Immigrazione, Franceschi (Sinistra con): “Serve un sistema di accoglienza diffusa”

11 agosto 2023 | 16:40
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Immigrazione, Franceschi (Sinistra con): “Serve un sistema di accoglienza diffusa”

Il presidente: “Il governo Meloni continua a riempirsi la bocca di slogan”

“Secondo i dati del Viminale dal primo gennaio ad oggi sono sbarcati in Italia 90mila migranti, provenienti per lo più dall’Africa e dalle regioni mediorientali: più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2022; circa il triplo rispetto al 2021. Altre decine di migliaia di arrivi sono previste per agosto e settembre”.

Così il presidente di Sinistra con, Maurizio Franceschi, che afferma: “È fin troppo facile ricordare la propaganda della destra quando, prima delle elezioni, diceva che con il blocco navale avrebbe fermato gli sbarchi. Di fronte a problemi complessi, far credere che ci sono risposte semplicistiche, e peraltro non realizzabili, significa solo prendere in giro gli elettori e peggiorare i problemi. Quello delle migrazioni è un fenomeno epocale che ha cause profonde nelle drammatiche ingiustizie globali, nelle guerre, nelle immense risorse spese nelle armi e negli sconvolgenti cambiamenti climatici in corso. Gli slogan facili possono servire nel breve periodo a raccogliere voti, ma non risolvono certo i problemi, anzi li peggiorano”.

“Il governo Meloni – prosegue Franceschi – pur avendo cambiato argomenti per ciò che riguarda il fenomeno migratorio rispetto alla campagna elettorale, continua a riempirsi la bocca di slogan. Ora straparla di Piano Mattei per l’Africa e il Mediterraneo, provando a definirlo un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra l’Italia le nazioni africane – attraverso l’Eni -, capace di superare le logiche della cooperazione predatoria e di risolvere il problema delle dinamiche migratorie verso l’Italia e l’Europa , quando in realtà ad oggi si dovrebbe parlare più prosaicamente di un azzardo Mattei, ovvero il tentativo – dagli esiti tutt’altro che certi e dalle caratteristiche di fatto poco dissimili dal canone neocolonialista della cooperazione predatoria – di aumentare l’influenza dell’Italia nel Mediterraneo tramite l’energia, in primo luogo tramite il gas, e al contempo consolidare la sicurezza energetica del paese, consolidare il processo di diversificazione delle forniture verso una totale eliminazione del gas russo nel giro di pochi anni, investendo ingenti risorse in paesi politicamente instabili come la Libia, l’Algeria, l’Azerbaigian e l’Etiopia”.

“Bene la ricerca di una diversificazione delle forniture di gas, anche se il futuro del paese non si gioca sulle fonti di origine fossile, ma sulle energie rinnovabili. Tuttavia, un vero piano per l’Africa e il Mediterraneo, se si guarda al destino dei popoli, dovrebbe affrontare le cause vere della povertà e dei fenomeni migratori e orientare scelte radicalmente diverse: smettere di sostenere i peggiori dittatori capaci solo di depredare i loro popoli, lavorare per la pace ed il disarmo, lasciarsi alle spalle le politiche neocoloniali capaci solo di impoverire l’Africa. Occorre, in definitiva, riempire la scatola vuota del cosiddetto Piano Mattei con una nuova cooperazione paritaria capace di guardare prima di tutto al futuro delle persone, ai giovani, alle donne. Al tempo stesso servono canali legali per far arrivare in Italia e in Europa i migranti che, peraltro, sono utili in un continente vecchio e con un tasso di natalità sempre più basso”.

“Nell’attesa di una svolta nella politica estera e di cooperazione dell’Italia e dell’Europa – sottolinea il presidente – oggi siamo di fronte, come detto in apertura, a dinamiche migratorie importanti che dovrebbero richiamare tutti ad un senso di responsabilità. Stando ai nuovi criteri di ripartizione decisi dal governo nelle prossime settimane centinaia di migranti dovranno essere accolti in provincia di Lucca, in aggiunta a quelli già presenti. Subito allora occorre ricostruire un sistema di accoglienza diffusa,sulla base dell’esperienza dei progetti Sai (Sistema accoglienza immigrazione), capace di garantire ai migranti assistenza materiale, legale, sanitaria e linguistica, nonché servizi per l’integrazione e orientamento lavorativo. Quel sistema, cioè, che le scelte degli ultimi governi, dai decreti Salvini del 2018 fino al decreto Cutro della scorsa primavera, hanno definanziato e smantellato per sostenere la propaganda che considera i migranti una minaccia per la nazione, indegni di meritare protezione, risorse e servizi per integrarsi, essere economicamente autonomi e in grado di contribuire al benessere collettivo, nel più breve tempo possibile”.

“Una politica dell’accoglienza e dell’integrazione priva di una visione strategia funzionale e sostenibile e un sistema di accoglienza fondato sulla decretazione d’urgenza, e sul modello dei grandi centri di accoglienza straordinaria (Cas) a basso costo, privi di servizi adeguati, rispondono soltanto a logiche elettoralistiche e peggiorano un quadro già di per sé complicato. C’è bisogno di far presto perché il rischio è che a breve comincino a sorgere nei nostri paesi centri temporanei socialmente insostenibili, fatti di tende o prefabbricati traboccanti di disperati senza futuro, gestiti da operatori economici di ambigua natura, interessati soltanto al profitto piuttosto che ai diritti umani”.

“Occorre costruire un fronte largo fatto di associazioni, amministratori, sindacati, forze politiche e cittadini capace di attivare una iniziativa politica forte a più livelli per ripristinare un minimo di logica, oltre che di umanità, in tutta questa vicenda. Servono risorse adeguate, programmazione, coordinamento tra le istituzioni locali e soggetti del terzo settore, prefetture, volontariato, mondo dell’istruzione e della formazione” conclude Franceschi.

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