Lucca è un grande noi: “L’inno a Roma? L’ennesimo tentativo di sdoganare il fascismo”

L’associazione: “Un pessimo modo di inaugurare le celebrazioni pucciniane”
“Quanto è grande la sfacciataggine di chi chiede al paese di riconciliarsi con la propria memoria storica e poi decide di dirigere fuori programma, a chiusura del concerto inaugurale delle celebrazioni pucciniane, L’Inno a Roma pur consapevole che di quel brano si erano appropriati prima il regime fascista e poi l’Msi di Giorgio Almirante”.
Parole di Lucca è un grande noi, che dalla sua pagina Facebook critica duramente la scelta di Beatrice Venezi di chiudere il concerto di inaugurazione delle celebrazioni pucciniane di ieri sera (11 luglio) con l’Inno a Roma.
“Un brano – scrive Lucca è un grande noi – che proprio a causa dell’ideologizzazione e della politicizzazione da parte dei fascisti negli anni fu censurato cadendo in dramnatio memoriae. Sottolineare oggi questo particolare non è ‘un esercizio ideologico vetusto e superato’ ma un’azione necessaria vista la casuale – o voluta poco importa – dimenticanza di ieri sera della direttrice Beatrice Venezi nel rivolgersi alla platea lucchese”.
“Strumentalizzare un palco così importante è l’ennesimo tentativo di sdoganare la storia e la cultura fascista che per anni ha sfruttato un brano che Giacomo Puccini scrisse nel 1919 seppur tra forti dubbi. Un gesto inopportuno e spavaldo che dimostra, ancora una volta, l’arroganza di chi vorrebbe plasmare la cultura e la memoria dell’Italia a proprio piacimento ma si dimostra incapace di riconoscere e ammettere il male che è stato fatto agli italiani in nome di un’ideologia illiberale e anti-democratica”.
“Provocare l’ennesima divisione tra i membri di un comitato delle celebrazioni da mesi in difficoltà, dividere le istituzioni del territorio e alimentare nuove polemiche è davvero un pessimo modo di inaugurare il centenario della morte del maestro e questo – conclude – fa temere per il proseguo delle celebrazioni e dell’uso che si farà di esse”.