Un anno di giunta Pardini, Bindocci: “Poco coraggio, immobilismo e qualche assessore inesperto: serve una svolta”

27 giugno 2023 | 16:56
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Un anno di giunta Pardini, Bindocci: “Poco coraggio, immobilismo e qualche assessore inesperto: serve una svolta”

L’ex consigliere e sindacalista consiglia un rimpasto: “Pardini si liberi da alcuni accordicchi elettorali e pensi al bene della città, deve alzare il livello”

Dopo un anno dalle elezioni e dall’insediamento della giunta Pardini, una riflessione, sollecitata da Lucca in Diretta, arriva dell’ex consigliere M5S e sindacalista Uil Massimiliano Bindocci, che si conferma uomo senza peli sulla lingua: “L’immagine di Pardini ne esce bene, sempre pacato, sorridente, gentile, un uomo che sembra un maratoneta, senza scatti, con in mente obiettivi lontani che raggiunge con il suo passo inesorabile e graduale. Meno generoso è il giudizio sulla giunta e sulla attività amministrativa, ci sono luci ed ombre, la ventata di rinnovamento è stata salutare per molti aspetti, ed a mio giudizio opportuna, però metà delle ciambelle non hanno il buco”.

“Nella gestione – commenta Bindocci – si è notato poco coraggio e molta continuità nella gestione, l’opposizione stessa ha attaccato poco nel merito delle scelte dell’amministrazione, soprattutto le differenze sono state su questioni di principio legate a tematiche nazionali e di stile, e le polemiche sono per lo più molto deboli, mi sembra di vedere che ci sia una sorta di cogestione in alcuni ambiti. Nella macchina comunale c’è ancora molto immobilismo, quel cambiamento che si sperava di vedere non c’è ancora stato e non si capisce se ci sarà. La sensazione – aggiunge – è che spesso comandi la burocrazia e gli interessi di alcuni all’interno della macchina comunale dettino alcuni passaggi alla politica, la questione dei vigili urbani si commenta da sola”.

“La giunta – prosegue – vede assessori molto attivi ed altri meno, forse diversi assessori pagano l’inesperienza ed il poco spessore, non ci si può scordare che la giunta è nata con la assegnazione dei posti fatta con il calcolatore, scelti dai notabili delle liste sulla base dei voti (è un criterio anche quello…) e non privilegiando la competenza, i meriti e le capacità tecniche. Se ci sono assessori che stanno distinguendosi per un grande presenzialismo ed una forte di attività senza precedenti, e mi riferisco in particolare a Santini ottimo sugli eventi, Barsanti che mi sembra stia facendo un gran lavoro sullo sport e sul territorio, anche se sull’impiantistica si deve fare molto, Bruni che sembra affidabile, ed anche Buchignani apparentemente molto attivo, altri non sembrano all’altezza e alcune donne sembrano riempire i posti solo per garantire il rispetto delle quote di genere”.

“Nella politica della amministrazione si deve aumentare l’attenzione alla vivibilità ed alla qualità della vita, le politiche ambientali sono solo spot, si deve incidere maggiormente su viabilità, va ripensato l’approccio sul mercato del Carmine, nei servizi si deve fare un salto per un evidente miglioramento, non si è visto un cambiamento significativo – dice Bindocci –  Su due aspetti la amministrazione deve fare più attenzione: il primo è che Lucca continua ad essere troppo appetibile per operazioni speculative da parte di gruppi che vengono da fuori; il secondo è il sociale, drammatico e sbagliato è stato il taglio sul sociale (mentre si sbandiera il tesoretto di 12 milioni), qui si deve investire, dare risposte ai bisogni dei lucchesi che non ce la fanno, anziani, famiglie, e che sono messi in ginocchio dalla crisi e dal caro vita. Sui temi sociali c’è poi poca attenzione al lavoro, agli appalti, mentre registro attenzione al tema della sanità grazie al lavoro di Di Vito”.

“Con quello che costa un assessore – aggiunge l’ex consigliere – forse un rimpastino di metà mandato servirà, come servirà darsi degli obiettivi di medio e lungo periodo chiari e superare la logica di pensare al titolo sul giornale del giorno successivo. Anche sulle partecipate si sono fatti errori gravi, la scelta fatta a Sistema Ambiente è sembrata incomprensibile secondo logiche di merito, ed i limiti stanno già venendo fuori nei rapporti con le maestranze, con lo stato di agitazione che mette a rischio l’immagine della città proprio nei giorni dei concerti di luglio. Il caso Mancini è stato un altro scivolone, per le incompatibilità, non si è capito bene cosa sia successo a Veronesi, anche se la sensazione è che su Puccini gli interessi sui soldi che dovrebbero arrivare prevalgano sull’amore per la lirica, ed un anniversario rischia di essere un’occasione ghiotta per molti, sopratutto penso al mondo della comunicazione e pubblicità, ma dovrebbe essere una occasione sopratutto per Lucca”.

“Si sta facendo un buon lavoro al Giglio nonostante molti ostacoli, qui la ventata di rinnovamento è evidente, Lazzarini sta lavorando tra molte difficoltà, anche di poca attenzione da parte del Comune – prosegue – Porciani alla Holding è persona competente, ma la stessa competenza non la troviamo in molti altri ruoli. Si sta perdendo tempo in Geal sul tema delle acque, stante una normativa che non può essere elusa, mentre su Gesam restano i nodi da sciogliere che la precedente amministrazione ha lasciato in eredità. Si tratta di partite importanti non adeguatamente comprese. Da genitore separato, nell’interesse dei figli ricordo che la panchina azzurra per la bigenitorialità e la predisposizione di locali per i padri separati fu votata all’unanimità nella scorsa consiliatura e adesso all’unanimità è stata dimenticata, anche se il sindaco mi ha espresso interessamento”.

“Adesso – conclude – occorre una svolta nel rilanciare Lucca come amministrazione che risponda e distingua Lucca soprattutto negli argomenti su cui ho stigmatizzato, Pardini si liberi da alcuni accordicchi elettorali e pensi al bene della città complessivamente intesa, deve alzare il livello”.