Il comitato: “Geal, tariffe aumentate del 5%: l’acqua non deve essere un business”

Appello del movimento “Quelli che l’acqua unisce”
“L’acqua non deve essere un business”. A dirlo è il movimento Quelli che l’acqua unisce che analizza le tariffe in Toscana.
“In questi giorni – si legge in una nota – le aziende di gestione del servizio idrico integrato della Toscana ( ma anche quelle di altre regioni italiane) stanno approvando i propri bilanci economici dell’anno 2022 e rilasciano comunicati che esaltano gli utili economici ottenuti. Utili che, salvo diverse e più virtuose destinazioni, verranno ripartiti tra i Comuni soci e le società di capitale (talune quotate nei listini della Borsa italiana) che partecipano alla gestione. E’ opportuno sottolineare che sono utili e dividendi che escono dalle tasche dei cittadini che pagano le bollette, e quei dividendi non ci sarebbero se si abbassassero le tariffe”.
“Noi, nel marzo scorso – si legge in una nota – in occasione dell’incontro pubblico convocato al Mercato del Carmine, decidemmo di studiare le tariffe applicate dal vari gestori nel 2022 (pubblicate sul sito internet dell’Autorità Idrica Toscana). Ne uscì un chiaro raffronto dei costi pagati dai cittadini toscani per usufruire dei medesimi servizi (acqua potabile, trasporto fognario, depurazione dei reflui scaricati). Per rendere omogenea la valutazione (e leggibile anche a un cittadino non esperto) considerammo due fasce di consumo annuo (100 metri cubi e 150 metri cubi) con l’applicazione della Tariffa Domestica ad un nucleo familiare di tre persone (3 Cnf). I risultati evidenziarono che Geal Spa vantava la miglior tariffa annua in entrambe le quantità di consumo (230/344 euro), seguita da Gaia SpA con la tariffa nei comuni montani (269/424 euro). Il terzo posto lo guadagnava Publiacqua Spa (269/428 euro). La classifica vede il progressivo allineamento di Asa Spa ( 284/470 euro); Nuove Acque (295/484); Gaia con la tariffa dei comuni della costa piana ( 307/470 euro); Acquedotto del Fiora (340/536 euro) e in ultima posizione Acque Spa (presente nei comuni di Capannori, Porcari, Altopascio, Montecarlo e Villa Basilica) con i valori più alti (347/538 euro). Avendo ricevuto le nuove bollette siamo ritornati sul sito dell’Autorità Idrica Toscana per vedere tutti i nuovi dati tariffari. Non essendo stati ancora pubblicati li abbiamo rilevati dai siti internet delle aziende, alle quali non manca la trasparenza nella condivisione di questo dato. Abbiamo confrontato i calcoli analitici con quelli della precedente valutazione e riscontrato quanto segue. Si evince che Nuove acque ha mantenuto la medesima tariffa e che Gaia l’ha abbassata per le frazioni montane del 2,50% circa; le altre aziende hanno maggiorato le tariffe del 2023 rispetto a quelle del 2022. Gli aumenti sono compresi nella forchetta tra 1,3% (Acquedotto del Fiora) e il 6,5% (Asa ). La classifica è la seguente: Geal SpA (244/366 euro), Gaia Spa (Comuni montani) (266/401 euro), Publiacqua Spa (279/451 euro); Nuove Acque Spa (295/484 euro); Gaia Spa (Comuni Versilia/Lunigiana) (316/483 euro); Asa Spa (304/501 euro); Acquedotto del Fiora Spa (344/563 euro); Acque Spa (358/549 euro). La tariffa di Geal ha subito un aumento del 5,75% ( come avviene da almeno tre anni), se la spirale degli aumenti sarà mantenuta, tra qualche anno perderà senz’altro il primato della tariffa più virtuosa della Toscana. Che succederà quando inizieranno i lavori di estensione della rete fognaria nell’Oltreserchio, dove necessitano circa 20 chilometri di nuova rete? E non dimentichiamoci tutte le altre zone prive di acquedotto e fognatura nel Comune di Lucca. Vogliamo ricordare che le tariffe sono controllate dall’ Autorità Idrica Toscana che autorizza gli aumenti in base agli investimenti proposti e realizzati. Si avrebbe una minor incidenza se le società rinunciassero a fare utili attraverso gli incrementi tariffari. Poiché per chi è quotato in Borsa un simile ragionamento è ovviamente anacronistico, ci corre l’obbligo di domandarci se ha ancora un senso che i Comuni condividano le strategie gestionali con i cosiddetti partner industriali? Il consiglio comunale di Capannori, da oltre un anno, ha deliberato di sfilarsi da questo tipo di gestione, ed altri Comuni, in vista della scadenza delle concessioni, lo stanno facendo: quale significato bisogna dare a queste importanti decisioni? Lasciamo all’attenzione dei lettori e soprattutto del Sindaco, dei consiglieri di maggioranza e di quelli di minoranza del Comune di Lucca (in primo luogo perché la concessione Geal scade a breve, il 31 dicembre 2025) tre ulteriore elementi di valutazione. A Milano, dove la gestione del SII è affidata ad una società per azioni interamente di proprietà del Comune di Milano, i corrispondenti valori tariffari sono: 90/143 euro annui”.
“Nell’ampia area della Regione Lazio (86 comuni) dove il gestore idrico si chiama Acea Ato 5 (con sede a Frosinone), ci accorgiamo che hanno la ‘fortuna’ di avere la tariffa più alta d’Italia. Questi i nostri raffronti numerici: 392/590 euro annui. L’azienda Asa di Livorno è partecipata da Iren Spa, la stessa società quotata in borsa che ha recentemente acquistato le azioni di minoranza della nostra Sistema Ambiente. Se gli appetiti sulla gestione dei rifiuti saranno gli stessi che contraddistinguono gli aumenti tariffari applicati nel comprensorio livornese per il servizio idrico (6,5% annuo), possiamo dire che per le tasche dei Lucchesi non è stato certamente un piacevole matrimonio. L’acqua non deve essere un business, noi facciamo un appello a non sbagliare, a salvaguardare la congruità delle tariffe locali e a non spremere i portafogli”.