Buchignani: “Per combattere le violenze sulle donne la sola repressione non basta”

24 novembre 2023 | 13:30
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Buchignani: “Per combattere le violenze sulle donne la sola repressione non basta”

Lo storico: “E’ necessaria un’opera di educazione lunga e difficile che richiede l’investimento di ingenti risorse”

Femminicidi, Paolo Buchignani, storico e studioso del ‘900, prende la parola per analizzare il fenomeno.

“Quasi sempre – sostiene Buchignani – queste tragedie avvengono quando l’uomo viene lasciato dalla sua partener (moglie, fidanzata, compagna). Certi uomini diventano assassini, perché non accettano che la loro donna, che considerano una loro proprietà, possa decidere liberamente sulla sua vita sentimentale e diventare la donna di qualcun altro. Per molti secoli, per millenni addirittura, le donne hanno accettato questa condizione, frutto di una società patriarcale. L’hanno accettata sia per ragioni culturali (quella era la mentalità dominante), sia perché economicamente dipendenti dal marito. In poco più di cinquant’anni si sono emancipate da questa soggezione: hanno acquistato una indipendenza economica, hanno preso coscienza della ingiustizia di cui erano vittime. La mentalità maschile, radicata in una cultura millenaria (nell’antropologia, possiamo dire: infatti coinvolge anche uomini molto giovani come l’assassino di Giulia), fa fatica ad adeguarsi ad una rivoluzione così importante e repentina. La maggior parte dei maschi, per fortuna, nella condotta vi si adegua, ma può accadere che soggetti particolarmente fragili, psicologicamente disturbati e inclini alla violenza (magari dediti anche all’uso di sostanze stupefacenti) arrivino al delitto, spesso passando per lo stalking, come, purtroppo, accade con una intollerabile frequenza”.

“Per contrastare questa gravissima piaga sociale – conclude -, ritengo che la sola repressione, pur necessaria (reprimere seriamente le avvisaglie di questo crimine) non basti. Serve un’opera di educazione lunga, difficile e tale da richiedere l’investimento di ingenti risorse. Non può coinvolgere solo la scuola (tutto si scarica sulla scuola, dove i malpagati docenti già fanno miracoli), ma anche e, soprattutto, la famiglia, molto in crisi”.