vuol dire avere pari salario. Vuol dire, però, che anche il lavoro meno qualificato deve consentire al lavoratore un reddito che gli consenta di vivere con dignità. Di costruire, cioè la propria vita e di formare una famiglia. Di perseguire il bene proprio e quello dei figli. Oggi non è così e la Costituzione non è solo incompiuta ma violata”.
“Si viola – prosegue Zipolini – il principio fondante della nostra Repubblica ogni volta che si opera o si legifera aumentando la precarietà e riducendo il salario al di sotto di ciò che consente di vivere dignitosamente. Anpi ringrazia e saluta tutti i lavoratori meno garantiti del nostro Paese, sapendo bene che il maggior numero di questi appartiene alla categoria dei giovani. Il nostro Paese che non valorizza i giovani che hanno la maggiore forza ideativa e biologica è destinato a tramontare. Evviva i giovani lavoratori e tutto il mondo del lavoro e chi si preoccupa di ascoltarli”.