Veronesi lancia l’associazione Save opera: “Stanchi dei cliché della sinistra nella lirica”

Il maestro dopo l'allontanamento dal festival Puccini: "Aiuteremo tutti coloro che vogliono esprimere dissenso verso ciò che distrugge l'arte". È polemica

Save Opera. Si chiama così l’associazione europea lanciata dal maestro Alberto Veronesi, per “tutelare la cultura dalle follie degli organizzatori della lirica”. Un annuncio che fa seguito alle polemiche nate dal licenziamento del direttore d’orchestra da parte del Festival Puccini per essere salito bendato sul palco della Bohéme, in protesta con la regia ambientata nel Maggio Francese.

“Ho ricevuto migliaia di messaggi di solidarietà e condivisione per la contestazione di Bohème. È stata una scelta difficile, non in linea con il mio stile professionale, ma non potevo sopportare più gli arbitri della regia – spiega Veronesi -. Oggi si pone un problema nel mondo della lirica, dopo i tempi in cui regie schierate politicamente a sinistra, magari anche provocatorie, potevano essere utili per far accettare autori che erano stati strumentalizzati dai regimi nazifascisti, la gente comincia ad essere stanca, anzi diciamo chiaramente che non ne può più, dei cliché sempre uguali della trasposizione storica dissacrante delle trame operistiche. Nasce quindi Save Opera una associazione che ha l’obbiettivo di tutelare l’opera dalle follie degli organizzatori della lirica, organizzatori che spesso si trovano a proprio agio in un sistema drogato in cui vanno avanti e vengono premiati artisti al di là di strette valutazioni artistiche e professionali e di rispetto degli autori”.

“Questo sistema – insiste Veronesi – basato sulla lirica intesa come provocazione distruttiva assume che si possa fare rinnovamento dell’arte semplicemente stuprando le opere del passato, facendo i baffi alla Gioconda, risparmiando ai direttori artistici il difficile ma necessario compito di commissione di opere nuove, di nuovi compositori e nuovi librettisti. Quali sono i mezzi per combattere questa deriva? In Teatro si può ancora fischiare, si possono mettere bende sugli occhi, si possono scrivere lettere di protesta ai teatri e ai politici, lettere ai giornali, finanche commentare sui social, tutto ciò che è utile per manifestare il dissenso va fatto, e la nostra associazione aiuterà tutti coloro che vogliono esprimere dissenso verso ciò che distrugge l’opera”.

Un annuncio che ha già sollevato già le prime polemiche nel mondo della politica e della cultura.

“L’estate turbolenta del Comitato Pucciniano – dal cui comitato scientifico mi sono dimessa mesi fa – e l’allontanamento del Maestro dal Festival di Torre del Lago, dopo l’episodio della benda sugli occhi, stanno creando molto imbarazzo nel mondo della musica – ha commentato l’onorevole Pd Rosa Maria Di Giorgi, presidente del conservatorio Cherubini -. Forse adesso è tempo di fermarsi e di riflettere immettendo i necessari elementi di moderazione. La proposta del Maestro di costituire un’associazione che si batta ‘contro’ la politicizzazione definita ‘a sinistra’  della musica e dell’opera mi sembra un proposta singolare e anche pericolosa. Una sorta di gran giurì chiamato a battersi contro la libertà dell’arte e della cultura?  Stiamo superando il limite. Vorrei lanciare un appello ad Alberto Veronesi: non evochiamo controlli sulla cultura. Si sa come si parte, non si sa mai dove si arriva. Lavoriamo invece perché la cultura torni ad essere terreno franco di dibattito e di scambio reciproco. E abbandoniamo al passato tentazioni di ‘controllo’, o meglio di ‘censura’ che appartengono ad altre epoche della storia, delle quali, immagino, nessuno ha nostalgia”.

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