Visita della commissione politiche formative all’ex manicomio di Maggiano

Ieri (2 maggio) una delegazione è stata accompagnata tra le stanze di Mario Tobino dalla presidente della Fondazione
Ieri (2 maggio) una delegazione della commissione consiliare politiche formative, giovanili e di genere, cultura e sport del Comune di Lucca – guidata dalla presidente Laura Da Prato e dal presidente del consiglio comunale Enrico Torrini – si è recata alla sede della Fondazione Mario Tobino per visitare il percorso museale dell’ex manicomio di Maggiano.
La delegazione è stata accompagnata dalla presidente della Fondazione, Isabella Tobino, e dalla vice presidente Francesca Pacini. Per l’occasione si è svolto un tour tra le stanze abitate per oltre quarant’anni da Mario Tobino, psichiatra della divisione femminile, e son0 stati approfonditi alcuni aspetti anche inediti della lunga e dolorosa storia dell’ex manicomio.
“Isabella, nipote di Mario Tobino, ci ha spiegato tutto e ci ha fatto strada tra le pareti della casa dei medici, i corridoi che conducono ai chiostri fino alla grande scalinata di quella che fu la divisione maschile, giù in fondo, fino alla chiesa e alla grande sala cinema, dove si conserva ancora la vecchia macchina da presa, purtroppo inaccessibile, con le file di sedie intatte, come quando le frequentavano i malati – racconta Da Prato -. E poi ancora i bagni, le stanze con i letti e gli oggetti di quei tempi e le cucine, enormi, a pianta rotonda, sotto una cupola immersa di vetro da cui si vede il cielo, le stanze delle alghe, lo strumento dell’ elettroshock, le camici di forza. Il racconto segue le immagini e ci fa vivere le storie di gioia, di dolore, di amore, di vita vissuta tra quelle mura insormontabili. Ogni passo un sussulto, ogni stanza un diverso stupore, una sensazione, un immagine che si riempie di volti e di rumori. Il set perfetto di un film basato su una storia vera“.








“La storia di una città sulla città, vicina se pur lontana, a nascondere orrori e dolori e le storie di coloro che anche senza ragione, erano ‘deportati’ lì per vergogna, per non farli vedere. Alcuni addirittura, ci sono nati e morti – prosegue Da Prato -. Le pareti sono scarne, molti luoghi inaccessibili e pericolanti. Un patrimonio di un enorme potenziale culturale, artistico e turistico. Vorremmo restare ancora, vedere le parti chiuse, sfogliare i volumi centenari e le storie delle terapie ai malati, ma la visita è finita. E, del resto, non voglio nemmeno raccontare di più di questo viaggio magico ed inquietante, emotivamente sconvolgente. Ognuno deve fare il suo, tutti noi, cittadini lucchesi, dovremmo affrontare questo viaggio, vedere con i proprii occhi questo patrimonio della nostra storia, questo pezzo importante della vita di tante famiglie. Il luogo dove taluni cercavano con tutte le loro competenze di curare le persone ed altri spedivano lì i loro cari, frutto della vergogna e dell’ignoranza. Un luogo magico e misterioso che trasuda di storie vissute e patite. Un sincero grazie alla presidente e alla Fondazione tutta”.