Caso Pertini, una ‘tempesta’ che si poteva evitare

20 ottobre 2023 | 16:46
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Caso Pertini, una ‘tempesta’ che si poteva evitare

Strumentalizzazione o meno dell’episodio difficile negare che a qualche componente della maggioranza l’intitolazione della via all’ex presidente della Repubblica non piace

Probabilmente sui giornali e tg nazionali, su riviste, programmi, radio, blog e profili social, avrebbe preferito finirci per l’assegnazione del traguardo di tappa del Giro d’Italia o per la conferma dell’arrivo della troupe internazionale in città per girare il prossimo film di Peter Greenaway. O per la candidatura a capitale italiana della cultura 2026. E invece all’indomani del voto negativo alla mozione per promuovere l’intitolazione di una strada all’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini, socialista e partigiano, sul sindaco Mario Pardini e la sua giunta è caduta la valanga.

Basta digitare la parola Lucca su Google o nella casella di ricerca di Facebook, solo per fare un esempio. Il risultato restituisce una pletora di risultati più o meno identici: da Radio 24 al Tg La 7, passando per tutte le principali testate giornalistiche che, a differenza di Lucca in Diretta e degli on line (Leggi qui), sono arrivate sulla questione a due giorni dal fatto (che si è verificato poco dopo le 23 di martedì 17 ottobre).

Certo, più semplice parlare del ‘no alla strada per Sandro Pertini’ che spiegare, come ha voluto fare il sindaco, che non si trattava di un voto sul merito ma sul metodo. Un messaggio inevitabilmente più debole rispetto a quello che è stato metabolizzato da tutti e che è stato rafforzato dal comportamento di alcuni dei partecipanti all’assise, non ultimo il motto ‘a noi’ urlato in aula dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Lido Fava che lo stesso ha definito, all’indomani, del tutto ironico.

La valanga, nel frattempo, aveva iniziato a rotolare a valle. Nonostante qualcuno, in fase di preparazione del Consiglio, come dicono i boatos di Palazzo Orsetti, avesse messo in guardia da quello che sarebbe potuto accadere. Fra questi il capo di gabinetto del sindaco di Lucca, Beniamino Placido, generalmente non certo un pompiere, forse anche per motivi ‘affettivi’ legati al passato socialista del padre Vincenzo. E la valanga, quando parte, come è noto si ferma con difficoltà. Forse non proprio con un video in un parcheggio vuoto in una giornata grigia in cui oltre ad affermare che ci si è comportati come aveva fatto la maggioranza nella scorsa consiliatura si evoca l’abusata vulgata per cui le polemiche verrebbero sollevate solo da una certa stampa di sinistra, che controllerebbe informazione e comunicazione.

Un fatto smentito dai numerosi distinguo che su questa vicenda sono, con il passare delle ore, arrivati. E non solo dalla politica. Al di là delle piccole/grandi defezioni in sede di voto alla mozione (Luciano Panelli di Lucca2032 ha votato a favore, il presidente del Consiglio Enrico Torrini non ha votato, il capogruppo della Lega ha votato a favore per poi dichiarare di aver sbagliato nell’esprimersi) emblematica resta, fra le altre, la posizione del professor Umberto Sereni che su Lo Schermo ha scritto un commento dal titolo C’è solo da vergognarsi. Quello stesso Sereni, ex sindaco di centrosinistra di Barga per due mandati, che non solo ha sostenuto fin qui l’esperienza amministrativa di Pardini ma che, con la sua partecipazione al Festival L’Augusta nelle sue prime edizioni ha in qualche modo contribuito a ‘sdoganare’ le iniziative culturali di Casapound prima e di Difendere Lucca poi. Quello stesso festival Augusta il cui presidente, Iacopo Di Bugno, si è affrettato a commentare le parole del sindaco, e suo ex socio, Mario Pardini sulla distinzione fra merito e metodo dichiarandosi “in fremente attesa che, nella sede giusta, avvenga la bocciatura nel merito”.

