Case Erp all’ex oleificio Borella: “Dal consigliere Di Vito logica classista ed elitaria”

23 novembre 2023 | 12:38
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Case Erp all’ex oleificio Borella: “Dal consigliere Di Vito logica classista ed elitaria”

Marchi e Dianda: “Le scelte sono sempre una questione di priorità e quelle dell’attuale amministrazione comunale sono all’opposto rispetto a quelle di chi si batte per una visione di città per tutti e a misura di tutti”

“La scelta dell’amministrazione Pardini di destinare alla vendita l’immobile dell’ex oleificio Borella è un grave errore e le parole del consigliere comunale di Forza Italia Di Vito, svelando la logica classista ed elitaria che guida le decisioni della giunta, peggiorano ulteriormente il quadro”. Intervengono così sulla discussione che ha avuto luogo nel corso della seduta del consiglio comunale del 21 novembre il segretario comunale del Partito Democratico di Lucca Gabriele Marchi e il delegato alle politiche abitative della segreteria, Mario Dianda.

“L’amministrazione Tambellini aveva previsto la riqualificazione dell’immobile dell’ex oleificio Borella – dicono – per ricavare 30 nuovi appartamenti da destinare all’edilizia residenziale pubblica. Questa scelta, se fosse stata perseguita, sarebbe stata molto positiva per due ragioni. Innanzitutto, perché la disponibilità aggiuntiva di appartamenti per le graduatorie Erp, oltre alla riqualificazione del patrimonio già esistente, avrebbe rappresentato un importante tassello a medio-lungo termine di un pacchetto di misure per il contrasto alla crisi abitativa che sta colpendo con forza anche la nostra città (gli sfratti infatti sono raddoppiati rispetto all’anno precedente), utile soprattutto per le famiglie esposte ad un più grave disagio abitativo. Inoltre, seguendo i modelli urbanistici più all’avanguardia ed inclusivi, i nuovi appartamenti sarebbero stati pienamente integrati nel contesto di un quartiere centrale della città e non relegati in un’area marginale e carente di servizi come purtroppo è stato fatto con scelte ghettizzanti in passato“.

“Ma le parole del consigliere Di Vito – dicono ancora – che tutti possono ascoltare nella registrazione del consiglio comunale disponibile su YouTube, rivelano che proprio questo aspetto, considerato innovativo ed inclusivo in tante città europee, rappresenta un problema per l’attuale maggioranza al Comune di Lucca. E quindi gli appartamenti di edilizia residenziale pubblica “vista mura” proprio no, perché probabilmente pensano che coloro che si trovano in condizioni di povertà siano brutti e cattivi, meglio relegarli lontano in modo che non si facciano troppo vedere nelle vie del centro, non abbiano a spaventare i turisti. E tutto sommato se una persona è povera è anche un po’ colpa sua, sia mai spendere tutti quei soldi per la riqualificazione di un immobile “regalandoli” poi ai beneficiari di appartamenti popolari, che in fondo non se li meritano“.

“Il consigliere Di Vito – conclude – sa bene che se ai quartieri dell’Arancio e di San Filippo mancano luoghi di aggregazione ed un parco, lo si deve alla cementificazione sfrenata durante le giunte di centrodestra di cui la sua Forza Italia era, all’epoca, attore principale. Un progetto di edilizia residenziale pubblica (su un edificio da anni in abbandono) non è certo il colpo di grazia, come lo ha inteso lui nel suo intervento. Vedremo inoltre se chi acquisterà quell’area ci realizzerà un bel parco per il quartiere o piuttosto altri appartamenti privati. A parte gli evidenti errori nelle parole del consigliere Di Vito, come il concetto di “regalare” ai beneficiari i fondi necessari per la realizzazione di nuovi appartamenti di edilizia popolare, che invece rimangono parte del patrimonio pubblico e la voluta estremizzazione del retropensiero sottostante a queste parole, la logica è quella che caratterizza la destra italiana a tutti i livelli: combattere i poveri anziché combattere la povertà. La ristrutturazione di un immobile di proprietà comunale per destinarlo all’edilizia residenziale pubblica è un investimento a contrasto della povertà abitativa che assorbe molti fondi. Venderlo invece, permette di liberare risorse che possono servire a finanziare le varie feste o il costosissimo parcheggio interrato fuori Porta Santa Maria. Le scelte sono sempre una questione di priorità e quelle dell’attuale amministrazione comunale sono all’opposto rispetto a quelle di chi si batte per una visione di città per tutti e a misura di tutti” concludono Marchi e Dianda”.