È vero, dalle parole di Giovanni Ricci, 26enne consigliere di Forza Italia/Udc, durante l’assise di Palazzo Santini si evince che il motivo dichiarato del no alla mozione sia una diversa ‘road map’ dell’amministrazione nelle intitiolazioni delle strade, attraverso un apposito organo per la toponomastica. Ma è altrettanto evidente, ed è difficile da negare, che ci sia una parte della maggioranza che quella intitolazione non la vuole proprio, per motivi ideologici e di valutazione storico-politica dell’ex presidente, uno dei protagonisti della Resistenza e soprattutto del 25 aprile 1943, data che per certi ambienti di estrema destra non andrebbe neanche festeggiata.

Che ci sia stata o meno strumentalizzazione dal centrosinistra, anche qualora Pd e altri partiti della coalizione abbiano voluto far ‘cadere in trappola’ la maggioranza di centrodestra, c’è qualcuno che alla fine quella ‘trappola’ non l’ha voluta o saputa evitare. E un segnale che non tutto sia andato come si sperava arriva anche dalla ‘solitudine’, ovviamente limitata solo a questo caso, del sindaco Pardini (resa iconica proprio dal video registrato in un parcheggio vuoto in una giornata grigia e piovosa) che, nel giorno della piena tempesta, riceve il sostegno pubblico solo da una parte di Fratelli d’Italia, prima con il capogruppo Lido Fava, poi con il consigliere regionale Vittorio Fantozzi. Sostegno reso però più che zoppo dall’intervento dell’onorevole Riccardo Zucconi che ha ricordato come “Fratelli d’Italia deve essere il primo partito a dimostrare come il rispetto istituzionale deve prescindere da valutazioni partitiche” e che “chi non si attiene a questo doversono indirizzo nuoce al nostro partito e non onora le istituzioni”. Se il silenzio di Difendere Lucca è comprensibile (oltre che strategia diffusa su qualunque tipo di polemica per conservare la presunta ‘golden share’ dell’estrema destra sulla giunta. Semmai con Giorgio Angelo Lazzarini si è cercato di allargare la discussione su altri temi come le consulenze della giunta Tambellini), così come quello della civica del sindaco, Lucca2032, che un piccolo strappo l’ha vissuto già in ‘diretta streaming’, va tutto interpretato quello di Forza Italia/Udc, della Lega e della stessa Lista Civile di Cecchini, impegnata, invece, a difendersi dagli attacchi sulla mozione sul verde pubblico e sull’urbanistica.

Una buccia di banana, se si vuole usare una metafora, che si è vista e che non si è voluta evitare, lasciando spazio, adesso sì, anche a tutte le eventuali strumentalizzazioni politiche del caso. Il tutto proprio in una settimana di buone notizie per l’amministrazione (Giro d’Italia, film di Greenaway, dati in crescita per il turismo) in vista dell’evento più importante per la città: Lucca Comics and Games. Una situazione che si poteva, e forse doveva, evitare. E che servirà per il futuro, anche perché c’è da concentrarsi sugli obiettivi importanti dal punto di vista amministrativo, dove deve prevalere la politica ‘del fare’ rispetto alle ideologie e alle spinte di posizionamento dei partiti.

Altrimenti una coalizione così eterogenea resterà sempre condizionata dai distinguo di questo o quel partito in grado di garantire la solidità della maggioranza. Peraltro in un momento in cui non mancano piccoli, e per ora non allarmanti, segnali di fibrillazione: dai franchi tiratori nella nomina a maggioranza assoluta e voto segreto per il garante dei detenuti (si parla con insistenza di un esponente di Fratelli d’Italia e di uno della Lega ‘interessato’ a transitare nel partito della Meloni) fino ai mugugni trasversali intorno all’approvazione del piano operativo.

A Pardini, al suo staff, alla sua stessa lista civica, pietra angolare della vittoria elettorale, il compito di superare la tempesta e tornare in acque serene. Anche a rischio di perdere qualche numero in aula.